Il centro assente della struttura
Lintroduzione del
volume a forma di calotta nel parallelepipedo del mercato preesistente, anziché la sua
giustapposizione a semplice copertura, ha comportato un risultato architettonico esterno a
partire dalla definizione interna. Ciò è evidente nella silenziosa presenza della
calotta che, compenetrata nei diversi livelli del complesso, non si lascia scorgere
allesterno dallo sguardo del visitatore.
La coesistenza di due elementi dalle differenti specificità - luno
(calotta) propone l'irregolarità dalla forma antropomorfa dorigine (la teca
cranica), laltro (quadrato) è lespressione razionale della forma in quanto
depurata da qualsiasi irregolarità - ha aperto la possibilità di ununità del
complesso ricca di differenze.
Nel riprodurre la forma a calotta, astraendola dalla sua origine
antropomorfa, per ripensarla e ridefinirla al fine di farne un elemento architettonico, si
è voluto mantenerne la specificità di ente in sé definito ma non concluso. Tale
caratteristica è derivata dalla funzione di copertura dell'encefalo svolta da parte della
teca cranica: dovendo seguire l'evoluzione dell'ente che copre, essa non è forma
definitivamente fissata. Ciò è evidente nell'irregolarità dell'elemento architettonico
proposto che non doveva perdere della complessità e della cangianza dell'elemento
originario.
Si è proceduto nella ricerca di uninsieme architettonico-strutturale
generato dal dialogo tra le due forme anziché essere prodotto da un impoverimento
delluna in funzione dellaltra. Il risultato finale è costituito dal quadrato
di partenza scomposto su più livelli compresenti nel punto centrale. Il complesso si
presenta quindi organizzato nella simultaneità anziché nella sequenza gerarchica di
spazi. Varcata la soglia labitante si troverebbe a vivere la mancanza di un unico
punto di riferimento. Ciò è sottolineato dalla presenza nel punto centrale della forma a
calotta che, nata dall'interno e interconnessa alle relazioni del complesso, non si pone
quale punto di riferimento dato a priori, oltre a non possedere una conformazione in cui
sia possibile scorgerne il vertice. Si apre così la possibilità di sperimentare una
relazione con il luogo architettonico a più punti focali, ampia ed altra non essendo
subordinata allimplicita presenza di punti di riferimento. Attraverso tale
sospensione dellabitare consueto si invera lesistenza di uno spazio fisico e
mentale con una propensione ad una più ampia libertà relazionale.