Sunto della II Lezione 92-93 II LEZIONE

 ( La simultaneità affettiva e assente )

 Discorso dell'Assenza conoscitivo e scientifico, astrazione non logico-filosofica o metafisica: passa attraverso le forche caudine del logos ( l'Essere di Parmenide ): la razionalità dell'occidente non produce affetto, ne prescinde - Il discorso razionale è affettivo, nel senso puro ( né emotivo né sentimentale, pur senza esclusioni ) della relazione distaccata e coinvolgente, assente rispetto alla rigidità della struttura biologica; toglie la razionalità elemento pesante al di sopra del livello zero - Rotazione dei termini ordinari: sono e non sono al loro posto, diventano altro, perdono la concettualità inetta a generare affetto - Residuo e anomalia del procedimento vuoto, l'inconscio. Nasce col bambino, che, chiuso nel modo istintuale e della non coscienza, non avrebbe alcuna relazione col mondo esterno ( morte o schizofrenia ) se i genitori non originassero una possibilità migliore d'esistenza - Altrove rispetto all'inconscio, il piano dell'assenza è vuoto capace di affetto; la relazione d'affetto, vuota, produce assenza e affetto in chi lo riceve ed entra in relazione - Si ritrova nelle pieghe dell'evoluzione il piano dell'assenza, la quale supera, svuotandolo, l'inconscio, che pure continua a influire sul punto dell'assenza nell'evoluzione - Senza passare dal piano dell'assenza, dell'interezza in ogni istante, dalla quale l'individuo tende a fuggire frazionandosi, sempre scisso, mai realmente unificate le sue parti verso un centro vuoto, l'inconscio, prevalso finora nella specie umana coi suoi meccanismi di blocco casuali, non può essere trasformato. L'inconscio non ammette, continuamente viola l'elemento dell'unità vuota nel suo centro, perché incline ad occuparlo in eterno - Complessità dell'unità e del vuoto affettivo: linguaggio assente che per ogni parola ha una infinità di parole alle sue spalle, senza che queste debbano parlare - Procedimento asintotico della conoscenza nella sua storia: dopo un avviamento veloce, un rallentare fino alla rottura forte in cui il piano dell'assenza entra chiaro e potente nella storia, a riprendere, astraendo, il piano vacuo: l'uomo emetta il pensiero dal punto primo e centrale, dall'origine interna più vuota possibile, senza il minimo scostamento, simultaneo a se stesso, all'essere nulla, affettivo; emessa dal soma la fatica dell'inconscio, incapace a stare nell'attualità assoluta e vuota.