Pari all'asimmetria del niente

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Proseguimento I parte:

 

 

Scambi continui di oggetti invisibili tra persona e persona ... spazi occupati da inutili vibrazioni ... sentieri interrotti qua e là, senza significato ... il corpo-mente di ciascun uomo emette cose e cose ... tracce concrete che mi finiscono addosso ... mi tranciano la mente ... mi sfibrano il corpo, mi pungono come spilli.
Che strano per me fare una descrizione del mondo di tal genere ... così diversa da come mi penso ... come mi sono pensato, forse o da come ho pensato che gli altri dovessero pensare ... e, tu, mio caro, talvolta mi suggerisci ... io, uomo di scienza, di ampia cultura ... tu, di così vasti interessi, tu che dici - io dico? .. d'un mondo riempito d'un eterno andirivieni di cose, e vibrazioni ... di spiritelli - ahi, io sono spiritello ... spiriti buoni e cattivi ... no, suvvia, spiriti astratti ... spiriti di nulla.
Non credo, in realtà, di pensarla proprio così; comunque da sempre ho ritenuto che il mondo non fosse quello che osserviamo ed esperiamo ... da tantissimo tempo ormai ho incominciato ad avere sentori e sapori che la realtà altra si formasse in un luogo più profondo, meno irrigidito dalla coazione a ripetere delle cose e della mente come solitamente pone in essere il mondo.
La realtà di cui penso e che esperisco ... la realtà tua, di te, demone, dio astratto ... è certamente più vuota, meno assediata da vibrazioni inopportune ... quelle che tracciano di continuo segni sul mio corpo, dentro il mio essere fino a farlo ferito oltre la ferita di vita ...
Ma di quale scienza puoi vantarti, tu uomo, che dici di spirito, spiritello, vibrazioni, assenze, morti che parlano?
Di quale realtà tu vuoi parlare? .. quale studioso di attività superiori del cervello, di silenzio cosmico, di nulla ... tuttavia anche di lobi temporali, frontali e occipitali ... ma come puoi dirti rigoroso studioso del nulla e dell'alterità?
Non puoi essere uomo di scienza ... uomo che rispecchia nella coazione a ripetere della natura biologica e fisica ... il mondo è davvero occupato o è vuoto di nulla, come lo spirito assente è propenso ad affermare nella propria vita? .. Ma quale vita esso può avere ? .. E' spirito dello stadio di morte ... ti ricordi che sapesti morire ... il fatto d'un nulla - uomo -, d'un nulla umano; la differenza nella schiena, l'altro che emerge, la crisi violenta che distrugge, senza annichilire l'energia in eccesso d'una vita biologica che troppo finora ha pompato vibrazioni e energie in concreto entro le parti sottili del cervello, già pronto a generare il niente ... il nulla non passivo ... Sai niente? Sai tutto ...
Allora, che scienziato sei? Le energie dentro il cervello?
Ma lasciate dire a chi di scienza non s'intende ... a chi il metodo rigoroso non lo conosce e mai lo ha apprezzato ...
Tu sei scienziato di belle speranze ... ora forse quelle speranze si sono trasformate in idee più concrete e più realizzative, ma non sembra che tuttosommato - come dicono sovente persone che conosciamo, tuttosommato ... tuttosommato ... e tu ti arrabbi, perché è assai meglio non assommare, ma distinguere - vada bene così.
Hai perso il treno del tempo ... quel tempo subliminale ... altra vita stai compiendo ... tu scienziato, e allora? ... che mi dici? Gli altri che sentono di ciò, cosa pensano? .. Cosa può pensare il mondo dell'establishment culturale del fatto che tu dici d'un corpo che sente e veste in continuazione per la presenza non compiuta degli altri ?
Che cosa mai si può dire d'un supposto scienziato che afferma che il mondo non è lì dato, ma che lì stanno le differenze e il nulla e che il cervello finora è stato ammalato e perciò la mente come opaca tristezza ...
Cosa dire d'uno studioso come tu ti ritieni e mostri agli altri la tua consapevolezza e la tua ricerca che proviene da anni e anni, da millenni anche ... che dice del rigore che tu usi nella mente, per cui l'oggetto sta lì in fondo ... fuori della portata d'ogni sensazione o percezione ... e nella sua perfetta oggettività fugge da una realtà precostituita e così povera di identità priva di ritorno speculare?
Tu dici dell'altro che ti sta di fronte ... della sua incapacità di sedersi entro se stesso ... del fuggire da sé e dal posizionamento della sua corporalità ... l'inadeguatezza di stare all'interno del luogo che lui segue ... allora proiettarsi all'esterno e vibrare a più non posso colpendo la tua sensibilità - sensitività, mio signore? - e tu vibrare al negativo - estinguere ... estinguere quell'emozione, quella tentazione, quella concrezione di troppo ... disposti all'annullamento per mutare l'assetto degli equilibri del mondo.
Suvvia, quale scienziato vuoi essere?
E sì che quando ero più giovane già sperimentai in laboratorio su ratti albini ipotesi d'apprendimento assai complesso ... gli abiti di comportamento, Habitus-sHr, perché da quelli occorreva venir meno ...
L'estinzione hai studiato, l'annullarsi dell'apprendimento come luogo d'alta potenzialità ... l'hai dimostrato, ma ora? Sei un sensitivo? Uno scienziato sensitivo ... un essere paranormale ... che dici mai? Che figura ci fai? .. Il nulla di cui parli e io ti parlo oltre le transenne del capo ... occhi strategici e differenti ... l'occhio sinistro semichiuso, sensibilissimo al variare di luce ... l'occhio della Sibilla - la profezia del nulla ... quell'occhio tende a sinistra ... a destra l'occhio che è disposto a comprendere l'intera unità di cui la realtà è composta, raddoppiata in due, in tre ... il lato sinistro, l'occhio silenzioso ... il senso della cessazione di ogni parola, di ogni discorso attorno a qualcosa ... l'occhio scende a sinistra ... strabico alquanto ... annullato alla vista ... a destra s'incrocia con il centro che si spezza e prende d'infilato la mano sinistra che compie equilibrio ... la faccia è eccezionalmente astratta ... concreta dall'asimmetria ... astratta del significato come la realtà che, sorpresa da quell'impatto, si rifugia in un centro sensibile, nel chiasma incrociato e lì si distende in un distacco all'infinito ... una dilazione di senso che appare rubato ... un senso ... un tempo rubato sul limitare della luce che estingue il suo brillare senza morire.
Ci vedo nel centro ... nel centro staccato dell'orbita del mondo ...
Guarda lì fuori e nulla appare se non la dimensione del senso diverso ... da me ... da te, spirito alato ...
Allora scienziato ... il rigore?
L'abito mentale, l'estinzione, la cura del cessare?
Come puoi dire di vibrazioni ... di cessazioni e dell'Altro?
Ricordi con quel letterato ... Tu a cercare di dire l'espressione più ampia dell'essere che si fa vuoto ... ricordi Testuale, la rivista? Il metodo ... e tu a cercare di piegare la ragione dei sensi che si fanno zitti per ricevere mente e mente ... intellettualità attraverso le sensazioni, le più antiche, quelle tattili ... le prime, del bambino in fasce ... e da quelle subito a predire intelletti e sostanze vuote, senza occupazione.
Lui ad annuire, ma altro rispondeva la mente non duttile, spocchiosa ... non accettava, se non indizi d'una sensibilità forse più accentuata, ma non diversa da certi momenti quando anch'egli ... un'isteria della conoscenza.
Come spiegare ... nessuna accettazione di qualche valore da parte dell'altro ... Il nulla ha ragione ... mettiti a rapporto! Per anni cercare di farsi capire ... e gli altri neppure ascoltare dove il cervello si può fare senziente ... poveri esseri convenzionali ... alcuni fuggire inorriditi ... E i miei sensi prediletti dove vanno a finire? .. La giornalista, credo, di sinistra ... I fiori e le mammole ... il seno, il capezzolo maturo della mamma ... non voglio, non voglio cambiare ... Ma vede, Lei deve pensare e usare strumenti leciti; mai contraddizioni, non ragioni che abbiano a che fare con l'esistenza d'un essere alieno ... mai e poi mai ...
Uomo sgangherato dai pantaloni larghi e afflosciati ... guai ai vestiti attillati ... guai a stringere la zona del sesso ... a comprimere i punti del corpo dove esso ha riimparato a respirare ... a scambiare sostanza più vuota ... il timo ... la pianta dei piedi ... l'orifizio anale ... il pube ... le cosce ... il petto.
Uomo, un poco aperto il petto ... tu uomo non hai rigore!
Io ... ma sì .. se appena quell'a-sistema è toccato con un soffio di mente esso si mette in moto e io gli debbo correre dietro fino oltre il confine che un momento prima credevo invalicabile ... Il tutto ... il solo ... il nulla ... l'accesso ... il più piccolo segmento ... l'alterità ... gli altri che tracciano scie e il mondo è sempre più ingombrato.
Saturazioni ... desaturazioni - abitudini della mente e del corpo ... cosa ci capiscono gli altri? .. Che ci fanno?
E' difficile dirlo ... quasi sempre si sono tenuti a debita distanza ... non si fidavano o la cosa faceva paura?
E' la stessa cosa ... e tu? .. Perché sempre una simile domanda "E tu? .. ".
Così interrompo il flusso delle idee di chi mi parla... o chi sta zitto ... è una volontà di straniamento, un lampo di lato con libertà di sorridere ... e tu? ..
Come quando domandavi ai tuoi fratelli, da piccolo, fin quasi all'età adolescenziale e oltre "Quanto ti chiami?" ..
Sì e no ... sì, quanto ti chiami? .. che senso ha ... un senso della differenza, un dire altro ... un rispondere fuori dallo schema prevalente, da quell'abito mentale ... Habitus sHr, come i topi in gabbia che imparano ad estinguere i comportamenti e, così facendo, imprimono nei loro corpi, nei loro tessuti nervosi la traccia utile perché l'apprendimento successivo meglio si compia ...
Mi disse un amico che quell'esperimento - il suo sunto - era stato pubblicato ad Harvard. Io non lo sapevo ... lo avevo presentato a Marienbad in Cecoslovacchia, invitato ancora studente dal governo di quel paese, per i miei esperimenti. Che soddisfazione!
Ma che scienziato sei ... ma va là ... tracce di qui, tracce di là ...
Sentori e bagliori ... tu che parli di luce e di astrazione, di nulla e di sensitività. Non sei ... non sei parte del paradigma comune scientifico ... non sei nessuno ... non sei persona perbene ...
(E gli caddero in testa la luna e le stelle ... ). Leggiti il breve racconto che è a proposito ...   Il paradigma scientifico.
 
Una mattina di tempo variabile - con qualche nuvola e squarci di sereno - egli, affacciandosi al mondo, pensò: "Ma che strano, basterebbe che il cervello un po' di più riuscisse a pensare; se imparasse a distogliere lo sguardo dal solito mondo; rompere un poco l'equilibrio per starsene fuori.... basterebbe che il nostro organismo acquistasse un po' più di forza interiore, una scintilla per essere diverso, anche di pochissimo, che tutto cambierebbe. Sarebbe sufficiente anche soltanto uno scarto impercettibile che tutto il mondo - la coscienza e il suo esterno - , l'intera cultura e l'opinione degli uomini si modificherebbero. Forse non sarebbero neppure tanto necessarie né ripetitive fino all'ossessione come da sempre lo sono.
Così, raccolto nel suo pensare mentre passeggiava lungo un viale del parco, all'improvviso, senza alcun avvertimento preventivo, gli cadde sulla testa una stella - invero, di non scarse dimensioni - , di quelle che sono ritenute dall'opinione corrente e dagli studiosi essere astri fissati nel cielo una volta per tutte. "Così impàri!"...
Era stata smossa, con tutta probabilità, quella stella dal posto dov'era - come ai più apparve nel sogno - dalla forza trasgressiva di quel pensiero.
E quel pezzetto di Storia - o tutt'intera - sparì ben presto poiché nulla che ricordasse quell'episodio lasciò una traccia tangibile nel tempo; pure era già scomparso il cratere, quello che s'era formato nell'impatto con la Terra dell'enorme astro del cielo.
Perché non mi lasci in pace, spirito ignaro? .. Sono scienziato, il rigore della mia testa e della mia pelle ... Il sistema - a-sistema - complesso che ho introdotto nei Seminari ... La terapia del distacco e del nulla che sono capace di attuare, così da trasformare persino la materia, quella meno sensibile del cervello, quella negatività della schizofrenia ... noi siamo due ... tre ... in uno ... oltre la scissione ... diversamente da ogni pregressa certezza ... Progresso? .. Pregressa ... Finalmente la direzione del discorso, del metadiscorso, della natura della scrittura e del pensiero che la sostiene ... la scrittura composta di nulla, di me e di te ...
Che dici! .. l'altro chi è ... che dice ... cosa combina?
Ritrarti e scomparire, apparire ben più completo e mai negativo ... tu comparire in-Assenza ...
T'ho spinto io ... a ruzzoloni ... tu bambino assente ... bambino astratto ... e l'assenza degli altri - assenza distratta - che sopportavi?
Paura di non sapere nulla se non altro, un senso diverso, un qualcosa a cui non c'è risposta ... gli altri non sanno o non vogliono rispondere ... bambino da solo ... superficiale ed epidermico sentore dell'anima ... della specie che s'estingue ...
Dell'anima che scompare ... via, via, per sempre e muore ... l'anima non percepivi? E l'altro ... nascendo tu daccapo ...
Fame di testa ... tagliando di mano in mano ... che significa? .. E tu ... e tu? ..
Capiremo ... nei bimbi ... capiremo dalle stalle dei cavalli la nettezza dell'Orsa Maggiore ... stanotte, nel buio a Ovest, come nel sonno piangeva ... s'è ritirato il sonno dopo il passaggio ... S'è ritirato, vuota la notte ...
Dopo la transizione, il superamento ... la transizione ... lo scarto.
Lo scarto, lo chiami. Scarto, un termine magnifico ...
Termine sei tu ... fine di te ... fine di me.
Termine del sonno, del sogno, nell'essere del nome ... nel soffio di fronte all'Essere in morte ... io sono.
Ricordo il trasbordare ... trasbordo ... la gatta fattasi in due sparì nella diagonale della scena teatrale al termine della Commedia che hai scritto e stanno per recitare ... di lato ... lungo viavai di materie nel mezzo.
Gli spettatori a riceverle nel mezzo della loro passione ... vibrazioni già note ... il sentimento di partecipare d'altra esistenza ... un lungo insediamento d'assenza ... Materie del tratto di mezzo che vengono sottratte ... e io a scriverle in modo immediato, tu a dettarle, mio diavoletto, demone o dio ... solerte mio fautore ... oh ... un nulla - un nulla a ritroso. Le materie che narrano l'interruzione d'un sonno ... allora lei, la nostra CL. che si fa interprete ... non per nulla ...
La capacità di metterli in fila i nostri eroi ... di passaggio ... insegna loro le emozioni su cui poggiare i piedi ... sui morenti ... gli spettatori e il sonno sottratto, quello alienato ... non alienato ...
Giorni e giorni felici, ah, sì, è vero, per tradurre per iscritto la superficie della specie del nulla, la superficie su cui annotiamo la storia della perfezione e dell'imperfetto piacere ... aprirsi le soglie del piacere e farsi in avanti ...
Gli altri che ne pensano, allora ...
Cosa potrebbero intuire, vedere attraverso l'oggetto che si svela, e svelandosi disappare alla memoria? U allora insegna ... N e A non intendono ancora approppiarsi di quel sonno che muore ... Il sonno silenzioso, il sonno che ha accantonato la morte.
Questa s'accumula dove le tracce intralciano il sesso, il pube, il pene che genera e attinge calore da questa scrittura ... la bocca sessuata su corpo sottile, ombra vibratile e spenta subito dopo ... il sonno della morte che si sottrae al suo stato ...
Ciò significa che l'ambito della sessualità è fondamentale allo sviluppo della non-morte. Io cascai di là ...
Tu ... e tu ... come, quanto ti chiami? ..
Ricevere strada da percorrere, indizi da interpretare, come P che è abilissimo nel campo della mediazione a risolvere gli enigmi, a intrattenere il cervello dell'altro così che si disponga giustamente a guarire ... cui la perdita del nulla non buono, da sveglio ... la guerra in Albania, la dissociazione dei morti ammazzati, la sottrazione banale ed epidermica di quel sonno ... il suo salutare impregnarsi di bene appena si fosse fatto più in là rispetto al comune pensare ... lo aveva già fatto ... 
Testa di legno, testa di passero, vicina attenzione ... come quando estraniarsi dalla vita significa poter scrivere oltre il limite schiarito ... l'occhio sinistro ... l'occhio destro più forte, il simbolo di Babinskj tornato sotto la pianta dei piedi.
La forza della sessualità: scava nell'erotismo d'una mente già allenata a tessere il nulla ... nulla sentire se non il niente, superare il piacere antico e recluso ... uscire all'aperto e rivoltare il cervello. La rivoluzione del sentimento e della morte.
Accumularsi entro il sesso se questo è lì, dove il Principio del Piacere s'impianta.
La forza nel dividere (e condividere) quella fila di commedianti, lo sperimentare a testa alta la sensibilità della recita a memoria senza voltarsi ...
E uno nell'altra ... nell'altro è cosmo ingessato ... da sfiatare.
Gli altri che pensano? Scritture di parte ... segni imperfetti e rigoroso statuto di partecipazioni di lutto. Casa di Sestri Levante ... la Sibilla ... il posto silente ... il rifugio di piccola stazza privo di tetto.
La sera ... il pranzo ... l'architetto e il babbuino ... AM con gli occhi, i bulbi che tendono a porsi a distanza, meno fissi del solito, simili a bandiere che accoppiate fra loro sventolano schioccando tutta la notte sospinta dal soffio dei venti marini ...  
Poter descrivere tutto con la scrittura: non usare né la mente e né l'oralità.
Il ritmo e i suoi pargoli ... ogni regione inferiore ... la via della quiete diversa dalle ferite in bocca ...
Nel tesoro della testa ... lobi temporali ... scienziato di lucido volo ... Accade ... a folate, il respiro ... ma tu, chi sei? ..
Mi sono allontanato un po' troppo ... il Kossovo, l'Albania, la terribilità della guerra che spezzò la Jugoslavia e le sue fosse comuni, i Mussulmani e i Serbi ... la povertà di interpretazioni possibili ...
Scendendo al mare, tra gli scogli (vidi) quell'uomo ... struggimento ed energie fluide e calde appena sotto la pelle ... il balzo appena fatto nell'acqua più fredda, il sentimento d'espropriazione causato dalla temperatura diversa che il mio corpo ha acquistato, la superficie del mare che talvolta presenta tagli che tradiscono sacche di morte, un nulla si manifesta, la morte che affiora.
La morte e il male, del male la morte che affiora e io nello spalancarmi con te, diavolo o dio, o spirito del tutto e della redenzione.
Io ci arrivo ... e gli eletti? Descrivo la mia faccia: occhi strani, non simmetrici, mondo a destra, che è mondo in uno, o in due aperto e concreto; morto e sparito a sinistra ... sullo sfondo della fuga degli oggetti lì è lo spazio ... s'apre nella bocca, al palato duro si spinge il respiro ... il setto che copia la terra e l'asse disassato di quel poco che permette la costanza d'un moto coerente e complesso ...
Testa doppia, occhi radicali, bocca che tende a non disegnarsi sulla tela, bocca che colora su carta e su tela, talvolta colore di rosso e di rosa a mo' di femmina delicata ... la transizione di maschio ... la tenerezza del nulla. La diversità biologica ... la forza della mutazione dove l'asimmetria si fa volonterosa apportatrice di nuovo calore e generosa spartizione di umani e oltreumani sentori.
Vibrazioni, degli altri?
Vibrazioni che spariscono in nulla? E' teatro! Il teatro è vibrazione che scompare in nulla.
La parola che espia il suo essere pronunciata ... truccata ... parola estraniata, vaga comparsa di stelle e di perdizione a compenso. 
 
Abbiamo scoperto in questo nostro divenire, nella continua trasformazione di me - in quell'assenza di cui dico provenire il nostro démone narrante, e nel feedback da cui sembro derivare attraversando continuamente quel nulla in cui mi dissolsi, ma senza perire - due o tre morti, o quattro ... -, che la realtà che ci sta di fronte, e che comprende il nostro pensiero e i nostri corpi, non è unicamente quella descritta dal modo scientifico, o da quello filosofico dell'occidente o dell'oriente; neppure è unicamente il risultato d'una storia naturale, sia essa espressione d'un ambito biologico evoluzionistico, di ordine scientifico delle scienze dure ovvero miti o altre forme per indicare le origini e le trasformazioni nel tempo; non è vero che il mondo sia unicamente quello che osserviamo, univoco e regolato da immutabili leggi della fisica, e che la dimensione temporale sia quella che regola ed è regolata dall'orologio biologico.
La realtà non corrisponde in modo unilaterale alle leggi finora espresse; così da sempre il mio sforzo, ora anche alleato e intercambiabile con lo spiritello che mi sta accanto, fuori e dentro di me, è quello di dar luogo a un nuovo ente astratto nel quale dispormi e sopravvivere, fatto di mente e di corpo e d'altra sostanza, se fosse il caso, nella condizione d'una presenza irrinunciabile: ma mai è successo di poter mancare dell'essere e ora anche del nulla ... se ciò accadesse - possiamo ragionare soltanto per via ipotetica - la mia persona annichilirebbe entro un nulla fatto di atto di morte, privo di ogni orifizio, una tomba senza apertura, in uno stadio dell'essere in cui esso è regredito condensandosi nel punto più pesante, nella massa più piccola, come quello da cui si originò il Big-bang: quale presenza come testimonianza dell'annichilimento avvenuto, emergerebbe una ferita totalizzante (olistica) priva in termini assoluti di beanza ... ma è solo un'idea per fortuna, anche un po' balzana ... non potrebbe mai accadere ... equivale alla descrizione d'un sistema fisico nel quale una particella fosse abilitata a viaggiare nel tempo a una velocità superiore alla luce ... tutto ciò non ha senso, dato un certo sistema di riferimento nel quale ci si trova a ragionare.
E' lecito pertanto affermare, senza dubbi ulteriori, che la presenza, così come l'abbiamo descritta, è una delle costanti del sistema in atto, di quel sistema che lo spirito altro - spirito alato - costituito di nulla, sostiene insieme con me, facendomi essere differente da me e da qualsiasi altro ... la differenza era ancora più accentuata, fino a non molto tempo fa. Ma essa, sotto la mia spinta, e quella del di lui azzeramento o attività nel nulla espressivo, si sta trasformando in una nuovissima uguaglianza, attraversa gli spazi che si costituiscono vuoti, da una ferita all'altra, fatte anch'esse di materia non nota ... una differenza che, se si affievolisce nell'evidenza, resta tuttavia costante nella profondità del non visibile e del non evidenziabile, propensa a costruire continui stati di nulla generatore in-assenza, capaci di mutare la consistenza del mondo e delle sue attività, anche concrete. Io lo sperimento istante per istante, passato e futuro, dentro la di lui persona, fatta della complessità più ampia che mai descrizione possa contenere.   Ma quante elucubrazioni, è ora di piantarla! Cerchiamo di riprendere un livello decente, ricco di spirito, così come era nelle nostre iniziali intenzioni. Aha, aha, aha, ve lo immaginate uno spirito come son io, un démone del nulla, privato di spirito?
Per lungo tempo - spero che mi crediate - mi sono seduto comodamente tra le sue vertebre cervicali, essendo emerso là dove la testa si stacca e diviene forma e sostanze umane; si porta in posizione frontale, separandosi dall'animale, e da tutto ciò che ha preceduto l'organizzarsi di un'attività pensante superiore fatta di uomo .................................................................................... Da bambino ... sì da bambino quando cercavi la pietra filosofale o giù di lì ... bambino e bambino, poi adolescente ... dentro la terra presa dall'aiuola in una scatola e miscelata a diverse sostanze ... da gettare oltre il muretto ... da sopra un sopralzo del giardino in quella bellissima città meridionale dove andasti ad abitare perché tuo padre ... tuo padre ... la morte del padre ...
Alla sommità della morte del padre la pietra filosofale, la materia da modificare ... la sostanza del bene e del male, la città di sole, dall'alto il golfo dorato, il mare e il castello che si getta appena appena all'infuori.
Rumori attutiti ... come le ombre nella zona centrale del giardino, dove una palma bassa - si dice nana? - attorno a una fontana circolare, dagli orifizi non molli e spruzzi non alti, né doviziosi nel mezzo ... la memoria, mai l'hai usata in tal modo ... perché ora? ..
Perché il critico mi ha interrogato ... i puntini della scrittura del suo testo ... la sospensione e il Libro Blu che ho scritto assieme a te ormai sono più di ventanni, quasi trenta ... Guido Le Noci e l'Informale.
Gli altri mi toccano la testa, il cervello e soprattutto le orecchie ... vibrazioni acutissime sui timpani, a destra e a sinistra ... diversamente dai due lati, perché i due versanti del corpo stanno differenti come la faccia sopra e sotto ... di sopra e di sotto la faccia, di sopra e di sotto il luogo e il pensiero sessuali già trasformati in altro ... Ma che dici? .. La città ... la città meridionale ... tu bambino, poi adolescente ... la materia del desiderio di trasformazione ... la materia incandescente.
Il Castello nel mare ... a braccia lunghe quel castello, forte e fragile al medesimo luogo a causa ... forse a causa della tensione delle ore che vibrano dalla terra al mare e dal mare alla terra ... i venti ... le onde marine ... i suoni diurni ... le fatiche della notte e il giorno che se ne va, talvolta rimbambito, talvolta no ... In cui la memoria in modo quasi infernale ... infernale e paradisiaco poiché di mezzo c'è assenza, e l'assenza minore e maggiore.
Assenza di memoria ... assenza dei suoni, ora che l'orecchio sensibile si mette a riposare.
Giorni fa ... gettando anni orsono da quella piattaforma posta più in alto rispetto al giardino posteriore con ben poche piante e senza fiori la pietra, no, la scatola con dentro la terra e altre sostanze ... il formaggio grattuggiato mi sembra di ricordare e poi sale e pepe, e altra materia, pensare di mutare, trasmutare in duttile forza la morte; tu gettasti al mondo la morte, la morte in faccia, l'accumulo dentro il barattolo dalla foggia cilindrica; ogni barattolo è così, è così se vi pare ...
Naturale metempsicosi ... trasformazione di uomo in uomo.
Di uomo in dio ... di dio in dio e infine in dio-uomo ... non c'è necessità di dirlo.
Io sono lo spirito assoluto ... sono la materia che ha appreso a tacere e a ricordare ... nella luce ... nella grancassa dei fulmini sull'altare del mare, sulla Terrazza senza tempo Terrazza-Cervello - Cervello in-Assenza e Terrazza sul mare - Castello dell'Ovo, tu signore ... tu uomo che ti sporgi da quella Terrazza e vedi un'assenza minore come orizzonte ammorbidito da un pensare che trasforma e trasloca di lì.
Umani e AM. che oggi incontreremo per le edizioni di nuova impressione O barra O; non-negazione; non-negazione.
AM: localizzazione di cervello che ha all'attivo una verità passata - aletheia . Credo nella mente - muta - memoria, come dirmi mente nella mente, è un esercizio, miei cari lettori, e lettrici, che vi faccio fare.
Mente - Mente - Mutacica da provare e riprovare due volte nella mente (come succhiando una caramella mentale): Casa-mente-casa. Malattia di corpo e anima che io curo. Spirito con me.
Spirito vermiglio ...
Oh vanitoso spirito ... noto e non noto ... Io spiritoso ... lui è quell'architetto che venne a trovarci a Sestri Levante ... è originario dell'Emilia ... no ... è lombardo, di Mantova, come afferma la moglie, orgogliosa d'essere lei sola la persona non selvaggia, una parmigiana verace ...
Eccoli a voi ...
Salto addirittura quel giorno e la cena e mi porto avanti, nel luogo dell'emergenza mia dalle anse cervicali di quell'uomo ...
  Il senso del discorso ... il segno del nulla, semplice avvertimento, cautela da porsi sull'uscio prima di accedere al nuovo ...
Ma che dici?
E tu, chi sei?
Farfallino, farfallino ... sfarfallio di ombra e di luce ...
Per lungo tempo - lettrici e lettori, miei cari ... spero che siate con me - mi sono seduto comodamente tra le sue vertebre cervicali, essendo emerso là dove la testa si stacca e diviene forma e sostanze umane; si porta in posizione frontale, separandosi dall'animale e da tutto ciò che ha preceduto l'organizzarsi di un'attività pensante superiore che è umana ...
L'avevo visto per bene dal di dietro dove io sono, quel suo reclinare del capo sul corpo, dondolare secondo un'oscillazione impercettibile e talvolta, invece, come sospinto da una forza improvvisa, inerpicarsi a fissare l'orizzonte, a rimirare non so che cosa, di fronte, il nulla dell'infinito. Il pensiero è pronto a staccarsi dall'essere e dalla materia e anziché discendere entro la terra sulla quale dapprima appoggiarsi al fine di assumere la concretezza d'un corpo, anticipa il tutto e si spalanca gettandosi in fuori. Si espone oltre Scilla e Cariddi, avendo oltrepassato le Colonne d'Ercole: lì il nulla e il vuoto abbondano in una fase di creazione mai interrotta delle attività costituite dall'essere-non essere ... essere- non essere, così simile all'oscillazione del suo capo finemente declinato in avanti.
Com'ero emerso da quella cervicale? Come dalla costola di Eva che sconvolse l'universo nel suo iniziare? Oppure una situazione simile a quella del diavoletto di Cartesio? Ma via, che sciocchezza ... quello se ne sta in alto sul davanti, entro la pituitaria come ghiandola in estinzione, mentre io nascevo dal dietro, diritto sopra la colonna vertebrale, spuntando dalla materia del midollo spinale, come potenza di Kundalini, quando essa concede alle membra non solo di trattenersi in piedi, ma di accedere, sospinti da una forza estrema, ai territori che si trovano oltre il cielo e la terra.
Due allora, siamo in uno, come già è scritto in quel lungo racconto che narra della duplicità e dell'avvento del nulla, e che in parte attraversa codesta nostra iniziale narrazione. Il secondo degli esseri, ovvero il non essere, o la mancanza d'essere che è lui stesso, è mio signore, è lui il mio uomo, il nostro signor A, il non uomo, l'accadimento astratto e per nulla tale ... io sono lui, lui è me, entrambi siamo differenti da ogni categoria pensata, capace di tradursi in pensiero sensato.
A sorgere da una fessura l'incontro ... A limitarci nelle difese e nella descrizione di porre la forza ...
Indigesta situazione di perdita.
La densità della mucosa sul corpo, la papilla orale alla ricerca dell'ombra ... traccia di uomo ... colpo d'occhio ... la mucosa di ognuno intero, la bocca e la lingua umida e calda che tracciano una strada.
Quella mucosa dell'assenza in me ... ricordi la ferita tua in me per la separazione, per l'oggetto cui è necessità d'essere morente ... ogni volta morente e separato, perché l'attesa e la distanza tra i lobi ... il luogo del temporale ... - ma no, il lobo temporale - ... l'assoluta forma di distacco che provasti ... l'attesa fino a tessere il meno senza legami ... staccando il corpo dalla madre, il corpo dall'anima, il corpo è solo e la speranza dell'eros ... la forza dell'eros.
Come uomo, come uomo che non crede in nulla ... l'attacco nel sereno incandescente ... quella notte della ferita ... della lingua morsicata più e più volte ... più sotto dei piedi, del palmo delle mani ... Credo di battere in ritirata, il vuoto che s'insedia accentrandosi nella fine del tempo. Il finire lì sotto. Il silenzio dell'ascolto del tempo morto.
La lingua ammaccata dove s'attacca al mondo dell'evidenza ... trasudante ferita ... corpo del male, in-Assenza, in-verità perdendo il sangue e il principio che straripa nel nulla, fece il niente del legame, la morte della stanza, di madre, di padre, d'inconscio, della negatività. Sì, dicesti sì al disequilibrio nella quiete perfetta e nella radicale espressione di rivoluzionata messinscena di vita e di esperienza languide e nervose ... nei nervi ... nel cervello mutato nella consistenza della materia relazionale.
Dicesti della febbre e del dolore, di quell'umano dolore senza piacere e senza sofferenza speculare ... il dolore che s'è privato del senso di sé così che non può costiparsi entro la ragione mortale. Esce fuori ... lì fuori a generare il mondo. Dolore che crea e fa emergere la sostanza delle cose ...
Ma lui era pensabile? Tu appari pensabile agli altri? Chi sei per chi ti vuole incontrare, senza specchio di rimando?
Su Internet ormai abbiamo presenza ... il sito dell'Assenza, il Centro vuoto al piano terra con la passerella che attraversa lo spazio nel mezzo e le persone scendono e salgono con lentezza o con frettolosa sospensione ... Il luogo del lavoro ...
L'attesa entro la struttura ... la struttura architettonica, la sua complessità variante ... la capienza di ora in ora ... di anno in anno ... la complessità fattasi (quale) vuoto al centro e alla periferia: profetizzando qualche caduta di senso ... di gioco intenso fra più parti in relazione ... complessità olistica, il tutto del sistema nervoso: il sistema nervoso si produce lì fuori e io lo conduco ... Sei tu, olistico sistema, al di fuori di te, spirito della leggenda del nulla e del suo malessere?
Quando splende il nulla ... quando la bandiera schiocca ... l'architetto a cena quella sera a Sestri Levante ...

La scoperta di me non è avvenuta per caso ... è procedere evoluzionistico ... è la biologia che si è data una mossa, una ribellione oltre la dimensione di corpo e lo spirito in eccesso legati alla cosa dell'animale.
E' morte di uomo ... erede dell'uomo che muore entro di sé ... umano fin troppo umano, cessando pone termine all'oscillare materico; si fa differente, materia e spirito assenti ... Sì, assenti; ho chiamato Assenza tutte le mie iniziative o assenze dal segno meno ... un'assenza che è meno di sé ... non c'è opposizione a quanto è presenza ... no, non replicare, non è opposizione; è invece accordo quasi totale con lui che si pone, in piena presenza, tuttavia è diverso, luogo di distacco ... si tratta di vuoto e di distacco sottili, filo di separazione netto e profondo, simile a una lama affilata d'ombra ... silenzio assoluto, silenzio che a nulla rimanda, nulla chiede, neppure d'essere altrove, né d'essere altro dal rumore, dal suono, dal chiacchiericcio impenitente, noioso e sfibrante, che si dice essere espressione della vita in contrapposizione alla morte ... il nulla che agisce ed ecco, già mi possiede.
Torno a guardarlo ... è lui il mio uomo ... mi allontano di poco ... sento respirare all'interno d'un seno soave, tace e che non rimbomba.
Gli altri stanno parlando ... io, essere un altro. Un corpo che è già morto, un io sospeso ... un io annichilito, un nulla che scrive. Ma che è ... è pazzia questa? La pazzia di re Giorgio - quella del personaggio d'un libro di teatro che il mio amico U., tornato dalle vacanze in anticipo rispetto alla compagnia, s'è portato appresso da leggere sul treno, e poi quando il tempo si fa sensibile, e in città egli sarà solo.
"Dovrò dargli l'ordine ... lo prendo direttamente di qui ... copio l'uno e lo porto di lato ...". Chi parla è SU., donna elegante e di sottile e capace intelletto, amica e collaboratrice del lavoro; un lavoro costante che agisce composto e ricomposto del niente che nasce dal piccolo anfratto: vuota la vertebra, dove mi appollaiai sul bordo di quel forame quel giorno appena nato, come foce di fiume assente, incurante mi sembra dello spavento acutissimo del protagonista numero due di codesta storia ... è il primo lui o viene al secondo posto?... E' re Giorgio, o io sono il primo?... E' lui il primo?... Chi è esso, l'uno, il due ... forse addirittura il tre? Siamo tutti e tre assieme con in più SU. che sta battendo al computer imparando il nuovo alfabeto digitale.  
  Cara lettrice e caro lettore, che incontri diversi livelli di scrittura evidenziati dal tipo di carattere dell'alfabeto: quello normale, quello in corsivo e ne verranno probabilmente altri ... quello normale segna il procedere della descrizione del mondo, del signor A, del suo altro, e di tutti gli altri che compongono un tale stadio rivoluzionato.
La scrittura in corsivo è un livello differente e nella differenza, là dove già ho scritto delle discussioni un poco lamentevoli dei due, dei loro incontri, dei loro scontri spesso a mo' di gioco - talvolta forse neanche troppo - .
Là scrissi questa estate ... è scrittura che precede, ma non antecede ancora ... non è quell'antecedente, con cui voglio arrivare direttamente al fascio di raggi che tagliano in modo trasversale la potenzialità sensibile e intellettiva - nuove sensitività - il cervello ...
Tu, principe di scienza, sensitività ancora ...
Sì ... ancora ... il cervello è mio! ... 

Voce e' notte ... sul golfo al cui limite laterale mostrarsi in trasparenza s'alza il Vesuvio ad abbracciare lo sguardo in modo delicato ... Ricordi?
Di quel piano voglio raccontare ... di come gli altri osservino codesto nostro non essere ... l'essere che si fa sottile sottile ...
La scomparsa nel centro dell'Essere ... il buco entro il centro del quadro, non il buco, non il taglio perentorio e forse aggressivo di Fontana, bensì velare il centro con disegni più volte esplorati e ritoccati, più volte fotocopiati fino a quando il centro può mostrarsi in trasparenza ... svelato il centro ... il nulla del centro che, velandosi, accetta l'esplicito: attimo del nulla che si getta nel mondo ...
Poveri noi gettati nel mondo ... i sentieri interrotti ... la morte che s'accumula in vita ... la passione di morte, la castrazione del nulla riempito di concrezione che rende compatta, ma incoerente la relazione di vita ... il rapporto degli uni con gli altri ... le sostanze concrete ... di mezzo.
I miei timpani vibrano ... le mie gambe, il centro del ventre, il sesso compiuto, tutto si tinge del senso caduco ... del senso stralunato della mente che ha intoppi ... che si guadagna la vita attraverso il corpo morente ...
Corpo morente ... sento già nell'altra stanza di terapia coprirmi di una durata del tempo che non è mia, non fa parte del tempo che si taglia nel mezzo ... - il centro, il centro -, la densità della materia che velandosi si mostra in cessazione di sé = la Sconfitta.
E' semplice, eppure non è ...
Cercare gli uomini! Bere e mangiare i loro corpi, i loro destini ...
Intermezzo dell'estate 
Vorrei pensare a quella sera ... a cena, a Sestri ... all'architetto di cui accenniamo e poi abbandoniamo ... quella di lui moglie ... del Sasso di Parma ... la misura secondo cui gli abitanti di quel luogo si ritagliano l'origine ... certamente lei, la moglie, era parmigiana d.o.c. Il marito no, lui mantovano ... che peccato! Ma è poi vero ... come il veleno da dare alle terme ... si tappano i buchi, si costruiscono in tal modo delle piccole, deliziose camere a gas ... dice Ma, le camere a gas per le terme? io dico ... cercando dunque in modo più astratto e più affettivo di smuovere le cose, così come si erano messe ... ma invano, come si vedrà per qualche secondo c'era riuscita An, che aveva intuito che qualcosa non andava ... Ma tutto era risultato vano: troppo voluttuoso è il pensare agli oggetti inanimati, alla morte crudele, sia pure delle povere tarme, ai piccoli forni ...
La conversazione si era spostata seppure di poco ... era ora di scena il prosciutto di Parma, con quello io viaggio sempre, dice l'architetto, che anche ha inventato un oggetto da design: pensate, un tavolinetto da mettere sopra il water - così mi sembra di aver capito - perché le figlie possano con tutto piacere dipingersi le unghie dei piedi ... E' un'invenzione che riscatta ... il sottobosco che c'è in città, io non ne voglio sapere ... Spiritello, spiretto, chi parla? .. Io non ne voglio sapere ... dice l'architetto ... e nulla, se non la stella e il salame con l'affettatrice, quella giusta, da portarsi quasi dovunque si vada, è il bagaglio necessario ... Non ci fu altro quella sera ... ah, no, sbaglio ... la libidine dell'enorme scatola di oltre un chilo di Golia, un oggetto ben visibile, che tanto piacciono al mio figliolo Alessandro.
E i quadri in-Assenza, e il mulinare della tua mente vuota ... il trasbordare sensi e intelletto oltre la curva secolare del mare emerso dalla pienezza d'una luna all'apice della limpidezza ... Niente, e poi niente ... Niente e poi niente ... Ricordi male ... c'era tempesta e mangiammo dentro ... lì c'era più concentrazione d'Assenza ... eppure le tarme segnarono la serata ... le piccole, deliziose camere a gas ... ma quali camere? .. Ma sì, basta tappare per bene i buchi avendo introdotto quella sostanza micidiale ... Kaputt!
Senza bandiere il mare, senza lampare il mare ...
Tempo notturno senza attese particolari ... voluttà dei piccoli forni ... così fu per allora la vita ... e la sostanza di morte? ..
 
Ora una cosa un po' più complicata; a dire il vero complessa, come si dice dei sistemi che hanno tal nome ... ci inoltreremo nella coscienza della teoria, nella ricerca della scrittura, nel destino dello stile ... forse anche alla ricerca del proprietario di tutto ciò ... il nulla e il nostro Signor A che così va a pensare ... a ricercare
Seguimi ... le cose declinano, dal versante della teoria e dello studio. Salta altrimenti ... e va' altrove, al capitolo successivo, se proprio non ce la fai ... provaci però, calorosamente t'invito ... credo che ne valga lo sforzo ... si tratta comunque d'un mondo mai finora esplorato ... copriti la testa, mettiti all'opera ... travestiti pure, mettiti l'elmetto ... ma vieni a vedere, ad ascoltare ... non è poi così male ...

 Alla ricerca della nuova scrittura, dello stile o degli stili più confacenti ... 
Difficile, forse impossibile documentare in modo fedele, del tutto corrispondente al vero, il livello zero, il nuovo grado della realtà relativamente al quale egli vive, e secondo il quale pensa e realizza le sue azioni quotidiane, non diversamente dalle opere di cui si occupa nel campo delle scienze, della musica, dell'arte, della letteratura, del teatro e della terapia in-Assenza, se di questa si può parlare come opera.
Farò di tutto, care lettrici, cari lettori, siatene certi ... voglio proprio provarci a farlo esistere nel modo più vicino a ciò che lui prova, che ad ogni momento dice di vivere ... mi adopererò a scovare modalità di scrittura che si accostino giuste a quell'evento con il quale la realtà da allora è costretta a fare i conti ... io, spirito della complessità in-Assenza, ne so qualcosa e voglio dirlo, costi quel che costi ...
Utilizzerò - ormai lo posso dichiarare - diversi gradi di scrittura, tali da sviluppare la narrazione e la descrizione della vicenda, cui mi sono accinto, su più piani, ovvero differenti livelli di stratificazione, da cogliersi sulla pagina singola, ovvero da seguire passo dopo passo nello sviluppo temporale in più pagine e capitoletti.
Ho l'intenzione di usare le diverse possibilità che può assumere l'andamento della scrittura, diversi suoi modi di distendersi sulla pagina, di estinguersi appena formata ... Ma vedo che occorrono ulteriori premesse ... E' del tutto improbabile il grado zero con cui la realtà s'è manifestata, all'improvviso, rivoluzionando certe leggi dell'evoluzione che sembravano inamovibili: la vita di lui insieme con tutti gli oggetti del mondo un bel giorno - ovvero nel giro di una quindicina di giorni e di notti dei primi di luglio d'una decina d'anni fa - si sono sottratti dal luogo che occupavano fino a scomparire. Tutti i vincoli che fino allora tenevano legata la vita, ed anche la morte, si sono dissolti, dopo una resistenza violentissima, ma vana, perché ormai il tutto era segnato ... s'è verificata la metamorfosi di lui in una nientità così come la realtà di cui fino ad allora aveva partecipato. L'intera realtà ha dovuto prendere atto e assimilare i nuovi antigeni ... l'universo è mutato nelle sue fondamenta.
Dato quanto ho detto, si tratta, ora potete esserne certi, di eventi eccezionali e straordinari; si capirà perciò che la scrittura deve inventarsi daccapo ... è quello che ho già tentato di fare nelle mie opere precedenti, in Europa, nella Commedia, e fin dal principio con il Libro Blu del Compagno senza morte. Ma ora, con questo romanzo, voglio ancora più accostarmi al vero del quotidiano del nostro simpatico Signor A. Alle modificazioni che sono intervenute entro il suo essere, fino a farne un altro, vuoto; alcune capitategli fra capo e collo, altre previste da una storia durata millenni ... Neppure la scelta del ritmo, del tempo simultaneo o di quello per fasi successive - il tempo sincronico o quello diacronico - sono sufficienti per raccontare tutto ciò ... allora sono ricorso ad ulteriori artifici e sono tuttora alla ricerca di strumenti adatti giorno dopo giorno ... talvolta con il piacere della ricerca e della scoperta ... talvolta con il dispiacere, quasi l'angoscia e lo sconforto, perché il compito di introdurre ciò, nel modo che sia comprensibile ai più, mi appare tanto arduo, forse impossibile per me ... ma
no ... scherzavo ... lo spero.
Ho trovato vari artifici anche grafici per la comunicazione, per ottenere relazioni specifiche con chi sia alla lettura e all'ascolto del testo ... da un lato c'è il modo abbastanza consueto di descrivere una situazione, una condizione o un luogo, un insieme di oggetti complessi che costituiscono lo sfondo dove quella nostra persona, ovvero il personaggio principale, vuole disporre ed esporre il suo vivere, dall'altro agiamo - io e lui, messi assieme - sulle istanze d'una memoria che forse soltanto lui e io sappiamo utilizzare in tal guisa ... una specie di flusso controllato in cui sperimentare il nome, la visibilità e la vivibilità di cose e di eventi, e delle loro reciproche interazioni: costruisce in tal modo uno spazio di comunicazione e di lettura entro il quale potersi avviare per cogliere l'essenza, ovvero lo stadio in-assenza che è quello della nuovissima esperienza cui lui, il nostro eroe, è deputato. Ciò è necessario al fine di far emergere quella cosa - lui inorridirà a sentirmi nominare i suoi oggetti astratti vuoti e le sue attività con il termine di cosa ... egli difatti non ritiene più questa entità, di cui si è abusato finora, consona al pensiero di Homo sapiens -, la cosa, ribadisco io - che è in realtà (il) nulla.
E' un nulla che non possiamo immaginare in alcun modo secondo i mezzi a disposizione del pensiero che per ora abbiamo, si tratta di quello che ci accompagna nelle azioni quotidiane, ovvero di quello che indaga le leggi con cui il mondo ed esso stesso sono costruiti.
E' considerato sempre in contrapposizione alla cosa; quasi tutta la filosofia è attraversata da questo assioma: ma il nulla di cui egli - la nostra persona - ricorda, o che, di momento in momento, attraversa e fa essere, è ancora altro ... è qualcosa che in realtà non c'è (ancora), è un alcunché d'inattuale perché già da sempre ha cessato d'essere, ma, al medesimo tempo, è ciò che segna la virtualità, la finestra che s'apre su un alcunché costituito dal suo contrario, di nessuna cosa, e cioè di nulla, in realtà d'un tutto più astratto.
A pensarci bene è un discorso un po' strano e alquanto contraddittorio, almeno per voi che lo ascoltate per la prima volta ... ma ci sto provando ormai da un bel numero di anni ... tutte le opere che ho scritto, tutte le lezioni e i seminari che ho tenuto, sono introduzioni a questo argomento, certamente necessario, ma, per il pensiero consueto, anche assolutamente privo di fondamento, perché immesso in una contraddizione palese e continua.
Non c'è alcuna cosa per lui in generale, e per la sua memoria, e al posto di quella c'è il nulla, un nulla peculiare. Si tratta d'un nulla che non si oppone all'essere, come si è abituati. Io e quell'uomo esperiamo un nulla che propone un (suo) altrimenti ... un vuoto specifico; il che è come dire l'anti, il totale rovesciamento della cosa ... la cosa ha lasciato finalmente il posto, ed è stata sostituita dalla sua corrispondente non-cosità: gli oggetti, ma anche le persone, sono nella fase in cui apprendono a togliere di mezzo la loro incoerente e molto parziale modalità di stare al mondo; questa è fatta, per lo più, di concretezze e di esistenze talvolta falsamente accattivanti, altre volte, la maggior parte, tragiche e dolorose secondo la storia degli esseri viventi e della materia com'è stata vissuta e pensata finora. Ma così fortemente è accentuato il loro modo di manifestarsi, d'esporsi, anche il più pudico ... il più silenzioso dei pensieri ... è così concreto ... In modo eccessivo per una mente che fosse sufficientemente affettiva e che volesse agire in accoppiamento giusto con un mondo dalla differente origine. Con un mondo, cioè, in cui l'origine che ha la durezza e l'opacità della cosa avesse perso di quella consistenza, avendo fatta propria la caratteristica peculiare d'un'attività del pensiero che si è trasformato in uno stadio di maggior sottigliezza e trasparenza ... è così più morbido e duttile, più capace di rendere visibile il vuoto che corrisponde al nulla degli oggetti in osservazione ... un'attività nuova che s'è volta a vedere e a vivere della realtà l'aspetto per il quale viene a mancare la consueta tendenza all'inutilità e l'insensibilità, e che libera il mondo della mediocrità fisica con cui si è costretti a fare i conti quotidianamente.
E' la condizione perché l'attività pensante, insieme con la realtà ad essa corrispondente - ora costituita da quel vuoto peculiare - possa far parte di uno stato della qualità che appartiene a un nulla analogo a un infinito maggiore, un infinito non conosciuto, dalla genesi differente da quello solitamente immaginato.
La cosa è pronta a stemperare la sua cosità, e così oggettivandosi, ad assumere per sé il ruolo e la responsabilità d'una posizione nella quale muore come oggetto concreto, affrancandosi dall'impronta da cui origina secondo tale caratteristica: diviene spazio di cosa dai contorni e dai confini - qualora debbano ancora esistere - assai più brillanti e luminescenti di quelli attuali; è uno spazio-cosa che si arricchisce della possibilità di percezione e sensazione per le quali la modalità di domanda e di risposta dei nostri corpi e dei loro sensi non è quella di fissarsi nel concreto o di rimbalzare perché respinti da una materia inflessibile. Le informazioni di nuova specie, svuotate dell'antico senso della materia, si muovono invece attraverso lo spessore virtuale costituito dal senso oggettivato e smaterializzato delle cose ... non opponendosi più quali ostacoli, ma trasduttrici di una iperconduttività ad altissima velocità di comunicazione, di contenuti e di forme smaterializzati della vecchia forma di pensiero, in equilibrio e corrispondenza costanti con la perdita della fissità del mondo che è venuto meno ... in un'oscillazione cangiante del nulla e delle sue proiezioni vuote ...
La cosa mostra una sua speciale finitezza d'ordine non mortale, s'impreziosisce cioè di quelle qualità proprie dello stadio che antecede l'accumulo di morte. Prende posto al mondo una dimensione priva di quell'ingombro d'accumulazione (di morte e di cosa) di cui ogni oggetto, ogni essere soffrono fin da quando sono nati, e da quando l'intero universo ha avuto l'inizio da un nulla non sufficientemente alleato a un atto del pensare adeguato alla sua smaterializzazione: finora s'era accontentato d'un'ideazione povera, inadatta a porre l'origine dove il nulla abbia ben altra inclinazione rispetto a quella che è solitamente concessa a una mente umana così poco feconda e nouminosa, almeno fino ad ora ...
Grazie a chi mi ha seguito ... Chi ce l'avrà fatta ... chi incomincia a poter stare e capire del mondo nuovo fatto di niente? ..

  Userò, come detto, anche lo stile normale, o il corsivo, in modi differenti ... se trovate qui e là sparso sulla pagina il corsivo ciò serve a indicare certe parole particolari, che il più delle volte appartengono al vocabolario del nuovo sistema, l'a-sistema allo studio. Sono concetti e parole di nuova costruzione e occorrono per costruire il nuovo mondo che è sorto dalla scomparsa dell'antico e che mi permette, tramite il Signor A, di comunicare insieme con lui, la diversa condizione cui siamo giunti dopo l'annichilimento del tutto ... non dico per ora annichilimento astratto ... non aggiungo cioè il termine astratto, la resa essenziale del nulla e al nulla, perché credo che mi mandereste al diavolo, e forse con qualche buona ragione ...
Diremo che utilizzo il corsivo per i termini della nuova struttura - l'a-struttura, come la chiamo ... Mi direte: ma ancora una volta una struttura, perché? ..
La chiamo a-struttura, perché dovrebbe - è mia intenzione fervida - trattarsi d'una a-struttura, una struttura che s'è tolta di mezzo, d'una organizzazione che non ha le regole di fissità della precedente, ma che si muove oscillante, sempre pronta a mutare, alleata della cangianza e della metamorfosi della realtà in atto.
Scusatemi, vi prego, di tutto questo teorizzare ... ma è essenziale per farmi capire, almeno su un certo piano ... io sono d'altronde lo spirito astratto, l'a-spirito in a-struttura, così forse è più facile da accettare, da assimilare ...
Io e l'altro siamo in un ambito in cui la realtà di prima tutta è cessata, il tutto è sparito agli occhi, alle orecchie, pure al naso e alla bocca ... non ci sono neppure i sensi ...
Tuttavia nella scomparsa abbiamo deciso, ovvero ci siamo posti quali tramite d'una testimonianza, d'una possibile comunicazione (a-comunicazione) di cui anche codesto romanzo è espressione ...
Io sono nato da quella vertebra cervicale, ho aperto la testa, lui s'è sentito in due e s'è terrorizzato: come la presenza d'un corpo e d'una vita entro il mio corpo e la mia vita ... ma io, per fortuna, ero estinto ... comunque l'ho costretto, volente o nolente, ad accettare per allora e fino ad oggi, e poi chissà ... una duplicazione dell'essere, che nel frattempo era divenuto quella nientità, quella scomparsa quale oggetto di pensiero - di un pensare rumoroso, qual è quello di tutti gli altri esseri pensanti - e perciò potevo sopportare la duplicazione, il Raddoppio come verranno chiamate le opere in arte e in musica che concepiamo assieme e che si raddoppiano in continuazione nel significato, nel contenuto e nello spirito - io, spirito? aha ... ah - ormai a-struttura capace, capiente cioè di nulla. 
Riusciamo a spiegarci? ..
Io credo di sì ...
I corsivi all'interno delle pagine, qua e là, punteggiano una superficie e agiscono anche da contrappunto all'insieme della scrittura normale.
Poi vi sono pagine o paragrafi con scrittura in stile corsivo, alternate a pagine di scrittura in stile normale. Ho pensato di differenziare così alla vista - e forse all'udito ... poi spiegherò che cosa significhi per me leggere con l'udito, e cioè ascoltare un testo ... - certe direzioni che la scrittura e il racconto tendono ad assumere a seconda di come declini modulandosi l'onda del pensiero di chi scrive ...
Nelle ultime parti - e cioè dove mi sono avviato alla ricerca della nuova scrittura e di uno stile adatto a raccontare -, dato l'impegno che mi sono assunto e il particolarissimo luogo in cui siamo posizionati e del quale dobbiamo comunicare la qualità, senza dimenticare mai l'imperativo - direi d'ordine morale - che mi sono assunto e che comporta che gli altri comprendano e s'appassionino a una così straordinaria rivoluzione-evoluzione dell'essere uomo nel nulla-uomo e nel nulla del mondo astratto -, ho scritto in corsivo dove il testo ha tendenza a rivestire l'aspetto del teorema; ho invitato chi non se la sentisse a saltare pure a piè pari o con una piroetta ciò che avrebbe potuto essergli da possibile ostacolo ... Non voglio assolutamente che ci si arresti e non si prosegua, credetemi ... mi sembra naturale, sarebbe la risposta più ovvia ... ma non è così perché talvolta ho pensato pure che forse sarebbe stato meglio l'abisso della differenza tra il nulla nuovo e le vecchie cose del mondo ... avrei potuto starmene in pace a contemplare la magnifica luce del nulla e di ogni sua singola parte diffusa nel tutto e nel doppio e nel triplo ... la perfezione oltre quanto mai fosse esistito.
Ma sempre più sto venendo a patti con la storia del mondo e con ciò che ha già espresso ... mi sembra nuovamente un luogo interessante ... talvolta persino stuzzichevole.
Circa ancora lo stile normale e quello corsivo vorrei che rivolgiate anche solo per un attimo l'attenzione a quando, nel corso dello sviluppo del racconto, lo stile normale lascia il posto a quello corsivo. Le ragioni d'una scelta di tal tipo erano dettate all'inizio dal fatto che si stavano distinguendo nettamente due generi di scrittura: uno, quello che narrava le diverse vicende in modo per lo più lineare, senza particolari sobbalzi della mente, né con cambi repentini e passaggi su più livelli della cosiddetta onda di sviluppo, di cui parleremo. Potremmo paragonare codesta prassi stilistica a quella detta classica, tanto per intenderci alla Proust, alla Tolstoj e in tempi recenti, ad esempio, alla Nabokov; l'altro invece che, prendendo un'altra via, quella d'una memoria profonda - e qui collocandosi sui suoi dirupi e sugli scarti, fluttuando tra le parole e i loro significati in libera oscillazione nell'attuarsi di molteplici accoppiamenti anche virtuali, fuori cioè dagli schemi consueti - attraesse a sé la mente di chi legge così che essa fosse il più possibile indotta ad organizzarsi sul nuovo grado pari al nulla, al quale è d'altronde invitata ad ogni piè sospinto nel farsi del nuovo narrare.
Per quanto riguarda il primo stile, quello che abbiamo detto classico, che ha forma di carattere normale, mi aveva colpito, come ho già raccontato, il Signor Pnin di Nabokov, che avevo letto la scorsa estate ancora prima d'aver deciso di incominciare questo romanzo: credo che la decisione di scriverlo mi sia stata in qualche modo suggerita da quel bellissimo racconto senza che me ne accorgessi in modo consapevole. E' un racconto così levigato nello stile, tanto lucente sulla superficie, che si mostra ondulata, pronta a riflettere con riflessi d'argento e di pietre preziose gli eventi, anche quelli di minor importanza, così che le vicende personali e il mondo che vi gira intorno - senza distinzioni particolari del valore basso o alto degli accadimenti - tutti si colorino d'una luce vibrante, a cui sia sottratta ad ogni tratto l'eventuale violenza d'un colore in eccesso. Perciò brilla quella superficie senza produrre accumuli di sorta ...
Ma avevo notato ... avevo in realtà vissuto nella testa e nel corpo (trasformato) anche il limite di quella scrittura scintillante. Quand'essa perde del sapersi sacrificare anche di poco, di quella mancanza che permette di disegnare in sé uno spazio vuoto, come un'iniziale assenza ... quando perde d'una sorta di metodo che con perizia, in silenzio, sottrae qua e là un colore, un odore, un senso di troppo ... una scrittura che sa d'essere astratta, senza farlo vedere ... distaccata, senza mai tuttavia abbandonare il suo protagonista e il mondo che egli con i suoi amici, o con le persone non proprio così amichevoli, è solito abitare ... quando dunque si sottrae al sacrificio e si rispecchia appena un poco allora copre di sé tutto lo spazio e niente lascia respirare; il campo in-Assenza deve subire e quasi scoppiare della compressione sottile su di lui esercitata.
L'astrazione - come io la chiamo - e la distanza, anche minuta, sono in quel racconto messe al servizio degli oggetti senza perdere dei nitidissimi contorni, spesso anche sfrangiati, ma sempre contenuti, preparati ad emettere, come note calanti, un pallido, lieve venir meno, capace di lenire la brillantezza quasi smaccata, addirittura, in certe pagine, una sfacciata intenzione, al limite dell'impudicizia ... stava nascendo contemporaneamente la vicenda di Lolita. Dicevo della compressione, qualora l'appena percettibile sottrazione, la distanza minuscola, non è capace di resistere alla tentazione di una maggiore condensazione ... Mi alzavo allora e mi aggiravo stordito per la stanza .. Credo d'averlo già scritto ... era la precedente versione, ora che ci penso ... senza sapere che fare per scaricare la tensione che albergava nella testa, una tensione condensata ma priva di peso che cercava in tutti i modi di fissarsi ... impedita a scendere entro la terra ... finché poi, per fortuna, soprattutto in seguito agli ultimi sviluppi di codesta avventura, essa ha imparato ad arrendersi e io gliel'ho insegnato: a dissolversi nel mentre si mostra il nuovo equilibrio che anche da questi episodi negativi ha la potestà di generarsi.
Che esagerato! .. potreste pensare ... per un po' di scrittura più fitta, per qualche perdita di distanza ... quale tragedia ... quale disgrazia ...
Beh, è proprio drammatica in alcuni suoi aspetti, precaria da un lato, assolutamente certa dall'altro, la vita che vive il Signor A ... e a mano a mano lo comprenderete ... Nei casi come questo, quando la materia, qualunque essa sia, si compatta ed è stretta, senza interstizi, potrebbe capitargli d'essere costretto a subire la caduta entro lo stato di morte, disintegrarsi dell'eccesso ... Il sistema, ah ... pardón … l'a-sistema con cui è correlato non permette il minimo sbaglio ... ha un equilibrio improbabile, come si dice in scienza ... una distanza assoluta del punto d'equilibrio ... insomma il non essere ... il non esserci costa davvero non poco ... ma ne val la pena, statene certi! .. Non so se anch'io, spiritello dell'altrove, soffra di quella condensazione; credo di sì; adesso che ci penso, è sicuramente così. Basta che una certa compressione verificatasi all'esterno cerchi d'inserirsi entro l'organismo di A nella condizione di organismo umano, che io venga spostato: talvolta addirittura mi tenti, attraendomi nelle sue spire pur di relegarmi in un angolo ... parrebbe una volontà distruttiva talvolta diretta a farmi fuori, con il buttarmi all'esterno, e così togliermi dal ventre del nulla da cui nacqui, dall'anfratto dell'articolazione cervicale, tra due labbra così vibratili nella pulsazione calda e umida, simili a quelle della vagina di donna, analogamente a un figlio che nasce, a una nuova testa pronta a farsi viva ... ancora lo sento ... ancora lo vivo ...
Il soffocamento causato dalla compattazione e da qualsiasi tentativo di omologazione ... In particolare compattazioni sottili, ad esempio quelle che possono accadere a uno stile di scrittura, qualora ceda la sottile concessione al venir meno, allentando la sua perfetta scelta di livello e di direzione, ovvero quando la persona che mi sta di fronte troppo incominci a vibrare, non controllando la paura o la concretezza, ovvero l'eccedenza d'un io, oppure un rumore violento e acuto senza i contorni, con vibrazioni subliminali e microscopiche, senza l'idoneità a perdere, a perdersi ... aiuto! mi sono venuti in mente gli urli degli allarmi, la mia ossessione ... Tutte queste situazioni mi chiudono in un luogo che ha perso identità, dove lo spazio e il tempo sono stati violati, nulla ha esistenza, è finita malamente ogni aspettativa alla relazione ... il respiro è soffocato, l'organismo di lui - A - è senza fiato, ha perso alterità - di me? - , a sua volta condensato ... si fa pietra ... ma poiché di per sé già è nulla, pietra di nulla diventa, sul bordo del baratro ... sul punto di morte, strozzato per vibrazione incompiuta ... Per annichilimento dove manca la conclusione, nessun luogo induce alla resa in-essenza: il nulla (astratto), cosciente è il nulla, nominarlo è opportuno? ..
Eccoci ancora con il termine astratto, anche se di soppiatto ... la parentesi! ... Subito cerco di spiegarmi: altro non posso fare per nominare un nulla vuoto d''immagine e di senso che gli uomini, soprattutto nell'Occidente, e perciò anche voi, gli affibbiate. Il nulla di cui parlo può essere avvicinato, anche se con molta accortezza e con la cautela del caso, all'infinito buono, per dirla con Hegel, uomo di marca occidentale, come Lu, l'amico filosofo, talvolta mi ha suggerito.
L'equilibrio, la composizione di materia astratta, di cui vive il Signor A, ovvero lui che sono anch'io in lui, e lui attraverso me ... non ha uguali ed è del tutto diverso da qualsiasi ipotesi si sia fatta finora: l'uomo - il genere Homo - è il risultato del tutto improbabile dell'evoluzione, non diversamente dalla materia organica, se confrontata con l'inorganica ed è altrettanto evento improbabile il nuovo esprimersi di nulla o del gradiente zero. Soltanto il confluire di fattori non calcolabili ha potuto dar luogo a uno stadio in-Assenza di cui io e lui siamo i portatori e io il portavoce ... o lui? .. o me? .. Ne vado orgoglioso, ma poi ci ripenso tornando allo stato di uomo e mettendomi nei panni dello scienziato: com'è possibile una tale combinazione? .. Com'è avvenuto che un arco di vuoto come l'assenza che conosco e che ovunque disegno, si sia fatto avanti; abbia eroso il terreno al vecchio pensiero, presuntuoso e vibrante in eccesso, immaturo, privo di quella chiarezza e di quella sensibilità che ora conosco e sperimento pari allo zero, al nulla dal vuoto sottile? .. E' possibile questa semplice e grandiosa erosione? .. Per la prima volta mi emerge dal vuoto della mia mente, che è priva di parole a priori, un termine siffatto ... ed è giusto ... erosione ... come un terreno che è intaccato e cede a poco a poco sotto l'incalzare di qualche elemento ... ma sì, dentro di me, da sempre premeva qualcosa e subito si scavava un'assenza ... quei brevissimi sensi di nulla ... quelle assunzioni di coscienza d'altra esperienza, con la sospensione istantanea di un niente impercettibile, ovvero d'una distanza infinita che si cerca consapevolmente o meno da parte di quell'essere ovvero dell'universo intero già noto e l'immissione al suo posto d'uno stadio di tipo differente ... una conoscenza d'un qualcosa che non è ... che è così doloroso quanto è il morire in piedi ... il morire essendo vigili ... la morte che è subentrata alla vita ... come d'altronde ancora mi capita, se il nulla viene soffocato ... se lo spirito d'altro, il suo demone e l'altro, il suo doppio, vengono reclusi e il tutto è come normalizzato, reso impotente a causa dell'occupazione di quello scarto di cui gode il mondo nuovo; a causa cioè dei tentativi più o meno consapevoli da parte del vecchio essere umano e del suo mondo, con i suoi gesti brutali e imprecisi spesso, ma non solo, anche con quelli che sembrando i più sottili e virtuosi, si rivelano privi di senso un po' più ampio, poveri e tristi di spirito e ormai per lo più sterili, ora che siamo giunti allo scadere del secondo millennio e che le cose e le loro rappresentazioni si arrampicano sulle mure d'una cittadella che non è possibile scavalcare. Lo scarto di cui gode il nuovo sistema è dunque sottilissimo, fatto d'un niente impercettibile, ma al medesimo tempo è un niente abissale che comprende l'intero universo, la più grande distanza oltre i confini noti.
Il corsivo si pone in tale contesto e regge l'ambito in cui la complessità si fa maggiore, oppure dove la descrizione si fa la più piana possibile.
Sembrerebbe questa una contraddizione palese tra la complessità sistemica e la descrizione più piana delle cose ... Ma è vera contraddizione o è la differenza intrinseca all'a-sistema? ..
E' contraddizione e non lo è al medesimo tempo ... le due cose su un piano non evidente appartengono allo stesso livello ... la descrizione classica dei luoghi così come l'enunciato dei teoremi vanno a braccetto, fino a quando decidono di convergere con il nulla - non è mai obliato -, un nulla da raccontare da una posizione dove la mente usa parole e sensi, sentimenti e significati secondo grammatiche e sintassi differenti: con la differenza ed entro la differenza che s'accoppia a quella modernità in-Assenza del linguaggio che ha deciso di percorrere liberamente i suoi margini ... nel nostro caso usandone anche, rompendo con la tradizione d'ogni tipo, con la storia che già conosciamo, perché è nostra intenzione raccontare un silenzio fatto del nulla e di nulla, il che è ancor più e meglio di qualsiasi tacere dell'universo, di qualsiasi suggerimento nasca da quello.
Ordunque lo stile corsivo e quello normale: sono (nel loro centro bucato) la medesima cosa, l'unica differenza - se questa è differenza - è che si scambiano a vicenda a seconda dei tratti e delle ondulazioni del pensiero - fattosi nulla, come sappiamo; la comunicazione si avvia non lungo linee e schemi prestabiliti, ma con scoperte successive, passo a passo, o per rotture improvvise, in percorsi a intrecci complessi ...
I due stili hanno la proprietà d'essere differenti da oggetti fissi ... l'ho sperimentato: tu spiritello mi appoggi? .. "Ti trovo e ti ritrovo ... non mi perdo in simili trabocchetti da nulla".
    Il silenzio assoluto che egli ascolta e vive ... cessazione di tutte le parole e delle immagini ... la nullità luminescente, la divinità che si fa vuota: il dio assente e perfetto nello sparire lasciando tracce di mondo ritrovato ... l'alterità pari allo zero, l'uguaglianza e la diversità concernenti un nulla di cui ascolto il suono che vibra uguagliando lo zero ...

Scrissi la Commedia in quell'estate, sopra la terrazza di Sestri Levante, attorno al Cervello-Terrazza e al Terrazza-Cervello. Nello spazio avevo dato vita a un tempo libero d'arrestarsi nel (suo) mezzo ... capace di azzerare la cosa ... nell'alto del midollo spinale, al centro della cervice, il tempo adatto a mostrarsi, uscendo all'aperto a creare esplicitamente il sottoscritto.
Io sono figlio del tempo subliminale: tempo che cessa d'essere tale, riprende il suo aspetto celato da sempre, antecede lo spirito antico e superato, precisa il gioco della creazione così da precederne l'insensatezza dell'errore da parte d'un dio imperfetto ..
Chi sei tu? Come fai a dire di morte e di creazione? Chi è mai costui che nomina il dio imperfetto della creazione? .. Il dio della terra informe e deserta? .. Cos'è il cervello, la morte - Cervello, la Terrazza-cervello che ha sapienza del dire di me e di te? .. La Commedia che hai scritto ... tu l'hai scritta ... io l'ho inventata? .. Il tempo subliminale a far posto, pronto ad arrestarsi nel mezzo: il punto dell'essere da cui hai imparato a uscire e a incominciare l'esplorazione del nuovo e del vecchio ... quale tempo stiamo ora vivendo in codesta scrittura? ..
Il tempo s'era fermato nel mezzo ... era trascorso d'un attimo, prima che esso sapesse ...esso, tempo, s'accorgesse d'essere trascorso ... un mondo avviato di sopra ed esso lì sotto ... tu, sul letto ... io ero volato attorno ... discosto vedevo te andare alla morte ... entrare in-morte ... in-morte, si dice ... di solito no ... ma questo è un caso speciale ... l'essere vivo uguale all'essere morto, mentre io conoscevo di me e di te ... due esseri duplicati nell'uno perfetto.
Io, demone, arcangelo persino, sommo regolatore del nulla, generatore delle cose in-Assenza, degli esseri che stanno consentendo il silenzio dei corpi ... la sottrazione delle menti vibranti in eccesso ... vuoto finalmente quell'eccesso rumoroso ...
E' scrittura questa ... espressione di nulla? .. Ce la fa la memoria a tessere il niente? .. "Mi sembra di sì; per il momento ti rassicuro".
Lo scambio dei venti d'oriente e d'occidente ... mutando di momento in momento lo stato di morte ... il tempo di quell'ora decisiva ... si dice così? .. Insieme a quello che prelude alla nascita ...
Copialo ... copialo a mano!
La Sibilla in-Assenza, sopra le ante della finestra, il raddoppio d'immagine in digitale ... non esserci più, fuori da ogni istante, è il momento presente.
Che c'è? .. Vuoi lamentarti per caso? ..
Disposti entro giri d'una dialettica perfetta, tu ed io, tu ... poco dopo io ... mi sovrappongo e sono commediografo, scrittore dell'Astratta Commedia ... stavo per dire Umana Commedia: Humana Comoedia. "Sei già così appresso di nuovo alla vicenda dell'uomo? .. Se sì, batti un colpo ... " "Io commediografo, mi piace chiamarmi così ... ".

In-Assenza non è certo termine di poco conto ... eppure quel tale di quella serata famosa - l'architetto dell'oggetto del water, dell'affettatrice adeguata al prosciutto, con la moglie del Parmigiano ... sì proprio lui ... nulla disse del campo in cui lo mettemmo ... nulla si domandò che cosa significasse l'Assenza ... Assenza, che cosa significa? Perché in-Assenza ... Rispondi! .. vien prima, vien dopo? .. Non è presente ... eppure questa storia è qui ed ora, il Signor A è ben piantato nel reale, ma al medesimo tempo è assente qual è il tempo con cui si confronta? .. Il tempo subliminale: egli è nel tempo assente, vive le sue ore con me, spirito del bene e del male, nel tempo sospeso, il tempo che scorre di sotto e che non controlla le ore, neppure le incide non uccidendo con ciò il dominio dell'universo sensibile. Ad ogni istante sono mutanti il corso e l'ora su cui poggiano le cose ...

In-Assenza ... in chiunque la curiosità ... assente, chi? Io sono assente; sono quell'espressione di luogo che è in-Assenza. In-Assenza deriva da assente: è più popolato di tempo e di esseri al lavoro del corpo e dell'anima. Lo straniamento della cornice del pannello con la scritta nel Cuore dell'universo assente ... me lo ha fatto notare il giornalista specialista in arte che venne a trovarmi, a visitare il Centro Studi Assenza progettato insieme con mio fratello Sa, l'architetto, e con l'aiuto dei miei amici e colleghi che ora qui lavorano: Su, An, Ma, Pa, Lo ... ora il Centro è abitato anche dai giovani, dai miei figli e altri, da buoni architetti, da altri cultori della medialità in-Assenza, ovvero della comunicazione digitale fuori degli schemi già noti ... attorno ai margini della rete ... ci siamo? ..
I Pannelli, gli ultimi, che ho inventato sono stati costruiti secondo gli strumenti che in digitale sanno pensare ... a modo mio: 01, 01, 01 ... 01, 01, 01 ... 0 ... 0 ... 0 in-Assenza 1 a dissolversi fino a sparire ...
La scelta di vita che egli aveva fatto - non so se possiamo chiamarla così, ma procediamo lo stesso ... e poi vedremo - non era sicuramente del genere che si dice normale, usuale; sappiamo già che una dimensione d'altra origine in lui albergava: e io ne sono il portavoce e il testimone ... in lui risiedevo da quella fatidica data, ovvero da quel brevissimo intervallo di tempo - rottura del tempo ordinario - in cui s'era verificata improvvisamente la svolta cui l'umanità da sempre probabilmente ha rivolto il pensiero e lo sguardo, angosciata da sempre a causa del deficit affettivo e mentale che in essa risiede - oggi voglio dire probabilmente, colgo l'occasione per dirlo, perché gli assoluti si stanno stemperando: appena qualche mese fa non avrei avuto dubbi a dire che non poteva essere altrimenti che così, il nulla lo imponeva ovvero lo richiedeva senza condizioni.
La metamorfosi del Signor A e il rapporto con gli altri
La vita non esisteva né palpitava in lui come s'intende solitamente per il vivere naturale; la morte, che ad essa si accompagna, s'era dissolta, s'era fatta in-Assenza, come ora diciamo: la vita era morta insieme con la morte: la morte era morta.
Il morire della morte è la grande scoperta che segna e accompagna quell'essere non più uomo del genere Homo e della specie sapiens sapiens.
Perciò è più che ovvio che egli non vivesse una vita (e una morte) normali. Ben poco era visibile dell'enorme rivoluzione che gli era capitata: non s'era avuta quasi nessuna modificazione sostanziale dell'aspetto esteriore, a differenza della metamorfosi a cui invece s'era dovuto piegare il signor Samsa nel racconto di Kafka. Nulla di fondamentalmente diverso si mostrava nel suo aspetto esteriore, che fosse accertabile dagli altri, di quanto gli era accaduto in seguito all'ultimo passaggio, quello in cui egli, in qualità d'essere umano, s'era dissolto, scomparendo insieme con il mondo che sosteneva una tale idea ... Eppure in quel passaggio, come lui ricorda, s'era modificata perfino la postura, come già abbiamo accennato nel primo capitolo; in certe notti di passione e di tregenda aveva perso l'uso dell'articolazione delle gambe, nel senso che l'azione del camminare e dello stare in piedi s'erano a tal punto distolte dal loro modo consueto, quello fissatosi entro gli schemi neuronali del genere Homo e della specie sapiens, che, una volta dovendosi spostare dalla camera da letto al bagno, era stato costretto quasi a strisciare per terra ... imitando così, senza volerlo e forse senza saperlo, il signor Samsa, protagonista della famosa metamorfosi in scarafaggio ...
Gli equilibri ultra complessi cui s'era adattato - invero in fretta e, in un certo senso, miracolosamente - erano continuamente in lui ripresi, come riassunti in un'unità centrale, all'interno d'un sistema capiente e intelligente, venuto da chissà dove ... lì erano elaborati in continuazione e all'istante ... comunque in un tempo diverso da quello consueto ... resi possibili e modulabili per le mediazioni che s'attuano con le circostanze con le quali è necessario entrare in rapporto ... ciò lo differenziava in modo palese da chiunque altro avesse avuto esperienze analoghe, non dico identiche a queste, ma quelle si mostrano prossime al modificarsi degli equilibri secondo i quali il mondo è abituato a conservarsi ... egli difatti si mostrava come uno qualsiasi di noi ... senza distinzioni particolari, se non alcune che in parte abbiamo già visto, altre ne scopriremo nel nostro percorso.
Uno di noi? .. ma che dici ... di che parli? .. che credi, che io sia uno di voi? .. Ma lascia stare ...

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L'intero romanzo (.doc), pagg. 285:

 

 

Paolo Ferrari