Paolo Ferrari

 

Astratta Commedia

La morte misteriosa, la strana vita di A, (a-)persona assente

(Versione non integrale)

 

Opera del teatro in-assenza su più livelli, a più direzioni

 

Il transitare al nuovo stadio della specie Homo sapiens
—> Homo abstractus,
ovvero le vacche magre, le vacche grasse su e giù per la collina con di fronte il mare, muggendo e brucando osservano, in noi che pensiamo, il nuovo vivere, il nuovo finire oltre ogni dì, oltre la morte contro cui tutti più o meno inesorabilmente sbattiam

 

 

 

 

 

 

Partitura (in-)temporale della Commedia

 

PRIMA DELL'ACCESSO

Prologo

FASE PRIMA (PRIMO LIVELLO)

Tratto 1

(Tratto 2)

Passaggio interno

Nuovo stadio d'inizio

Intervallo

SECONDO LIVELLO

Primo passaggio

Secondo passaggio

FASE SECONDA CON LA PRIMA CONCLUSIONE

Primo stadio di fine

Ripresa del primo stadio di fine

FASE TERZA

Passaggi

Il dialogo della doppia unità sistemica

Nella forma di Trio

III e ultima fase propriamente detta

Il dramma assente dei sentimenti altri (della mente)

Finale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ASTRATTA COMMEDIA

La morte misteriosa, la strana vita di A, (a-)persona assente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esseri-persone della Commedia

 

A Un uomo (dall'età matura), astratto e in-assenza

B Il contrappunto di A

C La terza persona astratta e concreta

D, E, F Uomini e donne in fase di rovesciamento

IL GRUPPO DI FONDO Uomini e donne (esseri—> assenze)

Il GRUPPO DELLA TAVOLA DA IMBANDIRE Uomini e donne, spiriti più concreti

(A) Lo stadio altro(alieno) di A

(B, C, D ...) in A o viceversa Accoppiamento (astratto) di un soggetto con A

Non-A (-A), Non -B (-B), Non-C (-C), ecc. Gli esseri oltre la nascita convenzionale

A+B Come un uomo (o donna) a più teste

 

 

 

 

 

PRIMA DELL'ACCESSO

 

La scena è ancora mancante della duplicità (o unità onnicomprensiva dei cervelli).

Dalla scena ancora semibuia escono suoni e rumori della foresta equatoriale accoppiati a musica in-assenza; in principio si odono di sottofondo, poi, in crescendo, come fantasmi si concretizzano sul proscenio e infine sfumano con le parole iniziali della voce veggente del prologo.

 

Prologo

 

VOCE FUORI CAMPO (dal tono profetico come veggente, vibrante di chiarezza e di luce che però qua e là appare velata di lieve, caduca mestizia; è rivolta a qualcosa che non si vede, è assente, è forse d'altro mondo. E' consapevole d'essere ora fatta per accoppiarsi - pur provenendo essa da un altro sistema - a quel senso dell'esserci (dell'essere vivi o morti) che comporta il tremendo destino d'annichilire punto a punto, istante per istante, a contatto della fissità non mutante dell'espressione attuale del pensiero e dell'esistenza di Homo sapiens; codesta espressione difatti non sa portare in sé in modo continuativo e costante la crisi che la vincolerebbe necessariamente e appropriatamente al (suo) non essere, al cessare, così da dar luogo e senso a quello scarto che è premessa d'una realtà finalmente compiuta e perciò sanata) Appena al di sopra, o al di sotto, ovvero un infinitesimo passo al di qua, al di là del reale a cui il pensiero e la vita e il mondo hanno corrispondenza, non c'è nulla (Pausa. Si flette la voce) Non quel nulla che è vuoto e spaventoso contro cui tutti invariabilmente prima o poi s'imbattono; (con voce tersa e brillante come per accogliere un nuovo nato) c'è una sorta di nulla, da poco scoperto, un nuovo generato, un universo increato cui non urge concretarsi, esistere, finire. (Pausa). E' un universo che non sarà mai come ce lo siamo immaginato ... (con sospensione) . Non è una cosa e non è la perdita di quella; non accumula, non ingombra; vive e muore - né vive, né muore (un mistero); mai è fisso, nulla stabilisce dapprima. Non gli occorre l'esistere, non ha necessità d'essere pensato. (Pausa). E' il luogo d'un nulla compiuto, un 'buon infinito' più grande d'ogni infinito. (Con ampio respiro. Poi accelerando). Qui non ci sono né terra, né mare, né luce, né ombra, né cielo, né stelle. (Pausa). Non uomini, non piante, non animali: qui è cessato il morire della cosa concreta. Non ci sono né essere, né avere; non c'è invidia, non c'è possesso, non odio, neppure l'amore non consapevole. (Pausa).

(Con voce più fonda) Qui sta il distacco, il vuoto più ampio oltre il dolore; è la parola oltre se stessa (accentuando il tono), il discorso oltre l'impronta che lascia, oltre il suo stesso significare. (Pausa). S'invera l'Altro dove cessa il morire; si fa e sparisce l'Assenza, ricca d'umore e di pietà. Colma di sé, del suo dire e contraddire diversamente dal corpo-cervello. (Con diversa tonalità della voce e accelerando verso la fine). Il dolore e la materia senza il potere dell'affermare, l'impronta del prevaricare. La specie Homo è finita fuori di sé attratta dal gioco sapiente del vuoto assente, del libero e acuto domandare.

VOCE FUORI CAMPO di A in B in C

Fortunati voi ...

SECONDA VOCE FUORI CAMPO (ovvero la medesima del precedente tratto, ora già pronta allo spirito, scanzonata, allegra e vivace, con in fondo un velo di melanconia. Come una filastrocca)

E' un nulla

in cui ci compiaciamo,

sobri, attenti, talvolta dolenti,

ma felici e orgogliosi,

non affatto timorosi,

spesso vividi e gioiosi,

fuori dei soliti paludamenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

FASE PRIMA

(PRIMO LIVELLO)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tratto 1

 

 

 

VOCE FUORI CAMPO (A in B, in presenza di sentimenti velati di C=A in B in C: un insieme lento e grave, non privo tuttavia di venature aperte al sorriso).

Fortunati voi che mi ospitate.1 (Ripetuto una volta, con intonazione leggermente variata, più aspirata).

A Fortunati voi che portate dolore entro le membra. Di me, sono bandiera? (Pone le mani presso le tempie a dita alzate oltre la testa, abbassandole ritmicamente verso il capo, mimando un moto di ali). I coppi del tetto, così son fatto; ma che importa: lei s'è fatta male, la sua ferita è guarita, lui se n'è andato già pronto ad immaginare.

B in A Contra, contrario; nego; mi nego. [Gli esseri di fondo si muovono in fretta e con accentuata rigidità]. Fortunati voi che siete simili a cose, segmenti di un giardino al centro del quale sta l'albero d'ulivo, orfano ormai della vista oltre il muro di cinta, è domestico, smussato dalla mano dell'uomo, è cieco, s'è smarrito. Avessi di già esperienza del mondo (sospira), d'un senso qualsiasi, è suo quel braccio che vedo agitare: un ramo ritorto e ben evidente - fin troppo - se ne perde la trama. (Pausa). Tu non sei, non hai esistenza (rivolgendosi a C e ad altri), neppure per un attimo sei diverso dalla minuscola falena che spicca il volo fremente subito di prima mattina. (Pausa). Mattinaa, mattinaaa (rallentando con voce rada, rauca che si apre). Ecco un'eco da pronunciarsi vuota e ricca di spirito: fortunati voi che mi additate senza sospetto. Fortunati voi che state per ballare, per respirare, ed ora anche per vendemmiare, per dissimulare, state per battere il capo sconfinando oltre la tensione dei colpi. Scaturiscono sotto la pianta del piede: di lì si odono rumori teneri e fermi.

 

Si ode un suono percussivo secco di una scatola sonora insieme con una nota 'molle e lenta' di pianoforte o di uno strumento elettronico.

 

Fine del primo tratto. Pausa 1'

 

(Tratto 2)

 

VOCE (FEMMINILE) FUORI CAMPO (ripetendo il tema come un ritornello)

Fortunati voi che mi ospitate.

A(più da vicino sovrapponendosi a quella voce) Questi sono-o (la 'o' di 'sono' è ripetuta. Son-o-o) spezzoni di poemi, lingue di scienza senza avvenire: la scienza dei toni, della loro mancanza, della verità che s'affloscia, del mare di fronte, della terra. Delle vostre necessità urgenti? Del mugghiare del vento di mare ... (Rumori di mare).

B Lascia perdere; smettila di spingerti oltre portando addosso la candida candela del reale: la realtà manca di fede, manca di fede; fidarsi-sfregiarsi; arsi-arsi, fidaaaa-ahi ahi, ahi ... una parola chiave, un rumore di troppo ... lieve. Parli tu? Parlo io, con chi, mio signore? Sei finestra o fringuello canterino? Piuttosto riccio di mare tanto nero da essere spaccato in due metà per il mio e il tuo gusto così da assaporare il dentro dell'ora - la cosa rossastra, scura - che, vivida, passa di fianco? Paludamenti o timore? Purissimo invece il senso d'eterno che s'addolcisce passando e ripassando a mio favore. (Striscia i piedi per terra).

(A) (con maggior distacco) Parole, le tue sono soltanto parole; lagnanze e presupponenze ignoranti di uomo; uomo pallido, fatto di intervalli di tempo: disegni d'ignoranza e materia grigiastra di corpo assassino. Ma qual è quel corpo, l'unico indizio, la falsa mostra d'un vile travestimento che spalanca le dita per artigliare con voracità (con soavità un sussurro) lo strumento di vita e di potere: è male? E' forma di culto? L'ho già detto, ora sposto quel ramo, esploro l'affanno, abbraccio la veglia da cui discende il mondo troppo infisso, circoscritto dall'impudico sonno, il mio, il vostro tormento. (Pausa). Sei tu che dormi? (lo guarda e lo vede mezzo addormentato in mezzo alla scena) o si mimetizzano tra noi le colonne di fumo che si stagliano all'orizzonte, o ancora sei tu che mi fai la storia di quell'uomo giulivo?, tu che assomigli a un veliero in bottiglia, a un recipiente, a una grotta neppure rabbuiata del tutto!

B Ma via! (alzandosi di colpo). Sterminatori di topi e di carogne; va' via, io (flebilmente) non appaio che sotto le spoglie di me: sono spirito - decisioni passive (con intensità minore e in tono più acuto). Cosicché produco il vibrare dell'onda da cui trae volume ed eccesso la capacità del mondo - i suoi margini (l'intensità è nuova, il tono è più acuto e corrisponde al momento precedente), l'osservare (con tono normale); l'essere osservato da nulla (intensità e tono a metà tra i due precedenti). Ho lingua sufficiente per pronunciare, ho voce per spaventare. Due sono le mani e due i piedi. (Si guarda i piedi). Come lo sai? - lo so da me stesso (si risponde da solo); due cavità orbitali, ne vuoi patire, ne vuoi approfittare? Ho con me filamenti con cui vedere (guarda attraverso un ramo contorto, sulla cui cima sta una specie di circolo, una sorta di ramo magico, da rabdomante). Ho con me l'essere da me diverso, eccomi nulla, null'altro che realtà in cui giaccio. La richiamo ed eccola qua con quel che rimane del sesso che occupò il cielo e la terra fin dall'inizio. E' storia microscopica ribaltata da sotto in sopra, e al contrario: è passivo (voce e tono diversi, anche al femminile), come assentarsi più e più volte, da sé e dal mondo, senza alcun indugio. Padre. Ringrazio te, padre (diversamente). Padre, è urgente; fammi conoscere, non ho più luce con me, madre, birillo. (Pausa di 15").

 

Tempo secondo

Un tempo a-mentale differente, una scansione più fluida.

 

A (con grande distacco) Sei mio? Sei tuo? Sai di me e di te? Conosci il quadrato, e la linfa da cui scaturisce il sommo desiderio del nulla speciale?

(B) No, e poi no (come indispettito), non ci conto: quel nulla cancella; non ci vedo e così t'assolvo; hai i piedi, i piedi molli; vergine, il peccato dell'origine, hai sopravvento, la bandiera ti batte sul naso, ti copre il viso, ti occupa la testa?; testa? [una bandiera fatta di segni colorati e vuoti assenti ha coperto la testa di A]. La bandiera si stacca? Sventola o strappa con piacere il caso dell'umana fattura, dell'umano tentennamento? (Tentenna con il capo per imitazione. Pausa). Tintinnamento? Curiosità futura ... (Se ne va).

 

Intervallo di 30"

Si odono rumori forti e suoni liquidi ai quattro angoli del rettangolo della terrazza, come segreti segni d'apocalisse, ma anche come espressione di forza, di potenza e di sensi fluidi di trasformazione non soltanto dall'intonazione drammatica.

A Basso - bassorilievo sono io che dico sottovoce; con maggior silenzio, con minor curiosità, con maggiori cura e preziosità. Pascolare gli armenti, buttar qua e là io e non io (sorridendo, scalciando a terra); io tra parentesi il pensiero che parla (cercando di a-comunicare con la semplice attività mentale; china la testa e si mette a vibrare in silenzio), la materia che insemina: la gioia che è tesa, tersa e odo cincischiare (si tocca la pancia), la voce e il tempo (lo ripete una voce fuori campo come un'eco), come il cinguettio che spazia e s'arruffa. Senz'azzuffarsi ... ora manco.

VOCE FUORI CAMPO (in modo grave e fondo) Mente alta, ferri corti (con diversa intonazione).

A Ballatoi di periferia. Piedi di buoi (si china, tira fuori la lingua e fa come per leccare a terra). Collana, cum spiritu tuo (rallentando) e (riprendendo la velocità normale), sotto sotto, annodata e vanitosa la testa m'appare. Non ho da partorire la voce e il tempo: non c'è forma nell'aria, non esiste cura di nulla. (Si guarda attorno in modo svagato); manca all'attrito (fa il gesto come di toccare l'aria, poi la terra - senza toccarla - come per sentire l'esistenza della materia): è vuoto - non c'è fondamento: fringuelli che stridono e sibilano, ecco si distanziano l'un l'altro nel volo. (Sibila egli stesso. Un sibilo poi da fuori e qualche battuta di pianoforte negli acuti. Sbatacchiare di ali d'uccelli).

A+B Io, trio e trino. [Nel tempo nuovo - terzo - con voce cavernosa come se fosse quella d'un estraneo]. Non io - volo e mi scambio nel volo, come sostituto di me. (Spalanca la voce tra sé e sé). Oh, oh, m'appoggio la mano sulla fronte, poi sulla nuca (fa il gesto): cerebrale imposizione di uomo, specie Homo sapiens (tira fuori la lingua), su uomo, Homo abstractus? (Soffia tra le dita aperte a ventaglio), vestito del mantello al posto della casa da cui uscirtene, tu povero e controllato, controllore oltre misura. (Sgrana gli occhi in fuori).

B Hai pace, menestrello? (ridendosela).

A Storture di morte; sentimenti di cura del nulla - ecco subito si dilegua (guarda per aria) la vacuità del nulla che io amo; due mani, due voci, due nulla, due, tre cervelli dal significato potente (si tocca e torce la testa), di chiara espressione come ho ascoltato stamani sul presto, ed essi mi rivelavano l'andazzo del mondo mentre esso si fa; egli lo buttò sulla vita; Richard Strauss, cosa c'entra costui? (Come un'idea balzana e parassita), ma subito l'ho incluso. Suonava a quattro mani: due più due, soltanto le sue; Gould se le teneva fasciate per non cedere alla natura - natura (sottolineato e rallentato) - la duplice natura - da pronunciarsi aperta, da considerare astratta e concreta, come la fisicità con cui egli suona il piano; aveva optato per la seconda metà del secolo diciannovesimo, anziché per l'inizio del ventesimo secolo. (Pausa). Schönberg: il Doktor Faust; la morte e la ciliegina? Come dispone, Cechov, l'albero qui in mezzo? (Si rivolge all'ulivo).

B Da dove sei apparso (Come stupito di esserci e di vedere vivo A). Io, tu, due figuri, uno di fianco all'altro, siamo proprio tu ed io.

B in A I curatori fallimentari?

Si vedono due figure vestite di scuro (come il gatto e la volpe) uscire ed entrare nell'ombra; poi mostrarsi sotto una luce colorata molto brillante.

LE DUE FIGURE Non tagliar corto, c'è sventolio sopra l'arco: s'è formato fra noi. (Appoggiano la testa una contro l'altra, di fronte fino a combaciare a gambe divaricate, così da formare un arco sopra la terra).

-A Pronuncialo quel nome, con perspicacia: è utile mirare a un fine deciso.

-B Dillo tu ancora una volta, è uscita di scena la cantante: ero io la grande Schwarzkopf? (S'interroga come se egli stesso fosse il soprano). Voglio anch'io provare a cantare un Lied come lei. (Si allontana fischiettando una canzone dalla melodia antica).2

 

 

Attenzione! Per problemi relativi ai diritti d'autore non ci è possibile dare visione on line dell'intera commedia. Per avere il libro  richiederlo a Campanotto Editore o rivolgersi direttamente al Centro Studi Assenza  (+39 024699490).
Pubblichiamo comunque qui di seguito, per dare una visione più ampia del testo, uno dei finali.

 

 

 

 

 

 

 

Finale

 

La bandiera in un angolo a poco a poco smette di svolazzare e s'arrende quieta: il tempo della (a-)comunicazione è quello d'un Allegro, ma non troppo, comunque con l'intonazione di un ricchissimo Finale.

 

A Ed ora eccomi qui. Nel luogo finale. (Con tono lieto e lieve). Eccomi, essendo trapassato, non sono uomo. (Si gratta la testa). Non sono d'alcun altro. (Pausa).

B e C gli si fanno vicino: lo prendono per mano e lo portano con loro a passeggiare in lungo e in largo sulla scena, e poi in mezzo alla gente, come per farlo rimirare. A si sdraia per terra. Be C gli toccano il capo come per sentire se esiste per davvero, oppure se sia un fantasma increato.

A (si alza e riprende il discorso interrotto) Scrivere il nome Netanyahu, all'inizio non è stato facile. Mancava l'acca finale, oppure s'infilava da qualche altra parte. Poi l'ho preso e l'ho messo nel punto adatto. Io mi sono fatto alieno: sono morto, non sono vivo; sono un altro. Chi mi ha ucciso? (Si corica di nuovo a terra; poi si pone seduto). Sono vivo e sono morto, sono altro, ben più evoluto. Tu B, tu C esistete? Non occorre al nuovo essere che il mondo esista, che egli esista, che noi viviamo (rallentando).

D (donna. Si avvicina, lo guarda negli occhi, come se non lo vedesse, s'allontana, mormorando tra sé). Non c'è uomo, non c'è altro. Non c'è mondo, non c'è vita. (Poi, con un sobbalzo) ma è mondo nuovo. Si vede in lontananza accendersi una luce, dietro un vetro, come se qualcosa esistesse. Allora non è morto! (Con un sospiro di sollievo).

D in A E' una storia che spacca la testa ... La vedo ruzzolare ... (Si china come a raccogliere un ramo dell'ulivo, dove una volta era l'ulivo ammansito). Assentarsi il mio corpo ... La mia vita cascare ... Sento un rumore fondo entro la testa. Tu A, sei vivo? Non sei morto ... Io non t'ho ucciso.

C (arrivando di corsa) Non c'è nulla di male ... Quali parole? Quale senso al nulla poter dare? Essere, o la mente? La colpa d'esistere, d'essere niente ... (Ansima). Non essere mai stato ... Io non ho ucciso.

B Sono vuoto anch'io. Nulla mi sento. Nulla nel corpo. (Si tocca una mano con l'altra. Poi il collo. La faccia). Non sento quasi niente ... Un momento ... (E' come interdetto, ... non sa) ... Mi vesto di nuovo. Il tatto è diverso. Ti tocco, A. (Ma A non c'è più). Ti sento vicino. (E' stupito, è spaventato). A, dove sei? (Accorato).

Sei di nuovo morto? Allora, chi t'ha ucciso?

A (è comparso) Sono qui. E' nel mio pensiero, nel corpo risanato; sono con te rinsavito. Sono un ultramorto.

E (una donna). Quale calore, quale amore, quale disgrazia del nulla? [La scena s'è fatta quasi buia. Poi si accende poco alla volta, con tanti colori: rosa, verde, blu, giallo]. Dove sei? Sei forse in me?

A non risponde; è già uscito.

VOCE FUORI CAMPO Io di là mi trovai, e fui come morto, come guarito. (Pausa). Ora non sono morto, con me sono io finito.

E (la donna) Sei stato fuori di te, fuori di me? La storia, quella storia mi spacca la testa, la vedo ruzzolare ... è forse la tua, la mia, la nostra? ...

La scena s'oscura per un attimo, poi di nuovo la luce normale. Si vedono per terra, dove c'era una volta l'ulivo, tante teste di sculture africane, staccate dal corpo. Sono teste vive, non morte. Sono teste parlanti, che parlano un'altra lingua, un'alta vita.

A La testa: il centro dell'assenza; il cervello si svuota ... la mia via sta per cadere ... donna, mi senti? (Va verso D; lo incontra, lo guarda, è come stravolto). Lo vedo il mio nulla; il mio corpo che è morto. Non sono mai stato così unito.

D Sono altra; sono donna. Un sistema nuovo ... non c'è vita, non c'è corpo ... si spacca la vita ... si spacca il fantasma del tempo e del luogo. Il tempo futuro ... Vedo il secolo nuovo.

B Il cervello si svuota ... Oplà. Il futuro parlante, soavemente vi dico d'essermi custodito.

(Batte un colpo per terra; un colpo di bacchetta sulla scatola sonora che schiocca. E' la testa che si svuota ... ruzzola via ... è contento di sé; si guarda intorno ... )

Non c'è più nulla, se non una luce splendente, incontaminata. Ruzzolano le teste sulla scena, senza fragore.

UNA PERSONA DEL GRUPPO Come ho vissuto il passaggio ... Percuotersi dentro il mio capo, dentro gli occhi ... la vista che muta. C'è il silenzio, un sussulto, mi copro. Io t'ho ucciso ...

UN'ALTRA PERSONA Anch'io sono qua. Tremendo il vibrare del corpo e della testa. (Si china e cerca da qualche parte una testa africana, non la trova subito, ma poi, dietro alle quinte, la scopre e se la porta con sé, rimirandola).

A Morire, estinguersi della parte concreta. Tu, donna?, sei donna? Sono io, sei tu, mio amore, mio dolore?

D Sono vuota; il mio essere sono io ... (E' seminuda; ha il seno scoperto: ma tutto ha la forza d'un corpo e d'un essere che oltre che vivi sono consapevoli d'essere altro, d'una morte 'discreta'). Sono altro ... il non essere ... il nulla ... il mio nulla ... Voi tutti che con me crescete ...

A Il percuotersi entro il capo, il nulla ... facendosi strada entro la materia concreta; insensibile all'essere vuoto; mia è la vita insieme con il suo morire.

D (donna) Non sono altro; non sono la vita. Non sono pensiero; non sono l'astratto. (Si copre il seno).

B (ha disegni neri sulla faccia, come forme d'altra vita) Il vuoto ... Estinguersi del cervello ... Non ho ucciso. Non sono morto. Tu sei altro?

C Sparire è necessario. Ho pensato. Ho svelato il non necessario ... La lunghezza della vita, se incrocia il suo interminabile, estroso, estroverso morire senza la pace ... l'evoluzione passa attraverso il morire? (Come una grossa scoperta).

D Accoppiatevi, uomini! Non uomini ... uomini a spasso ... Spaventapasseri grigi del tempo infinito. Uomini del tempo, in mio tempo altro. (

Si sentono rintocchi di campane, seguiti da suoni lunghi degli strumenti elettronici come spiritati.

A Hai capito? (Fa una piccola corsa in cerchio, poi si china come a contare dei sassi lungo quella circonferenza, mentre D parla).

D Il tempo anziché il luogo ... lungo tempo a me, a voi che non comparite, che mai morite ... (Riprende il primo tema della Commedia) Fortunati voi ... (Con un senso ampio, benedicente, ma allegro, liberatorio e sano).

B (senza più segni sul viso, ma con i capelli arruffati, con i vestiti spiegazzati, quasi gridando) Non c'è più tempo; non c'è più tempo ... andiamo. (Fa per andare, ma poi ritorna sui suoi passi, mentre D ha già incominciato la sua battuta).

D Ma quale tempo ... quale tempo ... il tempo del nulla ... il tempo del cielo ... dell'essere il vuoto: non sono più affatto certo di me! Del mio essere in vita ... Il colmo della realtà, del suo martirio: non è morto ... non è per niente vivo!

C Di nuovo ci vado. (Stropicciandosi gli occhi) ... Non c'è nulla ... Ma sento le onde del mare. [Si sente di lontano il suono della risacca dell'onda]. Io vidi il passaggio oltre la morte, ma poi fui cieco ... sentii in me i colpi del nulla ... ma non vidi altro. Fui rigenerato dalle notti, entrando a contatto della mia base del capo. Un altro essere me, vuoto. In A io nacqui sul bordo dell'oscillazione del capo ... non sono morto ... gli altri non sono vivi ... nessuno per ora ho ucciso!

A Ho capito, ho capito finalmente ... Un altro piccolo passo, verso il nulla ... il vuoto che sfinisce l'essere ... tutto muta senza il volto.

B Che dici? Non parlare ancora; non sono pronto. Neppure gli altri. Tic, tac ... [Si sentono i battiti del metronomo]. Come l'orologio del tempo che trapassa invano.

C E' l'ora del sonno, del coma? Della sostanza cupa e lucente? Cupa o (sottolinea la disgiunzione) lucente. Dividiamo il non essere o l'essere (pausa) qua. Vuoto nell'orma.

Dall'altoparlante: Vuoto nell'orma, con voce cavernosa.

D (come una donna. S'è di nuovo scoperta i seni ed anche il ventre fino al pube) La mia nudità; la nudità dell'esperienza; della costruzione del discorso, della cimice e della materia ... Sproporzionata è la realtà. (Si china. Mette una testa da un lato; un'altra da un altro. Una pietra bianca vicino a un'altra. Un'altra più lontana, come per disaccoppiare la realtà troppo simmetrica). E' troppo simmetrico il mondo ... Il tempo che scorre, ora è morto ... (Si sentono colpi del nulla materico. Allora lei si riveste, come dopo aver terminato un compito).

A Nella tua testa (si rivolge a B, ma anche a D e a C) si sente il sesso; si sente il vuoto ... Si sente il corpo del cavallo Han ... quel cavallo che abbiamo comprato alla totale svendita dell'antiquario. Ve lo ricordate? Quel corpo largo e padre e madre di tutta la Cina; il ventre del suo inizio. (Pausa). Tempo ... tempo ... tempo ... Inizia il tempo ... il tuo corpo, donna ... il tempo ... il tempo, OSLO ... fatti sentire, fatti seguire. (Si avvicina a D che è diventata sempre più donna - OSLA; anche A è uomo - OSLO: uomo capace d'essere morto). E' una storia che m'ha spaccato la testa ... è ruzzolata ... oltre il suo tempo. OSLA?

D Il percuotersi del capo; una clonazione alla base del capo.

B (nel frattempo si tocca in alto la testa dove c'è la vertebra cervicale).

B La vertebra, oltre l'animale. Nascerà, oltre il mio vecchio capo che muore, l'altra persona che manca. E' donna, è uomo, non essere ... uomo ... né donna ... né cosa.

C Una duplicità sensibile ... Come corpo morto cade ... (Cade a terra, afflosciandosi, perdendo ogni contrazione che avesse precedentemente).

 

Pausa 1'

 

Gli uomini di fondo sono caduti, si sono afflosciati a terra, come presi dal nulla caduco, senza rumore.

VOCE FUORI CAMPO Vuoti, assenti: il centro del nulla. Estinguersi della storia ... Il corpo che cade; la testa che nasce e si siede dov'è la cervicale. Pot ... Pot ... Pot ...

Suoni oblunghi come le ombre del cielo di giorno. Si sente un grido veloce, poi un altro, ma non drammatici ... poi un altro di fanciulla ... poi due pietre, una contro l'altra, come segno di terra e di cielo. Gli uomini-persone di fondo si alzano da terra e allungano il collo.

UNA VOCE Netanyahu, dopo che l'acca è andata al suo posto è possibile che accetti il patto con i Palestinesi. Potrebbe anche esserci lo sgombero di Hebron. Si sono incontrati una notte ... di qui la luna era splendente, anche se non ancora piena ... li vedevamo ...

Si vedono due ombre nette che parlano vicine, ma dai tratti diversi e lontani.

UN'ALTRA VOCE (anche quella di una persona del gruppo di fondo che si porta sul davanti parlando con il pubblico) La mente vuota ... il patto assente ... la corazza spenta ... la coscienza futura ... profetando oltre il bene e oltre il male, oltre il bene ...

OSLO Cerebrale è quel sintomo. Dissimile dalla coscienza.

OSLA Distáccati da te ... quella morte che spinge il male ... la mia non-morte; il mio profetare.

OSLO Mi annullò e mi perdonò. La bellezza che illuminò il giorno: fui illuminato. (Pausa. Una luce gli pencola sul capo). Il giorno e la notte ... Il tempo di costruire il mancante. Nuove micce, nuove fonti, altro sesso, altro vivente.

C La sconfitta; non la parola che copre. Chi uccise A?

B Nascere allora; non essere me. La pallida sorte; cambiare dentro il cerchio, quello lì a terra. (Indica il segno precedente delle pietre chiare, dov'era l'ulivo, vicino alle teste che ora non ci sono più).

D La mediocrità della schizofrenia, della specie ammalata. La grandiosità di quel soffrire, del venir meno. (Sorride, malgrado la drammaticità del concetto).

C Difatti, guardate: le case dirimpetto: è vuoto, il cielo butterato: è sanato. La vittima e il carnefice ... sono annichiliti. Chi mi ha ucciso?

A Certo: dire e non dire; non affermare. Non occorre cambiar niente. Nessuna cosa fuori del posto. (Pausa). Il tempo sereno; il tempo del nulla.

OSLA (D) Non osare; non morire; temo troppo per te. Una volta fosti né vivo né morto.

B Non c'è nulla da accettare, da ascoltare: il silenzio che sfinisce ... (Trema un poco). Ho in me quell'essere lontano ... l'altro ... quell'uomo o donna lungo la linea mediana che divide il corpo. (Indica con un dito una persona di fondo che ha la testa girata. Poi si avvicina alla linea che divide il proscenio in una specie di metà e fa come per sorpassarla, con un saltello titubante).

 

Pausa 2'

 

UN'ALTRA PERSONA DEL GRUPPO DI FONDO [Gli altri si sono disposti di lato, nel buio della scena laterale] Immaginatevi senza immaginare. Pensate senza parole. Il cervello si ferma. Mi sono già fermato.

UN'ALTRA PERSONA Simultaneo alla luce, alla mente è già pensiero. (Si soffia le mani e invita gli altri ad aprire i palmi e soffiarvi contro). Gesto comune oltre la mente.

UN'ALTRA (che non conosce per il momento la sua identità sessuale) L'uomo era nato; rigido sulle gambe e barcollante. (Fa un saltello e si gira all'indietro). La pianta dei piedi è sensibile, pronta alla memoria del nulla. (Si siede per terra a gambe incrociate e chiede a due altre persone di fare altrettanto, eventualmente a qualche persona del pubblico. Le luci della scena seguono i gesti d'indicazione, come lampi improvvisi. Si toglie le scarpe, si tocca la pianta dei piedi denudata. Poi invita gli altri a fare altrettanto. Si mettono tutti in piedi, sentendo vibrare vuote le piante dei piedi. Ora sto in piedi. (Ora è una donna, può essere una qualsiasi). Sotto e sopra il nulla che tace, io taccio, oltre la mente, v'invito a non essere ... (Anch'essa saltella come liberata dal piano della terra, leggero ed elastico, e vuota della vecchia mente e del corpo rigido della memoria passata). Il vecchio animale ... è morto ... non crepitano le gambe, non cincischia il sesso, non è greve l'amore. (Sfiora lievemente il ventre). Un aldiquà sensibile come il pensiero: io apprendo. Un aldilà dove appoggiarsi senza cadere.

Sul fondo e ai lati le persone si sono mosse nel frattempo; alcune si sono distese a terra, si sono abbracciate mimando un atto d'amore, nel modo d'una sessualità che lascia la mente nuova in pace, senza il corpo oggetto troppo ossessivo e concreto.

UN'ALTRA PERSONA (anche la prima di codesto tratto) Correggere l'errore e l'errare, lo stare sui piedi (si erge sulla punta dei piedi leggero), potente come quel ponte levatoio sospeso attorno alle mura di cinta del Castello dei Visconti a Milano ... Colonnine sempre verdi ... Ordini dischiusi del Bramante ... il silenzio del corpo ... la forza silenziosa dell'amore ...

UNA FIGURA DI DONNA Il fare all'amore in silenzio ... Come vita del nulla ...

Si sentono rumori percussivi dal fondo, quelli d'un tamburo orientale.

UN UOMO in A (è possibile) Immaginate le cose vuote, la caduta dell'Io sovrabbondante ... pensate l'essenza del rapporto con gli oggetti d'uso del mondo e del vostro pensiero. (Pausa). La varice del mondo ... il colore delle mani.

UNA DONNA (mostrando le mani, colorati i palmi) E' sensibile astratto il corpo; è la gioia del mentale vuoto e del mio corpo trasfigurato nel limpido sesso. La luce ... (Improvvisamente, cambiando tono, quasi dolente e timorosa) La luce del mio attraversare il corpo: ce l'ho? L'avete perduto?

A