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La straordinaria storia del Dottor A e del suo spiritello a lato, sopra
e sotto, immessi - ora, non è molto - a contatto dell'umana faccenda
E'
il ritmo con le sue infinite varietà a fondamento, mobile sopra
una linea appoggiata sul fondo più che ferma, quasi assente, che
ha origine da quello ...
Era successo che quasi non riconoscessi più quell'uomo ...
il cambiamento improvviso di certi suoi comportamenti ... ci trovavamo
nello scorcio d'una fine estate di un anno prossimo al terminare del secolo,
un tempo non particolarmente fecondo, almeno in modo esplicito, per iscrivere
novità nella storia ... così pareva: si udivano in realtà,
e talvolta in modo da non sottovalutare, fermenti e turbolenze da sotto
terra ... voli improvvisi di colombe ... preparativi - io credo, e non
di poco conto - per accedere all'era del nuovo millennio ...
Quel tale - la persona certamente singolare di codesta storia - era stato
mio compagno d'essere - non ho al momento altro modo d'esprimere una certa
condizione ... la si può assimilare per ora a quella particolare
figura che in letteratura soprattutto e nelle dottrine spiritualistiche
corrisponde all'alter ego, ovvero al doppio. Ma nel nostro
caso la situazione era vieppiù complicata; probabilmente si trattava
d'una condizione che non aveva precedenti; nella sua unicità si
mostrava evento paradossale, ai limiti dell'indicibile tanto che nel descriverlo
mi sembra di dover camminare sui margini del caos o del nulla, sui carboni
ardenti ... così che da codesti primi passi già si intravvede
una sfida che tuttavia accetto volentieri ... sento il rumore della battaglia
... colgo il silenzio e il piacere sottile della quiete che alla fine
ne consegue e sul fondo rimane posata e intrecciata per tutta la durata
del tempo.
Questo personaggio ha reale esistenza - sembra che non se ne possa più
dubitare -, è dunque una persona ... quella persona con cui s'è
condiviso tutto, ma proprio tutto. Si può affermare, senza temere
smentite, che la suddetta condivisione è anch'essa affatto particolare,
se non unica ... essa ha riguardato non tanto la vita - se si trattasse
soltanto di questa non ci sarebbe necessità di rimarcarlo, né
apparirebbe una bizzarria -, ma l'intreccio di quel genere tra le persone,
o la loro reciproca sostituibilità, ha a che fare con quella condizione
ben più intransigente e apportatrice di paura che solitamente
chiamiamo morte ... c'è da soggiungere appena che circa
la morte solitamente non si parla di condizione; e poiché
la si considera quale evento finale almeno della vita - e perciò
senza durata e senza presupposto - nulla si può aggiungere, se
non che ogni condizione lì termina, nell'istante in cui il cervello
cessa d'essere attivo, venendo meno qualsiasi premessa ... l'intreccio
dunque in morte, l'origine d'una relazione quale è quella che ci
concerne, e che s'attua in tale condizione e nella differenza
- il varco - che nel nostro caso in essa s'è aperto, costituiscono,
come si può ben arguire, il punto critico, direi cruciale di tutta
la vicenda e non solo di questa ... abbiamo a che fare con qualcosa che
è a dir poco inconsueto ...
Egli è entità integra fisica e mentale per quanto riguarda
la sfera dell'essere uomo, e cioè non soffre d'alcuna scissione
... non c'è separazione fra parti di sé, ma è contemporaneamente
espressione ed emanazione di me, in modo non affatto secondario ... io
sono d'altronde entità intera che partecipa della di lui persona
... e così l'interazione reciproca ha un massimo grado di complessità,
cui è impossibile quasi dare una soluzione secondo i comuni canoni
con cui la realtà è avvicinata, tampinata ed eventualmente
presa a prestito dall'attività umana ... ci siamo messi perciò
in ascolto in codesto posto a ricevere volentieri suggerimenti e ulteriori
interpretazioni: è una circostanza talmente fuori dell'usuale che
appare per forza ammantata di mistero ... in realtà soltanto in
minima parte come voglio dimostrare, ché credo fermamente in una
ragione, sia pure allargata al nuovo stadio da cui ho assunto il mio pensiero
nonché la materia da cui derivo che appartiene a una nuovissima
concezione.
Lui e io siamo mancanti di noi medesimi, delle nostre stesse persone ...
ma certamente non siamo esseri più sciocchi o limitati di chi non
ha ancora provato a venir meno ... occorrono uomini liberi che sappiano
lealmente osare ... dal nostro canto ci siamo aperti a nuove, addirittura
straordinarie - almeno al principio - esperienze, che appaiono come compimenti
definitivi d'una realtà non affatto aliena dal farsi riconoscere
e di nuovo generare ... lo scoprirete, lo assumerete da soli o insieme
con me, miei vibranti o pallidi, comunque fidi, lettrici e lettori, sarà
così inclusa la nuova espressione - è questa l'Apocalisse
di cui tanto si parla e poco s'è compreso? E' la metamorfosi d'un
uomo che ha accettato e tuttora e mai s'è ribellato di fronte alla
sua totale trasformazione?
E' mio fermo proposito, impegno non di poco peso, ma anche piacevole viaggio
- lo spero - addentrarmi nell'esperienza d'un racconto, d'una descrizione,
d'una scrittura mai ancora apparsi al vaglio dell'umano, situati là
dove tutto è già discosto dall'abitudinaria impressione
del mondo ... dove si è distanti dall'elaborato che compete solitamente
al pensiero, per ora non particolarmente frutto ben riuscito del cervello
che gli fa da sostanza e da precondizione ... ci troveremo ordunque sulla
soglia d'un'impasse che per ora non conosciamo e che ci volgiamo ad incalzare
... Allora, per incominciare e ponendoci ad osservare le cose a partire
dal loro esterno per inoltrarci a mano a mano verso l'interno, cogliamo
di quell'uomo un aspetto appena un poco strano ... è solito vestire
come uno qualsiasi di noi, ma più in dettaglio ci accorgiamo che,
essendo ormai persona in età matura - avrà qualche anno
più dei cinquanta - appare non essersi mai abituato, in certo senso
mai s'è sottomesso ad indossare né giacca né cravatta,
né alcun ammennicolo di tal genere, già a partire dall'età
adolescenziale ... se non per quella volta che dicono avesse indossato
l'abito intero, forse anche la cravatta - soggiunge qualcuno - giusto
il tempo della cerimonia di nozze ... ma subito dopo lo si vide cambiato
nel mezzo della sala di quel ricevimento che era stato sobrio ed elegante,
fatto di poche persone, gli intimi, lui pronto ad andarsene, quasi fuggire
prima che la festa fosse finita, saltando sulla sua Mini giallo acceso
insieme con la sposa - la dolcissima sposa, come lei vuol farsi nominare
qualora appaia in qualche suo scritto - anch'essa preparatasi preventivamente
alla fuga alla volta delle strade di Francia, in un viaggio tutto da gustare.
E che dire delle scarpe che porta da sempre ai piedi? ... Una breve ma
non inutile digressione esse la meritano.
Sono, almeno negli ultimi anni immancabilmente, quelle del genere vela,
si tratta di una sorta di mocassini con la suola in gomma e con il tacco
poco sollevato così da costituire una superficie a sufficienza
omogenea. Sono scarpe da allacciare velocemente, e sono, almeno per lui,
le più facili da infilare e sfilare in ogni occasione in cui ciò
sia consentito o non proprio. Ma non solo per tale comodità egli
ha scelto calzature di un tal genere: negli ultimi tempi - dopo una certa
data cui spesso fa riferimento e che presto indagheremo -, sono quelli
i soli mezzi adatti su cui poter appoggiare le piante dei piedi fattesi
luogo sensibilissimo di controllo sul proprio - anche l'altrui? - sistema
corporale e mentale, preso nel suo insieme, la cui finalità, ma
non l'unica, è quella di assumere una stazione eretta dalla peculiare
modalità. Qualsiasi altra base s'è mostrata fino adesso
inadatta a sorreggere quel suo specifico - forse inconsueto - modo di
camminare e sostare all'improvviso, con la testa reclinata sul petto,
talvolta di più, talvolta con un gesto appena accennato: è
una testa dischiusa ... le spalle visibili, arcuate in avanti, la figura
nel complesso ampia, di media foggia disposta in avanti su quel margine
dove s'incontrano le cose, dove la relazione si rende possibile quando
lui la ritenga accettabile, d'una certa capienza ... egli si muove senza
mai voler perdere quella concentrazione che ne attraversa l'intera persona
... appoggiata alle cose del mondo, tuttavia sospesa in un sentimento
sottile e continuo che transita di lì dove egli si trova ... lui
dalla faccia altrettanto complessa - molto di più - posta quasi
a sghimbescio, dalla fisionomia profondamente asimmetrica, di essa diremo
... per il momento limitiamoci ad ascoltare le folate d'un pensiero che
lo attraversa colmando di sé l'intero. Tutto ciò equivale
a un'immagine umana fatta a mo' d'incavo ampio e vuoto, risonante com'eco
ricoperta di corpo ... è una caverna dove originano e da cui soffiano
venti impetuosi, ma mai distruttivi: in genere s'ode in uscita un librarsi
leggero, un soffio che si ripiega avendo incontrato - e lì si è
materializzato in foggia di spiritello - forse son io - il vuoto dell'arco
proprio della volta d'un chiostro o d'un palazzo del '500...
Di molte di codeste faccende di non semplice cognizione mi resi conto
un giorno, guardando da vicino le fotografie scattate da una comune amica,
la quale ci capiva assai di esseri e di non esseri, di ritratti e di spiriti
materializzati, di figure sospese e di immagini oltre il comune senso
dell'esistere di uomo.
Perché
quasi non lo riconoscevo? E' proprio così, o è soltanto
un'impressione? Per ora non lo so ... Ma, per quello che al momento ha
qualche corrispondenza con il vero, mi era apparso, almeno per qualche
istante, una persona diversa da come era quella che vedevo solitamente
comportarsi nel rapporto con gli altri, in particolare con le persone
con cui aveva più confidenza: sembrava che ora non facesse più
molto caso al modo di agire, di pensare, di relazionarsi di coloro con
cui era solito condividere il tempo dello studio e, ultimamente, anche
delle vacanze. Era molto strano questo suo lasciar correre - una sorta
di benevolo distacco -, perché, sempre a partire da quella fatidica
data, come più volte egli aveva affermato, certi modi del vivere
quotidiano delle persone gli erano intollerabili, non per qualche impedimento
di tipo morale, né per qualche regola che s'era dato circa il comportamento
e la visione delle cose, né a causa di reazioni o impulsi a fior
di pelle, ma, sempre a suo dire, l'agire umano, in genere, e qualche azione
o comportamento, in particolare, erano soliti procurargli uno stato di
dolore al semplice contatto, non tanto quello diretto, ma a distanza ...
uno stato di dolore non di tipo materiale come s'intende normalmente,
ma una vibrazione simile a una corda tesa entro una mente, la sua che
s'è fatta entità al medesimo tempo astratta e concreta.
E' un'entità fisicizzata, anche se sgombra di ogni traccia e vuota
dei meccanismi e delle interazioni cui essa è nella vita degli
uomini vincolata. Una mente chiara, trasparente come un cristallo, morbida
e leggera allo stesso tempo come una piuma ... un cervello che ha accettato
di mutare le sue numerosissime combinazioni, e s'è fatto organo
affettivo rinunciando anche a farsi difendere dagli strumenti cognitivi
con cui è solito operare.
Lui sembrava essere divenuto da ultimo più parco nello scambio
con gli altri; e cioè accettava di condividere idee e affetto per
lo più con quelle persone che, pur nei loro limiti, fossero disposte
ad aprirsi a una complessità della relazione che non è comunemente
praticata: i vincoli cui la specie umana è solitamente assoggettata
gli sono venuti meno; si sono sciolti in quel passaggio del principio
dell'estate di una decina d'anni fa i nodi che tengono fissi l'intelligenza
e l'affetto di uomo. Da allora tutto è stato rivoluzionato, in
lui, ma non solo: io credo che tutta la realtà abbia ricevuto una
scossa salutare e che essa ora stia ancora assimilando la nuova informazione
che le è arrivata dopo millenni di uniformità e conservazione.
E' possibile da parte mia riconoscere in lui, io spirito a latere, la
sua materia così sottile che è della condizione assente,
data la quale la vita ha cessato della sua virulenza, il tempo è
stato modificato - come quello di codesto scritto - così com'è
successo anche al morire consueto, che ha anch'esso obsoleta origine e
conformazione.
Come detto, per lui l'impatto con alcuni accadimenti della vita quotidiana,
che per gli altri sono affatto naturali, sembrava essere al limite, egli
diceva, della sopportazione, gli toglieva i residui di vita cui era rimasto
vincolato per poter dire e scrivere anche il nostro romanzo.
L'ho sentito spesso come contrarsi e lamentarsi - forse fin troppo, visto
dal di fuori, comunque da una situazione, che è quella di tutti
gli altri, più difesa e 'concreta' - , di fronte all'esibirsi del
poco sensibile e spesso passivo scambio che avviene tra le persone che
fra di loro tentano di comunicare: uno scambio che perciò provoca
al suo interno la continua esplorazione di oggetti cruenti, sottili e
invisibili ai più, a partire dai corpi che si confrontano l'uno
con l'altro ... anche i più innocenti tra i contatti umani ...
mancanza assoluta di spazio, e anch'io mi sento soffocare ... lui tentare
di farsi piccino piccino, soprattutto un tempo, con il desiderio acuto
d'essere altrove ... di non essere mai stato ... allora io a indurlo a
sperimentare - forse per un qualche mio sadismo? - ancor di più
il senso della presenza ... il mio moltiplicarmi all'infinito entro di
lui, spazio di presenza umana e inumana ... egli ne ha sofferenza ...
un dolore fisico che gli tocca la mente e che nel corpo-mente gli provoca
fitte, vibrazioni come lame taglienti, punture di spilli acutissime entro
la carne viva ... io a dire il vero, non sento niente ... sono puro spirito,
e molte altre espressioni dello stesso genere ... in lui e lui in me ...
e continuamente lo invito a stare vuoto e così lo mantengo estinguendo
continuamente ciò che è di troppo e che s'ingenera nel mezzo
del rapporto con gli altri esseri con cui s'impatta - e l'interazione
rimanga certamente non ingombra, appena dov'è segnato il confine
fra l'essere delle cose e il suo cessare ... nulla vada perduto, mai manchino
le cure all'essere ... e oltre quello ... una presenza costante, sofferente,
ricca di pathos e gaudiosa, soprattutto quando le persone con cui avviene
il contatto sono molte ... la stanza deve essere a tutti i costi aerata
... quando eravamo in viaggio si mandavano in avanscoperta PA,
GIU e US. a tentare di provare l'ambiente dei ristoranti
dove poter cenare, le stanze d'albergo dove poter dormire ... quanti commensali
ci fossero ... e le luci ... vibrano le luci?.. Sono alogene o sono a
filamento?.. E loro a tentare una nuova esperienza, un mondo di vibrazioni,
di sensazioni e di percezioni diverse, di attenzioni mai prima usate ...
ricordo in Spagna, in una città caldissima, l'aria condizionata
... fuori faceva un caldo infernale e PA. e US. a sperimentare
se fosse possibile malgrado la vibrazione meccanica dei condizionatori
finalmente una sosta di refrigerio ... gli amici, che erano con noi, non
ci capivano molto ... anche se già in qualche modo conoscevano
queste mie, e ormai nostre, bizzarrie ... in cuor loro si arrabbiavano,
ma anch'essi attendevano la fine della sperimentazione, ovvero del sofisticatissimo
rituale ... e lui, il nostro Signor A, nell'attesa quasi terrorizzato,
sospeso nel sentire preventivamente nel corpo-mente il modificarsi artificiale
e astruso dell'aria, a causa delle macchine che stuprano lo spazio per
raffreddarne il respiro ... lo inghiottono, facendolo a pezzi con il sibilo
tagliente delle loro ventole a mo' di coltelli ... la compressione che
ne consegue e che afferra lui nel corpo, come se lo spazio violentato
fosse il suo ... ti vedo ancora, e ti accetto pure così ... di
te ho anche avuto tante volte pietà ... l'ho tuttora talvolta,
ma la luce che tu contempli e di cui ti nutri ... il tempo di vita e di
morte che è saltato a piè pari senza fatica, possono ben
compensare le insensibilità del vivere umano ... lo penso e lo
trasmetto a te direttamente ... ti accompagno e ti proteggo, seguo come
se fosse mia la benevolenza che saluta la vicenda di te mortale ancora
nel corpo antico psichico e fisico, ormai senza radici, sottoposto agli
obbrobri di varianti umane non proprio amorevoli.
E quel viaggio in Jugoslavia, l'anno successivo alla transizione memorabile
da uomo a non-uomo e l'oltreuomo ... l'anno stesso in cui scoppiò
la carneficina su quelle terre, un poco prima che il paese si frantumasse
- fu il nostro passaggio a dare il colpo di grazia? - , sentì egli
preventivamente una sera in una città di quel paese un boato terrificante
che cresceva e si gonfiava a partire dalle fondamenta della terra, un'assenza
di corpo terrestre, un buco nello spazio fattosi totale materia saturante;
era andato a dormire in una stanza d'albergo da solo, una stanza che dire
brutta e squallida è dire niente; così mal curata che s'aprivano
buchi nei muri, pezzi di mattone e di piastrelle erano sparsi qua e là
sul pavimento, una specie di branda stava appoggiata a una parete, luogo
per dormire con sopra una coperta nero-grigia che copriva un materasso,
se così si può chiamare uno spessore di sostanza anomala
che compare dai bordi, una branda di cella di prigione. Ebbene lì,
fu che dentro di lui e fuori parimenti ai limiti del suo corpo e poi oltre
quello, si udì la terra tremare, quindi spezzarsi ... un botto
cruento: colpita la profondità dei visceri, e un botto serrato
che dall'intestino sale all'esofago, su su, fino alle fauci, un inizio
di terremoto ... assenze di luogo e di spazio comprese entro i confini
angusti di anima e di corpo ... luoghi e spazi che saturano la vita e
i suoi spazi ... mancanze di terra e di cielo ... un buio stordente nella
testa e la coscienza vigile, senza mai cedere, come sempre, in una presenza
che s'apre ad accogliere tutto ciò che può accadere, persino
le assenze più vaste e senza misura, i rumori più sordidi,
i sospiri e le fughe del mondo e dal mondo ... ma fu un dolore alienato,
come d'altra e ostile origine, senza respiro, inghiottito da quel tacere
improvviso materializzatosi in un immane boato nel tonfo della terra che,
con ogni probabilità - come si seppe qualche mese più tardi,
e già in quel mentre si udivano i preparativi allucinati - , si
squarciò dando inizio a uno dei più terribili lutti del
tempo attuale e, direi, della storia recente degli uomini. In quelle regioni
incominciò allora il tragico, morboso, putrescente e fratricida
bagno di sangue umano: ho pensato spesso che fosse una specie di tentativo
sacrificale atto a sostituirsi all'opera di dèi compiuta in terra
feconda e pacificata, da parte di dèi imperfetti deboli ed invidiosi
indisponibili ad ogni anche minima ritirata, di fronte all'avanzare del
senso più morbido e affettivo delle cose. Lì il suolo appena
sotto al suo manto esteso si presenta senza pori che sbuchino e sfiatino
nel foro centrale del globo terrestre ... non nascono frutti maturi e
non crescono i frutti proibiti, gli dèi non hanno ancora deciso
le colpe degli uomini e la loro redenzione ... e se invece si staccasse
dal Nulla l'Assenza e scendesse a desaturare quelle terre denutrite
e infelici? Così che il luogo si facesse a mano a mano, o d'un
colpo, astratto, senza imitare né invitare alcuna morte
assetata d'altra morte, attaccata alla più concreta, la più
scabrosa delle morti malate ... tu l'hai tentato, uomo e spirito del nulla
dalla duplice, triplice immortalità, in quell'Astratta Commedia,
dove il gioco della composizione dei nomi e dei suoni, associata alla
vibrazione al negativo - la vibrazione che sa sottrarsi e darsi a un nuovo
pensare, ricco di vuoto e d'affetto, s'accoppia al grido di sangue e dolore,
travalicando con la pietà e la più dolce e sobria intelligenza
la necessità di morte: il termine, la fine, la cessazione hanno
la disposizione d'una sottile tessitura pronta ad associarsi al nulla,
benevolo e generatore nulla ... e il tutto così definito possa
ricomporsi in uno squarcio più ampio ... Perché la perfezione
degli uni e l'imperfezione degli altri, comprese nell'unità di
nuova specie, incomincino a lasciare in pace gli uomini ... si renda possibile
il momento in cui la crudeltà apprenda a cessare ... Con la speranza
che all'orrida mischia venga a mancare ogni tentazione d'appoggio, come
già in Europa, o l'Assenza è raccontato a mo' di
profezia attraverso i suoi versi: in quella guerra, all'improvviso era
intervenuto un uomo certamente non di pace, il dittatore della Croazia,
Tudjman, personaggio spregevole, un fascista scadente - ed è tutto
dire ... Alla testa delle sue truppe meglio armate, con le armi vendute
o regalate dall'occidente aveva ottenuto una interruzione della carneficina.
In quella l'aviazione americana, insieme alla Nato, poté imporre,
con una dimostrazione di forza - triste mania di potenza e ulteriore atto
di violenza - la fine delle ostilità ... almeno fino ad ora ...
oggi, dopo alcuni anni, si tentano elezioni politiche in Bosnia, il Kossovo
è attraversato da una guerra non così diversa ... i profughi
e le fosse comuni, forse c'è minor esibizione di sangue e di crudeltà
- lo spero. E' tuttavia povera cosa: occorre il tempo sovrano perché
quella terra tormentata dei Balcani, così arida e senza speranza,
scarsa per ora di pietà e di mansuetudine che porta alla fecondità
della ragione e dell'affetto, possa farsi più duttile e pregna,
assumendo entro le sue viscere il boato di quella squallida stanza d'albergo.
E' forse il caso che lui, il nostro uomo e forse anch'io, assumiamo quell'esperienza
tragica e alienata entro i nostri nuovi confini umani - non so se per
me sia già possibile una trasformazione di tal fatta di ritorno,
ma ci posso provare almeno per un tempo determinato ... Così che
il delitto di quella contrada tragica, inoltrandosi appena sotto la superficie
dell'evidenza come includendo entro le maglie sottili d'un sonno profondo
e rigeneratore, sia raccolto dal sogno entro un corpo-psiche umano e oltreumano;
ad esso partecipino anche tutti coloro che lì hanno e hanno avuto
dimora, oggi e lungo gli anni della storia. Nel mezzo della ferita di
guerra la pace ... nella bocca posta ad arco dal sentimento di nulla ...
un'accentuazione del fragore nel fondo del colon ... nell'oggetto carnale
della testa che a ricordo di quel senso mortale - quel nulla-boato
- ancora trema e, stanca e sofferente, essendo più sola che mai
di fronte alla perdita che fertile include, con affetto e in spirito pronta
a sciogliere lo sterile nodo ...
Voglio
ribadire che lo spazio che ci circonda non è affatto vuoto fra
un oggetto e l'altro: la prima cosa che riconoscemmo fu il silenzio d'un
vuoto inaudito dopo il passaggio ... tu o io o noi due messi assieme,
e tanti altri della stessa specie ... - io, con ogni probabilità
già avevo avuto conoscenza di questo, ma lo avevo lasciato in sospeso
trovandomi in uno stadio in cui tali forme di conoscenza, così
come gli uomini la intendono, hanno ben scarsa rilevanza ... lo ascoltammo
dopo il superamento in cui fu compiuta la metamorfosi di un uomo nel suo
anti, il nulla di uomo, il sovvertimento radicale del suo essere
che lo pose nell'astensione di lui e di me ... - un luogo che ormai non
è più possibile nominare per la separatezza che lo contraddistingue.
Fu il silenzio assoluto, pari a una dimensione di nulla di nuova origine
che s'era insediato con tutte le sue forza e potenzialità nel luogo
dell'Assenza più pura.
Una condizione d'infinito ... mancanza di qualsiasi segno, parola o rumore
sostituiti da quiete ... una lungimiranza senza limiti caratterizzavano
quel luogo in ogni suo orizzonte: il mondo era scomparso, fuori e dentro
quell'uomo - il nostro uomo - non più tale ... non più esistente
della vita attuale.
Tutto s'era trasformato - come più tardi avremmo conosciuto - in
un'entità dalla complessità innaturale, sebbene affatto
vuota. Una realtà dalle infinite potenzialità da svelare
e concretare, come oggi stiamo facendo e che è descrivibile nei
termini d'un sistema dalla globalità senza vincoli; un'interezza
astratta e concreta, non dipendente da nulla se non da se medesima. Capace
d'interagire secondo ogni suo più piccolo elemento ipotetico che
ad essa appartiene - allora nulla aveva a che fare neppure con la più
astratta manifestazione ... il tutto desaturato, privo di qualsiasi fluttuazione
pur composta di niente: è produrre cangianza senza interruzione,
oscillante secondo il più minuscolo alito che ha origine dalle
emanazioni di nuova sostanza priva di peso e di resistenza, nella più
aperta trasparenza luminosa.
Un oltreuomo era nato, ma neppure quello ... Quant'è difficile
parlare e scrivere d'un mondo che è composto di nulla ed è
costantemente quel nulla!.. Perdonami mia cara lettrice, mio caro lettore
... Mi sembra d'essere con questa richiesta di perdono l'anima bella di
Clinton che continua a perorare la sua causa con una raffica di scuse
assai poco efficaci ...
Io spero che le mie scuse non siano di quella specie ...
Un mondo, quello che abbiamo descritto, separato totalmente dal cervello:
esso, in modo ossessivo, addirittura coattivo, finora s'è preso
la briga di mettere al mondo universi su universi, senza sosta, con il
terrore di rimanere senza le sue proiezioni ... stava imparando o lo aveva
già fatto ... non emettere più idee e concrezioni di tal
genere ... E' un enunciato buddhista, te ne rendi conto?
Non importa ... vado avanti ... qualcosa di diverso è capace di
succedere ed è già successo poiché quel mondo che
abbiamo tralasciato è ben capace d'essere nella differenza di qualsiasi
mente e di qualsiasi assieme, persino al di là della luce che abbiamo
conosciuto similare - se occorre - a una parvenza di illuminazione nel
segno di Buddha.
All'osservazione odierna possiamo dire in modo alquanto riduttivo che
il cervello s'era reso conto di non contare che nulla, proprio nulla ...
sebbene lì ci fosse l'espressione della massima potenza, mai da
alcuno esperita ... la grandezza e l'assenza d'un dio, un dio che ha saputo
rinunciare ad ogni forma di manifestazione e di espressione di sé
.... esso apparteneva soltanto a se medesimo, in te spirito, demone, divinità
capace di nulla ... lì il più critico dei paradossi e la
più formidabile contraddizione che al mondo potesse succedere.
Ma ogni mondo, ogni apparenza s'erano dissolti ... tutti gli universi
con i loro legami, le voluttà, le spinte della ragione insieme
con qualsiasi moto che origina dalle passioni era finito e assolutamente
definito - che stranezza! ... Ogni genere di legame che l'universo da
sempre intrattiene con l'idea che lo rispecchia e lo pone nell'evidenza
s'era fatto da parte.
Tutto in lui, in esso, in me taceva; l'altro e io eravamo del tutto annichiliti,
morti - assenti - ma mai distrutti ... niente era devastato e racchiuso,
ma il tutto era assente, straniato come e oltre il vero ... il mio spirito,
ovvero la più pura alterità - in altro modo attualmente
non sono capace di nominare questa condizione - stava uscendo all'aperto,
senza alcun oggetto al di fuori, attraverso una fessurazione che s'era
come intagliata entro la cervice del corpo del nostro uomo. Ciò
era avvenuto in uno dei terribili movimenti tellurici che s'erano scatenati
lungo l'attraversamento dei campi dell'essere e della vita, della materia,
della morte, del nulla. Il corpo di quell'uomo - non-uomo - era passato
lungo fasi successive di dissolvimento, transitando attraverso differenti
stadi di morte, quelli che abbiamo chiamato concreta, ovvero nella
dimensione di differenti connotazioni di morte, dai nomi impossibili da
pronunciare nel nostro linguaggio imperfetto. Racconterò successivamente
che cosa nel dettaglio in quel tempo era successo e come io potei uscire
dalla ferita beante - entità differente nella duplicità
dell'essere nell'estinzione che si fa corpo assente: si fece - io mi feci
- materia vivente, sia pure della qualità dell'astratta sostanza
- in-Assenza - di concezione non nota.
Fine I
capitolo
clicca
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L'intero romanzo (.doc), pagg. 285:
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