1. E' assolutamente normale avvertire l'assenza di mondo!

a.      La realtà è vuota, la vita è vuota così come è la morte che ne consegue.

                                                       (da Paolo Ferrari, A-meditazioni in-Assenza, 2000)

2.                                                                                                

a. Ciò che non è possibile si dimostra (talvolta) via privilegiata a quel peculiare possibile o impossibile - che è in-Assenza.

b. Dov'è l'impossibile - radicale è la mancanza - con pudore e determinazione si fa avanti la salvezza.

                                                                                                                        (Cum-Hölderlin)

c. A mano a mano che gli strumenti della conoscenza si fanno più sottili il mondo che conosciamo sempre più s'allontana da quell'immagine, da quel sentire che senza sosta sperimentiamo in modo inutilmente e in eccesso tangibile (privo d'assenza).

                                                                      (da Paolo Ferrari, A-meditazioni in-Assenza, 2000)

                                                                                                                       

                                                                                                                                                          

3. La non-evidenza della condizione in-assenza è oggetto a-fenomenico; è realtà astratta, esiste dato il diverso accoppiamento che s'attua in tale condizione tra soggetto pensante e oggetto pensato. La sottrazione del soggetto consueto con la contemporanea sottrazione della realtà di quanto fatto esistere induce, con l'assenza della realtà consueta, l'esistenza d'un campo ultrasensoriale, ultrapercettivo detto in-assenza, privo d'evidenza concreta.

a.     Oltre la sensorialità nota s'estende un campo ultrasensoriale in-assenza che ha esistenza con il sottrarsi dell'oggetto realtà, risultato dell'ordine sensoriale noto: il nuovo campo ha a suo fondamento le proprietà che gli derivano dal fatto d'essere libero dagli stati sensoriali, percettivi e intellettuali cui si è avvezzi a causa d'un eccesso di materialità (nucleo di distruttività) - alienazione-malattia - non estinto  nel passaggio da animale a Homo.

                                                                                          (da Paolo Ferrari, A-meditazioni in-Assenza, 2000)