... Una cellula si decostruisce e si ricostruisce in permanenza, ingerendo e trasformando nutrimento, immagazzinando e producendo energia, rinnovando le proprie componenti, assemblando, distruggendo e riassemblando le proteine che la compongono. Una cellula è un'entità fluida, dinamica, in equilibrio instabile, che sfugge incessantemente al crollo a mano a mano che si rinnova. Vivere, costruirsi in permanenza, significa utilizzare strumenti che permettono di autodistruggersi ed essere, contemporaneamente, capaci di reprimere questa autodistruzione. ...
... Circa quattro miliardi di anni fa, al momento della loro nascita, le prime cellule viventi portavano senza dubbio gi racchiuse in s due potenzialità, quella della deriva della propria identit e quella dell'autodistruzione - la facoltà di divenire "altro" e quella di scomparire "prima del tempo". Il potere di immergersi nell'alterità e quello di dissolversi nel nulla. Ed a partire da questa "impossibilita di agire diversamente" che si apre forse, sin dall'origine, la lunga corsa del vivente verso la complessità. ...
(Da: Jean Claude Ameisen, Al cuore della vita. Il suicidio cellulare e la morte
creatrice, Milano, 2001)
Il gesto pensante (in-Assenza)
Il gesto per il cui tramite il corpo-mente pensa si nutre unicamente del folle scarto che è diretta, abissale apertura a sé: su niente poggia se non su siffatto assoluto vuoto. Nella sua oscillazione all'apparenza priva di senso - a(l) nulla vincolata - il pensiero-pensare suggella infine l'appartenenza a sè - e unicamente a sé - nel porsi ora e per sempre al di fuori d'un contesto conforme; questo è modo soltanto all'apparenza solidale con lo stesso (gesto del) pensare che, talvolta anche in una guisa così" servile, avrebbe gradito essere considerato.
(Da Paolo Ferrari: A-meditazioni in-Assenza, 2000)