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I Seminari
circa il Sistema sui margini dell'Assenza 1997-1998 s'interessano
di quella area specifica che si è andata disegnando ed esprimendo
intorno al nuovo concetto in-assenza e alla realtà corrispondente
che così viene nominata ed esperita.
In-assenza assume in codesto contesto il senso di crisi
con la conseguente perdita della presenza eccessiva (concretezza) di
quella realtà come finora è stata riconosciuta ed esperita
dall'organismo (mente-corpo) Homo sapiens tramite gli apparati
mediatori sensoriali, percettivi e cognitivi di sua appartenenza, luoghi
d'interazione con la cosiddetta realtà concreta ed astratta,
interna ed esterna.
Se la realtà fosse colta in-assenza - è l'assunto
principale di lavoro - si mostrerebbe l'assoluta differenza da come
finora essa è apparsa a causa delle attitudini relazionali della
specie Homo vincolate a una condizione evoluzionistica che ha
origine nella materia e nell'animale: tale condizione, grazie all'avvento
dei linguaggi e dell'interfaccia astratti di acquisizione più
recente nell'evoluzione cerebrale (proprietà della neo-corteccia),
sempre meno ha a che fare con l'attuale fase della specie e soprattutto
con il futuro possibile sviluppo delle potenzialità dell'organismo
cervello-mente.
Appare probabile, data l'attuale fase storica ricca di contraddizioni
che sta in mezzo ad una transizione di grande portata, il verificarsi
di quello che potrebbe essere un iniziale distacco cruciale dal lungo
passato evoluzionistico e, con l'accoglimento della morte inevitabile
(il lutto generale) che tale separazione accompagna, il farsi
strada di un cambiamento - forse una mutazione astratta -,
apportatore di ulteriore grandissima complessità,
entro tuttavia la semplicità in-assenza d'un a-sistema
veicolato da un nuovo stadio di accoppiamento con il nulla.
Ciò comporta - è nostro assunto della prassi - già
da ora un approccio nella differenza in-assenza all'esplorazione
e all'apprendimento della cosa in direzione dell'a-cosa:
già s'intravvede un universo che tende alla de-materializzazione;
tutti i giorni ce lo ricorda una tecnologia splendente, ma invasiva,
pronta com'è a generare una realtà priva di materia (realtà
virtuale) e un mondo privo di dimensioni concrete differentemente
da come finora gli uomini l'avevano abitato e i loro sensi l'avevano
plasmato: questi ultimi sono ormai inutilmente protesi a fissare e a
conservare ciò che tende inesorabilmente a trasformarsi e con
ciò a sparire (farsi vuoto)
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