Raddoppio in-Assenza

Raddoppio in-Assenza è quell'azione (gesto-del-pensare) che viene istruita in rapporto a un'espressione d'altra origine (poesia o scritto proprio e d'altro autore, in campo letterario; pezzo o frase, in campo musicale), tramite la quale altro è posto: spazia quale fondamento astratto - distillato in-oscillazione, in un asistema complesso -, pronto a produrre assenza (mancanza-attiva) in chi con esso s'accoppia.

      

Dell'oggetto affettivo e del (suo) morire

Ogni oggetto del mondo, con la nascita d'una mente pensante, deve cedere un pezzo di sé. Esso deve divenire meno concreto - d'una sua concretezza (ideale) generale -, e cioè deve diventare oggetto mancante o oggetto mancato. Oggetto che assume la proprietà d'essere (più) assente, di cessare, di morire (entrando nel tempo).

Qualora l'oggetto del mondo - così divenuto - perdesse questa sua peculiarità, la mente cesserebbe d'esistere - essendosi fatta cosa concreta e inanimata.

La patologia schizofrenica implica che l'oggetto del mondo, privo del mancare peculiare, si fissi nella sua globalità concreta; in seguito a ciò la mente che lo pensa è priva del suo (parziale) esser meno - essere luogo del mancare, ovvero non essere. In questo s'irrigidisce, si ammala e muore: con esso il soggetto pensante-affettivo cessa d'esser tale.

                                                                                           (P.F., Aforismi in-Assenza, Gennaio 2002)