Assenza è quel caratteristico mancare, non diversamente dal segno d'un morso lasciato su un frutto, entro l'apparato delle cose del mondo, grazie al quale s'è resa concepibile l'esistenza d'un uomo che pensa e che vive.
(P. F., Aforismi in-Assenza, p.126, 1997-2005)

Il linguaggio e l’assenza di cosa

Il linguaggio astratto – l’espressione peculiare di homo sapiens – costituisce il medium di relazione e di adattamento per eccellenza, in mancanza di oggetto concreto. Esso dà origine a un mondo che è più prossimo al suo finire: un mondo descrittivo e simbolico è nella sua gran parte sine-materia. Il linguaggio è quell’invenzione del sistema uomo che più avvicina questo organismo vivente-pensante a una dimensione prossima al nulla o all’assenza (di cosa) – rispetto a ogni organismo precedente. E’ probabile che un’ulteriore evoluzione del linguaggio – e perciò del sistema Homo in generale – conduca all’inverarsi d’un universo costituito della sua stessa mancanza, un universo assente ricco d’un linguaggio che segnala ad ogni suo tratto un niente fecondo. Il linguaggio – con la sua capacità di attrarre a sé e trasformare in-nientità l’oggetto-cosa – avrà sostituito allora definitivamente – e vittoriosamente – l’oggetto concreto, traccia residua e malcerta, sintomo d’una supposta incongruenza sistemica dell’attuale fase evoluzionistica; mancato scarto d’un’arcaica origine animale non tralasciata.
(P. F., Aforismi in-Assenza, p.135, 1997-2005)

 

Proprietà dell’asistema 3

L’universo che l’asistema definisce nella sua costante fluttuazione (assente) è bucato-nel-mezzo. Ciò significa che non è contrassegnato da quelle caratteristiche di continuità e concretezza che sono proprie del sistema Homo sapiens d’antica specie. Tale universo è sistema complesso, che mostra due differenti inclinazioni spesso in contrapposizione l’una con l’altra: una è di tipo conservativo. Secondo tale evenienza il sistema tenta di fissarsi. L’altra di tipo evolutivo, e secondo tale evenienza il sistema accetta l’asimmetria, la discontinuità e l’imprevedibilità caratteristiche, assumendo quale proprietà fondamentale l’eccezionalità del già finito e cioè della mancanza di sé, identificazione in sé.
(P. F., Aforismi in-Assenza, p.154, 1997-2005)

Proprietà

Una continuità dell’io, un’assunzione non frammentaria della realtà è possibile a patto che l’io accetti una discontinuità nel tempo dell’esistere, un annullamento di sé nel volgersi al di fuori, al di dentro di sé.
(P. F., op. cit., p.154, 1997-2005)