Si
ipotizza che paradossalmente l’origine del pensiero di Homo sia
dovuta a un annichilimento del pensiero stesso, e cioè dell’attività
nervosa centrale e probabilmente anche periferica.
Il pensiero nella nostra ipotesi – il gesto pensante – nasce
da una deafferentazione di aree cerebrali deputate all’organizzazione
dello spazio e al rapporto tra gli oggetti del mondo esterno.
Ipotizziamo che nel passaggio dall’animale all’uomo vengano
deafferentate certe aree deputate agli istinti primari e ai segnali
che costituiscono gli abbozzi (relazionali) del linguaggio animale.
(P.F., Aforismi in-Assenza, 1997-2005)
La
coscienza è stato d’anticipazione della vita pensante e
del sistema ad essa inerente.
La coscienza è la funzione dell’organismo pensante più
prossima alla soglia della morte: essa pone chi pensa sul limite dell’esser
vivo o dell’esser morto.
La coscienza si nutre del discontinuo: è quell’oscillare
sul vuoto senza fondo di cui la coscienza ha imparato e tuttora sta
imparando a nutrirsi da quando la vita pensante è apparsa al
mondo.
(P. F. Che cos’è la coscienza in Buoninfinito.blog.tiscali.it:)
La disperazione del conoscere; la luminosità oscillante della
coscienza; la perdita di ogni cosa; il più sublime degli atti
mancati a cogliere il nulla lì fuori: passandogli accanto lo
attraversiamo per intero, il molteplice in un solo stato.
(P. F. Aforismi della transizione, p. 217, in Aforismi in-Assenza, 1997-2005)
C’è una morte; c’è una seconda morte e poi
una terza nel cammino che scava la via. Piccole pietre d’un’anima
cieca segnano la quiete d’un nulla assoluto e cosciente.
(P. F. Op. cit., p. 224)
Coscienza
come un’anima persa che ritrova la via e che, guardandosi attorno,
ama il suo durare ancora per un poco.
(P. F. Op. cit., p. 195)
La
coscienza senza rete di protezione
Pericolosamente oscilla la coscienza umana intorno a una soglia: assomiglia
a un acrobata che si esibisce su un vuoto a cui è sottratta la
rete di salvataggio. Da un lato questi è cosciente della necessità
che un alcunché manchi e se c'è vuoto, lo sia fino in
fondo, senza rete di salvataggio; dall'altro è terribilmente
angosciato, per la possibilità d'un errore senza scampo. Egli
crede che la mancanza di tal genere non dia alcuna possibilità
di rimedio; eppure al tempo stesso sa che ciò è confacente
al suo mestiere.
(P. F., Op. cit., p. 97)
Non
mancherebbe proprio nulla all’essere umano sulla Terra; eppure
gli manca, e in modo disperato, proprio il poter essere il suo consapevole
nulla, il mancare non più inconsolabile né offuscato da
morte.
(P.F.Op. cit.,p.229)
(
Nel segno di morte-cessazione io penso: in altro, un gesto pensante
che travalica il cosmo e se ne torna indietro ad abbracciarmi. Ne sono
consolato in questo mio ora essere solo. Per sempre.
Nel
centro del nulla. Nel centro io morto. Io sono quel nulla che cala la
sera a consolarmi d’essere il primo, l’ultimo, il medio,
il guerriero, il servo, il funambolo, l’amico, la terra, il cielo.
(P. F., Op. cit., p. 233, 235)
Non esiste luogo senza progetto
non esiste spazio senza una mente-cervello-(corpo) che lo includa progettandolo.
Il progetto architettonico è costruzione-esistenza di luogo,
che simultaneamente e reciprocamente s’accoppia in modo congruo
con esso.
L’architettura è inclusione di luogo-spazio tramite un
progetto, così che quel luogo assuma effettiva esistenza.
(P. F., Aforismi del fare architettura in-Assenza, N.14, 1998 in www.in-absence.org/Aforismi)