Tratto da Astratta Commedia di Paolo Ferrari
Adattamento Corrado Accordino e Paolo Ferrari
Regia Corrado Accordino
Con Alessandro Conte, Sabina Villa, Stefania Tonetti
Scene e Musiche di Paolo Ferrari
L'idea di proseguire sul lavoro di messa in scena di Astratta Commedia nasce per esigenze tecniche e artistiche. Tecniche per darne la maggior visibilità possibile. Infatti il nuovo spettacolo, che verrà proposto nei più importanti festival del territorio nazionale, ha una struttura più agevole e più facilmente collocabile in varie realtà, a seconda degli spazi che lo ospiteranno, vale a dire teatri tradizionali ma anche teatri all'aperto, open space e spazi sperimentali per un teatro d'innovazione. E ovviamente per esigenze artistiche, giacché il nostro percorso di approfondimento ci porta continuamente a esplorare nuove possibilità di quella vasta materia o profondo oceano che è Astratta Commedia.
Le differenze tra la prima edizione di Astratta Commedia (rappresentata in Prima nazionale al Teatro Out-Off nel dicembre 2001) e questa nuova versione sono sostanziali e specifiche. Innanzitutto il luogo dell'azione è differente: non più il luogo-altro, l'A-luogo, la dimensione astratta dove si aggiravano i viaggiatori della commedia, questa volta la scena rappresenta la via di mezzo, il luogo di transizione tra il quotidiano e l'astratto, la membrana di mezzo che poco alla volta si trasformerà nel significato che gli ingombri e gli oggetti scenici assumeranno. I personaggi non sono più otto ma tre. Due attori e una danzatrice. Nei due attori si concentreranno le a-persone della commedia. L'attore, nel suo viaggio di scoperta dell'Altro, sarà lui stesso polifonia della moltitudine assente. L'attore, pur mantenendo le caratteristiche di ogni a-persona, muterà volto, voce, maschera e senso, a seconda dell'andamento che la commedia richiede. La danzatrice sarà invece l'elemento catalizzante, il mezzo attraverso cui il processo di trasformazione e astrazione si avvia. Sarà sempre presente in scena come elemento metaforico dell'Astratto, ad esprimere il senso-altro della commedia, lo squarcio, la fessura, il silenzio e l'abbandono del corpo, l'oblio e la rinascita, quindi il mutare dell'essere. Concettualmente, in questo nuovo aspetto spettacolo, la nostra attenzione si è concentrata sulla cosità della realtà. Sul rapporto cioè tra l'uomo e le cose del mondo. Sulla relazione tra l'uomo e ciò che ingombra il suo esistere. Per questo abbiamo deciso di chiamare questo teatro "Teatro Di Astrazione e Dissipazione" perché la scena e l'azione attorale andranno a creare uno spazio-altro tra l'oggetto mondo e il suo estinguersi.
Corrado Accordino |