Sunto della IV Lezione 92-93 IV LEZIONE

Rispetto al valore zero attribuito a una linea di spartiacque, le cose visibili e invisibili vissute e conosciute finora si pongono al di sopra: emergono. Una discriminante di base nella filogenesi della vita: pensiero e vivere noti ( la realtà ) sono 'soprapensare' e 'sopravivere': ignoto ciò che avviene al di sotto - Il pensare svuotato di sé, vita non sostanziata, si pone al di là e al di qua della soglia. Dare spazio al sistema sottostante, perché l'assenza si inserisca nella natura biologica - Rigidità del ciclo vitale: il sistema naturale scandisce il tempo: nessun interstizio. Onnipotenza della vita: sopravvivenza come propagazione cui il sistema umano resta legato - Delineata nel Genesi l'origine del pensiero: la creazione inizia con un procedimento di astrazione ( il verbo, la luce ) sulla cosa primordiale informe ( cielo e terra, abisso di tenebre ), impotente ad esistere - Uno dei passaggi fondamentali dell'uomo la separazione, nella fase edipica, dal genitore di sesso opposto, prima impedita da un affetto fusionale, cosità che si astrae e pone un pensare e un principio di realtà. La psicoanalisi applica il pensiero emergente al problema edipico, sorto per sopravvivenza ma evento della sottoemergenza; tale pensiero è incapace di sparire, scava, sfibra la cosa sin quasi al livello zero, non indaga, né conosce, il mondo dell'anti-cosa - Un sistema adeguato alla sopravvivenza, privo del procedimento d'assenza, non può pensare realmente la soluzione di continuità, accettare la perdita, l'esistenza della mancanza, dell'oggetto amato: maturazione umana è mediazione della realtà: sottrarre immediatezza, un astrarsi della cosa - Sostituita nel sistema umano da meccanismi e artifici, da fantasie, la mancanza come vivere l'assentarsi, come capacità di morire, produrrebbe il riconoscimento dell'altro. Né l'uomo davvero sa che cosa succeda nella realtà, né può costruirne una in cui il vissuto dell'assenza generi: il pensiero non ha saputo vincere la sopravvivenza della vita - La capacità di conoscere il venir meno del sistema è incognita all'uomo, la cui coscienza, prepotente, non sa far proprio il fatto che essa può morire: il mondo estintosi non è mai salito alla coscienza: escluso il nulla dalla vita, è mancata la coscienza dell'anti-cosa - Bloccati nel mondo del 'sopravivere' non si può vedere l'altro in se stesso, l'abisso fra sé e l'altro - Ciò che sembra tragico è vita colma di luminosità e di affetto nel distacco: diverse le forme di tempo e spazio. Il mondo del vuoto, vissuto dall'altra parte, diviene mondo della pienezza.