Assenza
è quel margine, dato il quale e attorno al quale, l’attività
superiore del cervello umano ha la possibilità d’assumere
la consapevolezza di sé (il tutto privo di forma e di contenuto),
se non per i brevissimi istanti in cui assenza si dà in ex-sistenza
(estensione al di fuori di sé).
La
coscienza senza rete di protezione
Pericolosamente oscilla la coscienza umana intorno a una soglia: assomiglia
a un acrobata che si esibisce su un vuoto a cui è sottratta la
rete di salvataggio. Da un lato questi è cosciente della necessità
che un alcunché manchi e se c'è vuoto, lo sia fino in
fondo, senza rete di salvataggio; dall'altro è terribilmente
angosciato, per la possibilità d'un errore senza scampo. Egli
crede che la mancanza di tal genere non dia alcuna possibilità
di rimedio; eppure al tempo stesso sa che ciò è confacente
al suo mestiere.
Mutazione e coscienza. Nei pressi kafkiani.
La mutazione in Homo è costante: nessun uomo ha finito d’essere
se medesimo. Ogni uomo contribuisce nel suo decostruirsi e costruirsi
alla mutazione dell’intera umanità, nell’attesa che
qualcuno cessi del tutto d’essere uomo e dia luogo al mancare,
quale forma compiuta dell’essere-altrimenti, la mutazione cui
il cervello-mente nell’assumere il livello della coscienza, s’aspetta
da quel tempo futuro.
Coscienza e assenza
La cosiddetta presa di coscienza è atto del pensare che
più s'accomuna allo stato di morte (cosciente-astratta).
La presa di coscienza implica la perdita e la trasformazione della componente
vitale. Il corpo compartecipa della presa di coscienza, ed esso stesso
diviene coscienza-mente. Il corpo in tale situazione s'immenta.
La
fine del mondo è l’estremo a cui si rivolge l’estraniamento
e ne fa un oggetto esperienziale e conoscitivo.
Della
coscienza (e della discontinuità)
1.
La coscienza è anticipazione della vita e del sistema ad essa
inerente.
2. La coscienza è la funzione più vicina alla soglia della
morte, rispetto a tutte le altre funzioni del vivente.
3. La coscienza si nutre del discontinuo: con la mancanza del niente
- il non essere - la coscienza imploderebbe e l'attività pensante
si spegnerebbe insieme con il sostrato che regge la discontinua costruttrice-decostruttrice
dell'universo umano.
Ritengo che la nascita d'un diverso grado di coscienza e perciò
d'un nuovo stadio entro la materia, produca, nel volgere d'un certo
lasso di tempo - perché i vari stadi della materia siano interessati
- un rivolgimento dell'intero sistema della materia vivente: la coscientizzazione,
l'immentazione della mente daranno origine ad altre simili conformazioni
in un rapporto in-altro (sistema) che si differenzia-per-distacco e,
sotto forma di vuoto-assente, si propaga nel vuoto e di esso compartecipa.
A
mano a mano che la vita in vita muore (invecchia), se c'è accoppiamento
con il morire astratto (con la consapevolezza simultanea del non-esserci),
l'organismo apprende a pensare, fino alla sua morte naturale, vieppiù
idoneo a pensar-altro: con un ulteriore stadio di coscienza-sottile.
La morte (astratta) è la sostanza a fondamento della vita cosciente:
senza tal genere di astrazione la vita sarebbe totalmente segregata
entro la condizione di morte-vita concreta (schizofrenia di vita).
Ciò solitamente dà luogo nella clinica alla patologia
schizofrenica.
La vita cosciente è espressione d'un mondo reale (d'un oggetto
realtà) che è già estinto (per sottrazione di tempo).
a. Ciò che noi viviamo è espressione d'una vita che già
non è più.
Della
coscienza
1. La coscienza
è anticipazione della vita e del sistema ad essa inerente.
2. La coscienza è la funzione più prossima alla morte,
rispetto a tutte le altre funzioni del vivente.
3. La coscienza si nutre del discontinuo: con la mancanza del niente
- il non essere - la coscienza imploderebbe e l'attività pensante
si spegnerebbe insieme con il sostrato che regge la discontinua costruttrice-decostruttrice
dell'universo umano.
Coscienza
e assenza
La
cosiddetta presa di coscienza è atto del pensare che più
s'accomuna allo stato di morte (cosciente-astratta).
La presa di coscienza implica la perdita e la trasformazione della componente
vitale. Il corpo compartecipa della presa di coscienza, ed esso stesso
diviene coscienza-mente. Il corpo in tale situazione s'immenta.