Dell’Assenza

Cos’è assenza?
E’ il niente, in assenza del quale nessuna cosa, compreso il nostro esistere, il nostro pensare, potrebbe aver luogo, avere presa nei nostri (deboli) sensi.

 

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L’oggetto, in quanto luogo dell’osservazione-osservato

Un modello possibile per un mondo regolato dall’ asistema in-assenza è quello che concerne come costante fondamentale una costante in-A posta quale relazione tra l’osservazione e l’osservato. Stando così il rapporto l’osservato – in quanto oggetto concreto recepibile dagli organi sensoriali e percettivi – è disposto oltre il limite degli eventi – l’orizzonte degli eventi, al di là del quale l’oggetto compare, senza il “precipitare addosso” all’osservazione (sensibile). L’oggetto è pertanto posto entro un distacco sensibile, dato il quale è possibile l’osservazione. Senza tale distacco all’infinito – il buon infinito – non potrebbe esistere alcuna osservazione e nessun moto potrebbe essere possibile alla conoscenza e all’esperienza.
Tale modello ammette quindi l’esistenza d’un mondo, posta la condizione che un antecedente costante in-Assenza sia premesso ad ogni tentativo di conoscenza sensibile e razionale. )

 

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Amo l’irregolarità: ogni forma irregolare costringe il cervello dell’uomo a quello sforzo d’accettazione (di non riduzione) che è apertura (subliminale) allo spazio-assente (al regno dei cieli laico).
Se le cose del mondo producessero unicamente regolarità, ben presto il cervello dell’uomo sarebbe saturo e imploderebbe in una vertiginosa povertà (ricerca d’una frammentazione delirante).


(P. F., Aforismi in-Assenza, 1997-2003)