Il piano dell'Assenza (antecedente)
1. Ipotizziamo l'esistenza d'un piano non evidente (subliminale), premessa, data la quale, le cose del mondo si fanno evidenti e dal principio tali si sono fatte. Un siffatto piano o stadio è chiamato assente o in-assenza: esso finora non s'è fatto evidente entro i confini dell'osservazione, della sperimentazione e del vissuto umani. Vogliamo mostrare come l'assenza (di ricezione da parte degli apparati sensoriali, percettivi di Homo s.) di questo piano sia la principale causa della mancata compiutezza delle cose [chiamiamo con il termine di compiutezza l'orizzonte più ampio entro cui le cose (e gli esseri umani) potrebbero disporsi ed essere osservati in un sistema maggiormente complesso e meno ingombro (più vuoto di cosa-materia e d'occupazione mentale)]. Allo stesso tempo è nostra intenzione mostrare come tale condizione di assenza - a questo concetto sono equivalenti quello del mancare, del venir meno, dell'essere sconfitto, del non-essere, del cessare, del finire e tutti quei concetti con cui s'intende esprimere l'evenienza d'un deficit, non di meno pertanto la morte, il distacco nei suoi vari aspetti - possa stare alla base del nuovo paradigma di realtà; questa ha cessato della sua (attuale) esistenza e rappresentazione insieme con l'attività mentale che la pensa e da cui è coinvolta. La realtà è mutata così nel suo fondamento, divenendo capiente del nulla, della differenza critica da sé, evidenziando la coerenza d'un a-sistema capace (capiente) di nulla e della differenza al-negativo.
a. Ciò che ora si può dire: la realtà - le cose che conosciamo e viviamo, noi che pensiamo - è mancante (assente) d'un piano a suo fondamento. Una tale mancanza (assenza) costituisce il limite (limen) per il quale le cose (e i pensieri) hanno incominciato ad essere, a stare, e, al medesimo tempo, sono invece irrimediabilmente tagliate fuori, a causa d'una mancanza cruciale nell'essere che le pensa incapace com'è di accogliere delle cose e di sé una ragione d'esistenza più eterea (dematerializzata) e sufficiente, pari a un'impronta assente.
(Paolo Ferrari, Aforismi della nuova scienza, 2000)