LA MUSICA DELL'ASSENZA DI PAOLO FERRARI

 

La nuova scienza musicale

La musica dell'Assenza, o per Assenza, è quella musica - l'insieme complesso, e assente, delle relazioni - intervalli - tra suoni - , per la quale il luogo di risposta - di coinvolgimento - da parte del fruitore risulta essere 'vuoto', ovvero 'assente'.
La musica dell'Assenza induce in chi ascolta - in chi decida di ascoltare - un livello nuovo del pensare che abbiamo denominato Assenza, perché Assenza significa ciò che finora non è stato.
Con il dire
"ciò che finora non è stato" indichiamo non tanto il fatto della scoperta d'un nuovo metodo, visione o finalità, con cui osservare e operare sulla realtà, così come solitamente è inteso il concetto di scoperta ad esempio nel campo scientifico, neppure intendiamo con ciò l'avere aperto una nuova via all'espressione, come si intende solitamente il manifestarsi d'una nuova visione delle cose accompagnata dall'invenzione di nuovi linguaggi, ad esempio nel campo letterario e artistico, bensì, nel nostro intendere radicale, viene introdotto al mondo un livello di realtà - di esistenza e di mondo - mai prima esistito, essendosi modificati a monte la struttura e il modo intrinseci dell'osservazione, perché chi osserva e 'pensa' ha mutato nei suoi fondamenti l'attività - passività con cui si è soliti vivere, pensare e 'vedere'.
Con ciò s'è verificato entro la linea e il tessuto storici uno strappo, una 'catastrofe' nel senso matematico del termine, come fenomeno nuovo e imprevisto; ciò che stiamo per osservare non è il mutamento discreto, con il passaggio lineare da un gradino all'altro della conoscenza (e della vita), bensì un cambiamento, una rivoluzione nella struttura dell'origine, che diviene, in tal modo, atta a condurre a un vero piano 'astratto', quello di cui trattiamo e che abbiamo denominato 'Assenza'.
La caratteristica principale di codesto nuovo piano o livello è l'assentarsi delle cose; ciò significa che la 'cosità' del mondo assume la tendenza a sparire essendo sostituita dalla condizione di assenza, che è, anche, 'vacuità sensibile', 'astratta', per la quale tutti i linguaggi e le forme finora pensate ed esistite entrano in stati mai prima osservati, composti di relazioni complesse e astratte, a più piani simultanei, pure d'una concretezza che, tuttavia, non è né visibile né tangibile all'esperienza e all'osservazione note, comportandosi diversamente dalle modalità limitate e destinate all'esaurimento con cui il vecchio apparato sensoriale, percettivo ed elaborativo del sistema nervoso centrale è da sempre stato assuefatto ad estrinsecare come veicolo di costruzione, invenzione e controllo della cosiddetta realtà interna ed esterna.
Per quanto si riferisce in modo specifico alla musica, ovvero a quell'insieme regolare di rapporti tra suoni, osserviamo come questi perdano delle loro tracce sensibili, dell'udito - ascolto 'concreti', e assumano come loro manifestazione l'assenza d'una sonorità immediata che si fa priva di quella concretezza com'è concreta interamente e intensamente ciò che chiamiamo 'la vibrazione sonora'. Ciò significa che l'insieme sonoro as-sume la capacità di liberarsi del suo statuto vibratorio e manifesto, ovvero dell'altezza, del timbro e dell'intensità, avvicinandosi alla forma dell'ideazione che è capace della pura 'astrazione', che è assenza sensibile - sonora - d'una sensibilità mai prima né ascoltata né prodotta.
A tal fine occorre che le relazioni tra suoni, gli intervalli, siano assunti e pensati da chi li pensa - da chi li compone e da chi li interpreta - , nel modo giusto, attinente al nuovo sistema della realtà tutta: l'evento musicale si pone, allora, docilmente nei pressi dell'assenza di suono con la probabile scomparsa dal mondo della sonorità concreta.
La musica dell'Assenza, non irrigidita in forme vuote e non chiusa in contenitori 'astratti' e riduttivi (ritmo, misura, eccetera), predisposti a priori e, perciò, non duttili a sufficienza relativamente alle esigenze di certi tipi di composizione, si dispone perché chi ascolta ed è pronto a un coinvolgimento atto all'evento, si ritrovi in un altrove rispetto alla radice del suo stato psicobiologico - pur nella fase temporale in cui è 'occupato' da quest'azione - e, per brevi attimi, abbia la consapevolezza d'un nuovo livello dell'attività del pensare di cui la musica dell'Assenza è il veicolo, il travestimento provvisorio fatto, per un tratto, anche di quel mondo finora esistito, mondo in cui vige la cosa (il suono, la nota) anziché la consapevolezza e l'esperienza del niente (l'antisuono, l'antinota).

 

La musica dell'Assenza 2.

La musica dell'Assenza è il linguaggio 'astratto' musicale che deriva da un nuovo livello da noi studiato dell'attività pensante - il livello detto dell'Assenza - che si mostra capace di dare origine a una relazione tra suoni, tra note - antisuoni, antinote - mai prima d'ora concepita. Codesta composizione relazionale è, nella nostra ipotesi, madre (assente, vuota) delle relazioni finora considerate e usufruite nella musica dell'Occidente e, per certi aspetti, anche in quella d'Oriente.
E' una relazione che 'antecede', ovvero è relazione per 'assenza', per la quale ogni singola nota, ogni singolo suono risuona differente dal successivo e dai successivi, ponendosi in una condizione di legame particolare, detto 'legame d'Assenza', per il quale relazionarsi significa avere quel sufficiente distacco - produrre quel 'vuoto' (relazionale) sufficiente e affettivo - in modo da dare origine a un insieme nuovo - un insieme oltre la coloritura del suono, oltre quella vibrazione - perché la musica offra silenzio di una particolare proprietà, che è quello della musica che s'è fatta assente, cioè priva del suono conosciuto e 'concreto'.

Paolo Ferrari