Pari all'asimmetria del niente

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proseguimento II parte:

Non t'offendere, spirito astratto, non parlavo di te ... ma di noi ... quando io sono lui ... e lui è me ... e tu sei tu, o sono io? .. Oppure sei tu o sono io lo spirito folletto?.. L'astrazione più pura? ..
Gli equilibri complessissimi cui era sottoposto, o che più semplicemente si generavano entro di lui sotto la sua medesima guida - ma va', sotto la mia, di guida! .. - erano pertanto continuamente a contatto con la realtà del mondo qual è: così la modificavano nel profondo e nell'alto, attendendone probabilmente la sua estrinsecazione ...
Aveva imparato ad adattarsi rapidissimamente alle situazioni, come per fortuna già nella sua vita in precedenza aveva appreso, sotto l'imperio delle contingenze relazionali, essendo il primo di numerosi figli: la madre trasmetteva il valore di tale capacità ...
Il mondo esterno cui doveva confrontarsi, talvolta conformarsi almeno nelle faccende che concernono la conduzione della vita quotidiana, era spesso per lui oneroso, come abbiamo notato, talvolta dal doloroso impatto, tuttavia al fondo di tutto splendeva una luminosità mai esistita ... vibrazioni vuote di luce sorreggevano con continuità tutte quelle azioni cui egli aveva deciso di aderire ... E' probabile che la lucentezza della scrittura in Nabokov, di cui abbiamo riferito, quella lucentezza vibrante e lucida, gli avesse evocato proprio la luminosità d'altro mondo e ad essa avesse risposto, tenuto pur in debito conto il fatto che il brillio della scrittura dell'autore russo attraversava scivolando una superficie senza inciderla, senza tentare di fecondarla, oppure tentando ma senza riuscirvi ... e per fortuna, ché sarebbe stato in quel caso un bel disastro ...
Ebbene la luce, che dichiariamo interiore, ma che anche all'esterno è vivida nel suo silenzio per occhi nuovi, è una delle caratteristiche fondamentali del nuovo a-sistema.
Si tratta d'una luminescenza mai finora né esperita né immaginata, neppure dai più grandi santi o dai profeti o dai mistici ... diversa anche dall'esperienza dell'estasi ... è difatti luce d'un nulla ... è luce di nulla assente ... è lumen che si schiarisce e si fa vuoto nel centro dove va a perdersi nel nulla più complesso, quale mai possa essere attuato anche da un'attività di pensiero qual è quella sorretta da quel nulla medesimo ... Il Signor A apprendeva ad agire di conseguenza .... a trasformare giorno per giorno la luce-nulla - che nel centro si svuota e in altro si trasforma - in azioni che fossero intellegibili, come ad esempio possiamo considerare questa stessa scrittura in cui stiamo giorno per giorno esercitandoci, perché la vicenda, di cui narriamo e che ogni giorno sperimentiamo - almeno ciò che è possibile narrare ed ora ritengo quasi l'intero -, possa farsi per gli altri realtà conoscibile ed esperibile, e non una stravaganza ... anche se in realtà io credo da nessuno o da ben poche persone essa è stata ritenuta tale.
Ma insomma perché la necessità degli altri? ..
Una domanda assennata, finalmente! .. Un discorso che si può fare ...
Agli altri è necessario comunicare ... Anche Dio, s'è detto, ha bisogno degli uomini ... E' vero; al Signor A, quando passò al di fuori di tutto e di tutti, e in un nulla assoluto fu trasformato, la prima espressione che nacque, non so dove, fu la domanda: "A chi? Con chi?". Io credo d'avergliela composta, benché non sappia tuttora in quale parte d'universo, perché nulla più esisteva e tutto splendeva di luce, d'una luce completamente vuota e dolcissima ... Ve la immaginate una luce straordinaria e completamente fatta di niente, neppure di sé? .. E' davvero senza parole ... Beh, la prima idea che gli apparve alla mente trasfigurata, ma per un attimo ancora umana, fu "Adesso a chi comunicarlo? .. Con chi condividere quanto è capitato?".
Egli, come abbiamo visto, era già morto, ma non di una morte fisica ed evidente qualunque, quella da tutti temuta, cui l'umanità e tutte le cose sono sottomesse: il terreno della vita e della morte era stato eroso in tanti piccoli tratti di tempo lungo l'iter della sua esistenza, abbastanza normale all'apparenza, e che invece in profondità si stava preparando alla tappa fondamentale dell'estinzione umana in altro e formava come una linea o un piano, o un tappeto di tempo tutto eroso e scavato sul fondo, dato il quale si sarebbe verificata quell'umana e ultraumana rivoluzione dell'estate fatidica ...
Già in molti momenti della vita era stato costretto, forse, o aveva scelto, di apprendere a contenere in sé una specie di vissuto d'estraneità radicale, accettando di volta in volta una vibrazione vuota - diremmo oggi - pari all'annullamento che non ha l'uguale sulla terra e in alcun cervello ... il nulla gli era penetrato, fino ad aderire alle ossa e al cervello, in ogni singolo neurone, come - passo a passo, o con bruschi e repentini scarti - avremo modo di raccontare ...
Morte della morte
(del dottor A)
E' morte della morte ... non è necessità dell'immortalità della vita, è questione invece che questa apprenda a cessare pur restando della sua visibilità. E lui, il Dottor A - ora dobbiamo anche sapere che nella vita ordinaria e non era medico e psicoterapeuta, direttore d'un gruppo di ricercatori d'una nuova scienza, quella in-Assenza - aveva smesso l'abito del vivere perché la morte, anch'essa era morta come la vita: quanto era stato di lui in precedenza, era morto, cessando di vivere in vita ... altresì soprassedendo al morire (in morte e in vita). Non è necessario che l'individuo e la specie si propaghino rimanendo in vita ... non è necessario che ulteriormente abbiano durata nel tempo.
E' invece auspicabile una relazione differente: un distacco nella regione dell'assoluto, dove il dissolvimento astratto ... ahi, ahi, ancora l'astratto ... perdonate, l'astratto ... continuo: astrazione come essenza bucata nel centro, una relazione che s'apre la strada verso l'assenza. Uno stadio che sia in grado di provocare un accoppiamento senza una coppia predeterminata ... astratto che equivale al nulla: un nulla bucato nel centro e perciò luminoso e nouminoso ... raggi che partono saettanti riflessi da specchi all'interno senza che vi sia necessità di riflettere immagini ... specchi senza carico d'icona - specchi iconoclasti —> luminosità a iosa ... spaccata nel ventre.
Sei tu a esprimerti in tal modo? .. E' proprio mia intenzione: ora voglio provare il piacere di sperimentare il nuovo - tutto il nuovo, il nuovo nulla - per mezzo della corporeità di uomo, accoppiato al non uomo, spaccata e sfrangiata nel centro, trafitta - la Sconfitta, la Sconfitta ... ricordi lettore? Quel nulla bucato nel fuoco centrale dei quadri, la velatura che mostra ... ricordi? .. La memoria è estinta ... Ricordi "in memoria estinta" ... "Lo so e faccio qualcosa a proposito ... esco a raccontarlo ad esempio ai nostri lettori diletti".
Poiché al Signor A: al Dottor A, fin dall'inizio era rimasto l'ardente bisogno ... non credo il bisogno ... la necessità era estinta ...
Va bene ... allora che cosa? .. Una scelta ... la libertà chiarissima di comunicare il nulla entro il nulla, data la presenza di nulla ...
"Ma il nulla ha libertà, ha volontà?" ... Non complichiamo ... Lasciami narrare ... Ricordo: non c'è in quello stadio certamente alcuna velleità, bensì la grande, illuminata, illuminante libertà ... la quiete e la vibrazione capace di vuoto e d'astrazione ... La fine ad ogni tratto. Il punto di fine e l'eterno - il tempo subliminale e l'intemporalità ultracosciente - in ciascuno di quei tasselli.
Il gruppo di persone formatosi
attorno a lui
Come abbiamo già accennato e ora lo ritroveremo e lo riproporremo da un'altra angolazione, negli anni precedenti, intorno a lui, ancora quand'era studente, poi giovane ricercatore laureato, s'era formato un gruppo di persone, di giovani studiosi. Con il tempo s'erano selezionati, divenendo sempre più e meglio un'entità di lavoro e di ricerca di notevole valore, trasformandosi da armata Brancaleone almeno come lui li chiamava e loro stessi si chiamavano sdrammatizzando il disordine, la non finezza e una certa ignoranza iniziali, di fronte ai grandi e ardui temi proposti dalla ricerca in-Assenza. Comunque erano state di fondamentale importanza quelle persone, perché avevano agito da mediatori, da tramite tra quanto stava succedendo sotto e oltre-la-terra in lui e ciò che tuttora la realtà mostra con la sua storia e i suoi disegni, che sembrano definitivi o quasi, ma che sono inscritti in terreni insulsi e perciò infecondi e ingombri d'angoscia e di morte.
Erano persone che giorno dopo giorno, alcuni fin da studenti, frequentando i Seminari del giovane Dottor A, avevano deciso sempre più consapevolmente di mettere alla prova, alla frusta, direi, le facoltà del loro cervello, quelle dell'intelligenza e quelle dell'affetto cosiddetto.
Quegli esseri avevano ritenuto che fosse opportuno provare a sgombrare dell'eccesso di accumulo la loro carcassa umana, di porre a tacere l'assedio di immagini e di parole che comprimono il cervello e la psiche e di tentare l'avventura della conoscenza e dell'esperienza della nuova astrazione.
Ma l'astratto di cui parli, che è? .. Si può pensare ad esempio al silenzio astratto, quello che segue allo sgombero delle parole e di qualsiasi immagine o voce involontaria, o inconscia - in lui o in me ... è lo stesso ... si dice che fosse cessata l'attività dell'inconscio: lui o io l'affermiamo senza problemi. E' silenzio che non riguarda il rumore della parola o dell'idea, ma è silenzio assoluto, se mi è concesso usare un tal concetto. E' silenzio che non si oppone al rumore; è l'accesso al vuoto del nulla: un senso diverso della mancanza, che include nel suo abbraccio il mondo che si conosce: è nulla luminoso, esso stesso è differenza; il silenzio è la differenza: astrazione è differenza ... astratto è essenza con un buco nel mezzo ... essenza bucata come una ciambella che prende forma e contatto dall'ombelico del mondo. Sì, infinito positivo di Hegel, oltre il limite di quel cervello pensoso ... Il Barone di Munchausen ... Mi vengono alla mente le sue avventure paradossali ... Me le raccontava tua madre ... A te, spirito del bene e del male? Sì, a me ... Nulla di strano ... Ma ora smettila ... c'è altro ...
No, la smetto per ora...
E' interessante ... "Lo credo". Non incensarti ... non autopromuoverti ... lo dice sempre IT che tende a scappare ... davvero una bella donna ... simpatica e capace ... una dolcezza velata, pronta a graffiare ... ma anche a fuggire lontanissimo.
Taci! Ché la tua diletta sposa è non poco gelosa! ... Sì, mi tolgo dai piedi ... ora me ne esco.
Egli accudiva il suo gruppo - il suo gregge? .. il buon pastore eh ... eh ... eh ... - con sollecitudine, con calore e delicata pazienza, non senza brusche arrabbiature, più frequenti paradossalmente subito dopo il passaggio, poi, a mano a mano nel tempo più rade fino quasi a scomparire, oggi. Il suo sentimento non era disgiunto da un distacco netto e profondo quanto la fessurazione che taglia il cosmo, sui margini della quale più volte abbiamo gettato ormai un quantitativo non piccolo di ponti di relazione. Era altrettanto padre premuroso e amorevole verso i suoi due figli che aveva allevato comunicando loro i princípi del nuovo sistema, soprattutto dopo che erano entrati nell'età post-infantile. In alcuni momenti aveva trasmesso loro anche in modo diretto quelle forze, quelle antecedenze che sono in grado di nutrire oltre natura il cervello e le sue emanazioni.
Talvolta, più che visto, lo si era sentito - come abbiamo detto - come esplodere infuriato con qualcuno dei suoi collaboratori, nei modi che possono assomigliare a scatti iracondi ... ma non proprio ... una veemenza mitigata sempre e comunque da un distacco e da un nulla che lasciano in pace quell'altro ... un'aggressività già spenta sul nascere, che non si appiccica all'intimità di chi si rivolge. Un'arma spuntata, una vibrazione che già al suo nascere ha perso della sua ostilità ... Che panegirico! La vuoi piantare? ..
S'era acquietato in lui il male, soprattutto in seguito alla trasformazione ... Il bene e il male erano scomparsi quali entità-cosa ... non più oggetti né di pensiero né di sentimento; ciò che separa il buono dal cattivo s'era disciolto entrando e facendo parte d'un sistema assai più vasto dove l'errore cessa d'essere tale ... anche questo era un bel risultato: quel che ormai contava era l'estrema complessità del sistema - invero dell'a-sistema -, una rete a vie pressoché infinite ancora più numerose e duttili di quelle della rete neuronale che forma il cervello con le sue connessioni.

L'a-sistema di cui parliamo è una di quelle entità che funzionano sui cosiddetti margini del caos: sono complessi d'interazioni sensibilissimi, tanto che ogni più piccola variazione è capace di modificare in modo generale e abnorme l'intera unità d'appartenenza. In più si tratta d'un sistema che presenta l'alfa privativa: è un'assenza di sistema data un'entità a più variabili che si muove in continuazione sul filo dell'ordine, in bilico sul limite del disordine, con certe proprietà di autoorganizzazione peculiari ... è un'entità che va al di là di sé quale rete relazionale, e così esprimendosi entra in un vortice di nulla, azzerando la sua evidenza, la sua eccitabilità ... perfino le sue potenzialità ... sebbene quest'ultima evenienza non mi sia ancora chiara in modo sicuro.
Com'è accertabile ad un'analisi accurata, ma anche a uno sguardo generale che colga le modalità di comportamento e delle intenzionalità del Signor A - ora sta per assumere le vesti del Dottor A - tutte le azioni e le espressioni che dal suo interno partivano per interessare il mondo, erano come espunte e ripulite, resecate alla radice le possibili spinosità, fossero esse questioni concernenti eventuali pulsioni aggressive o le reazioni che da quelle derivano, come l'ambiguità, la non direttività della comunicazione - che si può far doppia o tripla spesso tra gli uomini -, la mancanza di verità, queste avevano avuto la loro apocalisse. I suoi atti erano ora costituiti di nulla, di quel nulla nouminoso e luminoso, anche nelle manifestazioni che apparivano molto umane, certamente non quelle d'un santo o d'un profeta, come solitamente s'intendono tali figure. Se qualcosa s'alterava nell'equilibrio ciò era dovuto ad improvvisi accoppiamenti del tutto imprevisti con le vibrazioni anomale a causa delle difese altrui, tutte tese ad annichilire quelle manifestazioni fuori dal contesto consueto, per di più ricche di potenza relazionale non menzognera e libera da false titubanze.
Io, spirito del bene e del male ... spirito di nulla, vuoto nel mezzo, leggero e carico al tempo stesso d'innocenza, non voglio proprio fare di lui un'apologia né scriverne un'agiografia. Ma debbo dire che la realtà si mostra davvero tale, e cioè complessa, non più relativa a questioni che riguardano la condizione dell'esistenza o dell'essere. Nel passaggio fondamentale: nella metamorfosi che, invece di trasformare l'uomo in scarafaggio, lo trasforma in un essere differente da sé tutto era cessato, l'errore umano era stato già incluso. Io lo posso testimoniare, essendo la risultanza rarefatta e consapevole di codesta trasformazione. Nel nulla del non essere, oltre l'accumulo, oltre l'animale della morte, è persa la paura del male e il suo carico; altresì il bene è trasformato - per fortuna anch'esso - e diventa assenza, vuoto relativo all'oggetto bene ch'era in precedenza, è pura alterità costituita del nulla consapevole e generatore ... Sono ancora io a parlare ... lo spirito a latere ... tutto tu hai perduto, o uomo! Tutto in te s'è assentato! Io solo ho resistito ... ebbi la forma e la sostanza durante la transizione, una mattina, subito dopo l'albeggiare, anche d'una rapidissima e mobilissima lingua di fuoco e d'informazione, una morbida lama di dolcezza infinita che gli penetrò nel capo e nel corpo colorandone l'interno della più sublime felicità e astrazione.
Che emozione! Che inversione di marcia! ..
Il valore e la funzione
del gruppo dei ricercatori
Come abbiamo detto, di tale rivoluzione e possente trasformazione si mostravano ogni giorno di più le risultanze della ricerca nel campo scientifico, terapeutico, letterario, musicale che da lui derivavano e da quel gruppo che s'era formato sotto la sua guida.
I vari gruppi che con lui avevano collaborato fin dall'inizio avevano avuto la funzione, e tuttora parzialmente ancora l'avevano, di fare da contenitori e da iniziali mediatori dello sviluppo dei nuovissimi processi che gli accadevano, ovvero che lo avevano attirato fin dall'età giovanile, se non addirittura da quella della primissima infanzia. Perché anche allora erano accaduti fatti inconsueti. Almeno così si diceva ... Occorre pensare a quella metamorfosi - la si potrebbe considerare una mutazione biologica oppure anche una trasmutazione, cosiddetta in sistemi non scientifici -; era accaduta all'improvviso anche se più volte segnalata in precedenza da certi episodi di inclusione di estraneità che egli aveva vissuto e tanto sofferto ...
Soltanto dopo, e cioè a posteriori si era potuto dire qualcosa circa quell'evento e sul suo significato ... a posteriori si può dire qualcosa circa le mutazioni che avvengono in campo evoluzionistico biologico. Solo in un tempo successivo si può organizzare una teoria o un'ipotesi d'un qualche valore circa i mutamenti che avvengono nei sistemi complessi ... diciamo ciò - io e lo spiritello a lato - perché quel che sto imparando - lascio da parte per un momento quello spirito - in questi anni insieme con il gruppo di ricercatori che ho formato è il poter costruire a posteriori un'ipotesi su quanto è accaduto, e su questo poter impostare qualche minima previsione sul sistema in toto e sul suo sviluppo, il che significa sulle trasformazioni della storia degli uomini che si avvicina ad imparare a cessare del tempo ordinario che la sostiene.
Di grande importanza s'era mostrato, come detto, il fatto d'essersi formato quel gruppo di ricerca ... una specie di cerchio in cui egli potesse disporsi, ogni volta smaterializzarsi, poi rimaterializzarsi in conformità con le modificazioni rapidissime che si verificavano nell'apparato nervoso superiore ed entro una dimensione corporale che tuttavia non è corrispondente a quella immediatamente recepibile dall'esterno, né a quella che normalmente si vive dall'interno. Il gruppo quale contenitore entro cui sostare, che facesse da confine e da medium tra le categorie in-assenza, quelle più vuote e astratte, e la realtà, quella più piena e di complessità ridotta, appartenente a tutti gli altri.
Lui era cambiato radicalmente, ma gli altri e il mondo erano sempre soggetti od oggetti fissati alla cosa prima del nulla in-Assenza.
Già la sua 'dilettissima' sposa aveva avuto una funzione di tal genere e gli aveva fatto da testimone per il mondo, per lui e per la sua stessa esistenza, in alcuni periodi soprattutto, quando le trasformazioni s'erano fatte sentire in modo più frequente e più fitto, molto doloroso, tanto che in alcuni giorni egli viveva come tramortito, come ferito a morte da un'estraneità che lo trapassava e lo tormentava ... senza che con ciò della sua presenza e della sua persona nulla si perdesse ... rimanesse salda l'anima e la coscienza di essere umano ...

Su, collaboratrice preziosa e cara amica, aveva fatto anch'essa da mediatrice e da contenitrice, in particolar modo nelle fasi appena successive al passaggio fondamentale, a lei s'erano aggiunte poco alla volta altre persone del gruppo che stavano già imparando a conoscere la sospensione, non solo dell'evidenza, ma anche dell'ombra, anch'essa sostanziata dalla sua materia quale cosità concreta del suo non essere. Oltre il tempo della schizofrenia della specie dell'uomo sapiente, ancora ingombro d'una morte non sua: una morte biologica e innaturale. In altro il nulla ... il cervello muore, la cavità umana ... la scissione irrisolta ...
Il dolore della ferita ... mucose del ventre e della bocca ... l'aiuto simile al perire ... l'estraneità, parte di vita e di morte. Entro la colonna vertebrale, entro la bocca e il palato ad arco ... sotto la laringe, nella cavità esterna ... suo il doppio asse senza rumore ... la duplice sfinge ... il cavallo azzoppato ... Aiuto, aiuto! ... fa male e dolore di morte ... affacciandosi vivo, in me e in lui ... folletto estivo, figlio di Edipo sanato ... non tollero la presenza d'un vecchio mestiere divino; assenza in-giulebbe.
Cronica mancanza ... il mancar di faccia e di fede ...
Cosmico assoluto ... il chierico e il maestro ... cesura sul filo dell'abbracciarsi della morte - colomba di pace ...
Serra e comprime la fitta ... la fitta della condensazione ...
Ebbene, eccoci al dire della ferita di morte non accumulata ... la ferita di morte come sofferenza e pathos e sua liberazione.
Io, folle giro ... folle girandola della Posta e del Santo bevitore ...
Il tutto significa stare a sopportare senza venir meno con palmo di mano aperta e pianta del piede sensibile/morta a morte - porta a porta io sono (l')altro canale per sensibilità e per voce ...
Significa mediazione. Mediazione tra nulla e il piccolo segno. Io è morto.
Quando s'oscura entro natura senza (il) niente ... nientità ... la sento che s'infila entro una traccia e occorre accettarla, anche se tutto s'annerisce e perisce. Il vuoto imparai ad accettare: il vuoto del nulla senza ritorno. Il mondo che accetta di morire, di perdersi oltre il suo stesso finire ... con esso appresi pezzo per pezzo a cessare di me e di tutto ciò che con me ha significato; si stacca e si svuota lo schema del corpo, si sbianca la luce riflessa dello specchio; si fora nel centro e smette di rimandare oltre la mia, l'anima di chiunque cerchi nel riflesso il luogo dell'io in cui abitare: tutto ciò aveva cessato di significare, e di soffermarsi nella dimensione circoscritta dell'esistente.
Aveva avuto una fine che ora a mano a mano scopriamo ... paradossalmente quando da quella totale mancanza il mondo s'era perduto ... un altro lo va a sostituire senza mostrare di sé né l'essere né l'esistente. Senza velature da sfogliare, senza verità da mettere in luce, ché tutto è già oltre natura dato senza necessità dei vincoli inutili di vita e di morte, oltre la soglia umana, troppo umana, troppo impoverita ...
Appunti per una
nuova conoscenza
Tutt'intero il mondo s'è perduto ... la realtà virtuale ... Virgilio ... lo studioso multimediale ... Baudrillard ... lo svuotamento del mondo con il suo smarrimento. Ha perduto l'uomo ... Sì, è perdita secca ... ho detto nell'intervista al critico d'arte ... la Sconfitta dell'Essere, perfino oltre l'umano ... oltre uomo? .. Sì ... Ma che dici? .. Oltreumano il mio sistema; il non sistema, l'a-sistema ... A-sistema, con la A maiuscola, ci stiamo arrivando ... rivolgo l'attenzione e lo sguardo entro le braccia del futuro, esso non mi respinge, mi si apre la porta del tempo subliminale.
Sei proprio nulla, mio spirito. Spirito di nulla, ha detto ieri giustamente Su. Spirito che narra dal luogo del nulla.
Il centro di Nulla, con la N maiuscola ... ha importanza? ..
Sì, l'oggetto buttato oltre la fine dove sfinisce.

Divinità in Absentia ... come luogo di nulla ... io penso altrimenti.
Non è ancora possibile pensare a come mi possa disporre naturalmente entro il futuro del nulla e lo interroghi modificandone lo stato, muovendo nel contempo le trame astratte di codesta scrittura.
Dissimulato è il nulla che, toccato, sparisce anche dal luogo di Eckhart, il mistico tedesco, il teologo che fondò i termini che la lingua tedesca prese in uso passandoli a Hegel, ad Heidegger al fine di disporre del finire, dell'assenza di Essere. Il Tempo finisce.
Ma tu, diavoletto, tu che sei nulla ... mi trattieni per la manica e mi guardi ... mi rassereni ... io sono me ... con te ... io, lo spirito assoluto della filosofia e l'inizio del metodo in scienza.
Ora parlo io ... tu sei nulla ... nullità ... No ... non la nullità impoverita ... sta' calmo, sta' tranquillo ché oggi il sole brilla e le strade gettano fuori il rumore che s'accoppia bene alla luce traslucida che vibrando rimbalza lungo i muri e le case dischiuse ...
Il nulla, quello dell'umano finora, è proiezione di gente impotente, è il giudizio che appartiene alla cosa e tutta la rivolta, ma non se ne libera e non la distacca.
Ancora poco sviluppato è il cervello, non avendo alcuna intenzione di scomparire dalla scena che esso, negli anni - moltissimi - dell'evoluzione, s'è costruito e con essa ha celebrato se stesso.
Scendi dalle stelle, cervello, scendi e disfati di te! .. Eccedenza di cervello, emanazione appiattita, nulla che costruisce il proprio oggetto entro cui potersi celare ...
Non sei quel nulla ... Lo so bene. Sto solatio in pace, ché il sole oggi brilla vivace.
Tu, spirito, sei compagno diversamente dalla morte: essa è oggetto, è cosa-di-morte ... lascia che te lo dica, debbo mandarla innanzi, poi la sconfesserò e la assimilerò alle caratteristiche d'un mondo che s'avvia già da ora ad essere futuro ...
Ritmo mio ... Ritmi oltre il minuto di tempo, diversamente dall'istante in cui mi trovo ...
Introduzione al
passaggio cruciale
Eccedenza non sei del cervello ... sei di meno ... l'eccedenza ha terminato.
Ma sei eccedenza dell'animale evoluzionistico. Sei già morto della sua morte e della mia ... che categoria impressionante!
Il luogo teologico e metafisico sostituito da codesta luce, m'impressiona e mi fa scrivere sulla punta di penna e di catapecchia ...
A difesa dell'uomo l'antica e superata morte ché, se gli fosse capitato quel che m'è capitato, sarebbe stato strappato via mille volte per una e per mille. E' cessata la natura animale ... lo so già ... non ripeterlo inutilmente!
E' cessata la categoria del tempo e dell'eternità, del dio e della causa ... Non che quello spirito fosse meglio ...

Tu sei spirito di nulla ... Spirito vuoto, evacuata è l'energia dell'oggetto mondano, l'oggetto straziante della mente.
Ho vissuto l'estraniamento dell'oggetto di morte ... la categoria alla fine è caduta ... Io è caduto com'è avvenuto per Paolo l'apostolo sulla strada di Damasco ... il silenzio della notte e del finimento.
La tragedia del limite che s'è strappato ...
Non sai nulla di quel che significa essere umano, l'essere umano entro la sua lacuna: perdere vuoto, assimilarlo, giacere con esso fisicamente ... naturalmente entro il cervello, nel mezzo dell'essenza del corpo. Muore il corpo per svuotamento, disse ... esso non era altro che cervello-mente che lo costruiva.
E lo spazio? Spazio del corpo.
Kafka e lo spazio; spazio del corpo necessario, o non è così? Non necessario il corpo durante il Processo.
La metamorfosi di Kafka, la ripetibilità del signor K.
Il Signor A, ovvero il Dottor A, lo spirito di Niente: S di N: SN.
Il cervello onnipotente che genera mondo e lo controlla.
Attività in-Assenza tu sei.
Io sono S di N. K entro il Castello, circondato dalla circostanza in cui si trovò immesso per caso o per volontà. In quel sistema circoscritto: il Teorema di Gödel e la Sconfitta.
Un caso letterario e la morte di chi non ha nulla da temere ... inveterato. E compiuto al di là della logica conosciuta, dal punto all'infinito.

Le Lezioni dell'Assenza.
Le danze inimitabili d'un cervello liberato, il mio, il tuo, il nostro accadimento. Niente lamento, essiccato il povero io, la coscienza di sé è spaesata. Contento?! ..
Della mancanza
E' il mancare il vero motore che induce la formazione d'un cervello che sia in grado di pensare. Lo sai? .. A partire da quello il dolore del corpo e l'accettazione della facoltà d'un pensare astratto. Pensare l'astratto è voce dell'essenza, quando la cosa s'arrende e mostra il suo ventre concepito all'istante nella più pura mancanza: il Silenzio del mare, mi ricorda per assonanza del flusso delle onde il racconto di Vercors.
L'essere allora costituito da non essere, dal non esserci ... non uomo ... uomo senza uomo, sine homine per dirla coi francesi ... non so più come chiamarti!
C'è qualcosa allora, una figura che appare e poi scompare, dematerializzante.
Non gli occorre nulla; a te, occorre per caso il nulla?
Accumulo di morte in eccesso ... è questo un punto cardinale, la categoria del pensiero di uomo, da qui continua a reagire: esprimendo reazione, invece che ragione in-vuoto. Lo zero inscritto nel codice della differenza: non ha necessità di vita, non discende dal solito vezzo di morire ...
Pensiero della giornata seconda: troppo arduo è il cammino? A mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai ... La natura insieme ad io e a Dio è morta. Evviva l'Assenza e Assenza sia fatta! A capo dell'Astratta Commedia ho scritto nell'Astratto Cervello sulla Terrazza Cervello al momento del declinare dolce della collina sul verde del campo del contadino subito a prendere appoggio sugli scogli che si tuffano nel mare ricco di materia verde-bluastra profonda il suo colore del fondo nei giorni dell'estate ch'io conosco e intendo intrecciare nel capo dei capi degli uomini a cui rimando l'espressione dopo averne liberato la sostanza.
Dell'estinzione
L'estinzione di qualsiasi processo d'apprendimento è carta (da gioco), da andare a vedere nei dettagli e negli anfratti nascosti. Avrà da dirci sul nulla che insegue! .. Così mi successe, quando giovane studente lavorai in laboratorio con i ratti albini e le gabbie per gli esperimenti dell'apprendimento condizionato. Poi venne l'estinzione.
Spero che mi segua a distanza ...
La (sua) storia si nutre di scoperte, di apprendimenti, di studio, di avventure umane, e disumane oltre l'umano, di astrazione e di forme ... di illuminazioni e cadute nel nulla ... Lui è Odisseo e lo accompagno ...
Una volta egli è lui, una volta sono io ... Colui che è estinto è lui, e io sono io, travestito da essere umano. Egli è colui che è già morto e io lo sostituisco.
Io essendo il caro estinto ... Che figura: lui è lo spirito del caro estinto!
Ma lo vedi, quali occhi disimmetrici; che testa strana; il setto nasale bistrattato e disassato!
Che faccia obliqua! Lui che osserva il mondo in due parti sfasate: la destra è salda, la sinistra è vuota, vacua, è caduta, è la corona, lui è il Musulmano di Auschwitz, colui che ha smarrito - smarrire, il parto esatto! - , ogni forma di vita e di coscienza; è il morto in vita; colui che più s'apre all'angoscia dell'umano.
La morte in vita: la visse quell'uomo, il Dottor A —> Signor A —> Tu lo aspettasti. Come uomo di cielo e di terra, egli astratto ed essi astratti.
Storia di uomini e storia di concetti; sequenze di scritture e di ritmi diversi, simili ai suoni che sento suonare e risuonare nel nulla benefico, quando ti applichi leggero e parco al pianoforte, duro e pressante alla linea dei forti e dei gravi, tecnico e silente nei piani e negli acuti, forzando d'unità complessa la frase ... le frasi che tornino a dire della linea motrice, vuota in-Assenza la linea della Musica in-Assenza.
Egli non aveva avuto paura dell'inconscio oltre i limiti noti ...
Il barattolo di latta da gettare oltre la piattaforma in fondo al giardino, nella porzione posteriore della casa: stretto sta quel corridoio e umido, chiuso tra i muri, davanti invece splende il mare in cui si protende appena il Castel dell'Ovo, la grande città esce e si mostra ad arco sotto il Vesuvio, molle e aperta si siede e respira ...
Una specie di miscela esplosiva egli aveva voluto provare ... terra, cibo, formaggio, spezie, tondini, biglie di vetro ... una bomba d'energia che dischiudesse il presente e il passato ... una sorta di battaglia sognata e agognata, da verificare ... un gioco di morte presagita; tre, quattro gradini da salire, la piattaforma di cemento, appena sopra il corridoio stretto sul retro della casa, alcuni piani al di sotto del livello della strada ... la casa era a mezzo del colle, sul dorso della bella collina del Vomero a Napoli da cui si dominava - si dice così -, si domina il golfo morbido, immediato nel farsi rapido, pronto ad accogliere di fronte il mare ampio in cui si specchia.
Da un lato della mente ... soffrire con pene il silenzio ... toccare dal dentro la mistura alchemica di quel terriccio umido del giardino ... dosata e puzzolente al medesimo tempo ... al medesimo tempo ... il tempo del nulla in anticipo sui tempi.
Non era ancora il momento giusto d'andare oltre le forze attive e passive già note, oltre la virulenza dell'inconscio ... a mettere nel gioco sperimentale la rottura dei legami della terra e del giorno, del cibo e del sale ... La Terrazza-Cervello davanti all'ombra del mare e della siepe dell'infinito che apre sui due versanti asimmetrici sul campo verde luminescente, dosato per bene, nelle sue variazioni di chiaro e di scuro, dell'abitazione del contadino a Sestri Levante più sotto: nell'estate sfavillante, vivida per gli ulivi terrazzati dietro la comoda casa ... e noi ospiti, commedianti, e io a costruire l'Astratta Commedia dei vivi e dei morti ... nel gruppo della Passione del passaggio dei morti non resuscitati quando essi hanno cessato di respirare ... il Libro tibetano di chi buca la casa e la sottrae al corpo materiale e micidiale ...
Non ci sono più? .. Tu ci sei? Bussare alla porta del sale e del capo, la testa inclinata in avanti, trattenuta sul margine dell'essere la contaminazione con le forze dislocate - ora sì - oltre la siepe del male dei suoi pazienti ...
L'attivazione e la
cura dei primi
pazienti
Li attivò ... con quella metodologia li guariva portandoli oltre la nascita che loro era appartenuta dapprima ... la seconda nascita ora in-Assenza, in-assenza senza la A maiuscola.
Potenti e coinvolgenti erano il contatto, la contaminazione con quel mondo rivoltato ...
Con il lutto mancato dell'Edipo di chi ancora non aveva accettato di nascere con se stesso e la madre lo aveva trattenuto ...
Una miscela esplosiva come quella della terra e dello zafferano, delle palline di vetro colorato ... una bomba d'energia e di forma egli aveva inventato, facendole emergere dal profondo oltre le barriere note dell'inconscio di chi avesse imparato a pronunciare quella parola, tratta dalla solitudine profonda - in accoppiamento con se medesimo, e con il terapeuta: tramite la tensione di nulla che andava formandosi in un corpo teso nell'emozione d'essere in uno con il proprio cervello-intelletto-parola-linguaggio e sintesi oltre la barriera degli istinti ... vuoto dell'aldiquà, pronto a penetrare in un aldilà-altrove avendo scelto di rinunciare all'aiuto ambiguo della madre, in unione breve con il padre sulla soglia della prima nascita. Il paziente, l'uomo in generale, non ha ancora ottenuto la libertà di concepirsi nell'intera sua unità ... o sé nel duplice ... o nel triplice senso e sentimento, non dissimile dalla trinità della divinità assente ... vero, mastro Eckhart?
Le proprietà d'una nuova realtà egli andava provando e riprovando ... ad essa non si sottraeva ... ma, a poco a poco, insieme con il formarsi di quella egli era reso mancante di sé e come inghiottito nell'unità nuova del nulla, nuovo nato oltre la barriera dei nati ... in-antecedenza come poi avremmo teorizzato.
Il nulla della
morte del padre
Addensamenti e rarefazioni ... concatenamenti e sconnessioni ... ma poi il distacco, il significato estraniato che s'accoppia al nulla del corporale e dello spirito ... Io, lo spirito ... ma tu ... Non sei tu stravagante, né straniero, non parli la lingua della necessità e della paura ...
"Ma allora io chi sono?"
Transitorio smarrimento e perdita del tempo, perdita di senso ... Tu, spirito di nulla, sei Spirito di Nulla con la maiuscola sottraendo io il tuo nome. Sei soddisfatto? .. Autentico signore sei dell'aldilà ... dell'aldiquà a donarmi segni ... io muovo la danza ... Egli muoveva i primi passi entro la dimensione che si scoprì più tardi appartenere d'un fiato alla morte che soppresse anche quello ... il nulla della morte insieme con la rivoluzione dei sensi e delle percezioni ... della mente e del respiro ...
Fuochi vividi e massa d'informazioni, il potere gettato nel cesto, nel cesso, nel nulla ... l'associazione di senso trasmutata in significazione per distacco ... la mancanza prese il sopravvento, come quando egli si pose ai piedi del letto di quella sua paziente ... donna complessa più che mai ... alla ricerca dell'affetto mancato e del suo corpo annullato ... ella così dotata nell'aspetto e nell'intelletto ... ma era ammalata come morta in fretta.
S'ammalò inoltre di carcinoma al seno e a poco a poco sentì che moriva nel corpo e nell'affetto incipienti. Si toccò nella ferita e ne fu terrorizzata. Egli si pose ai piedi del suo letto e poi a contatto del respiro di lei che tentava di portarsi fuori da quel senso terribile della mancanza ritrovata, gettata via, quasi 'accettata'.
L'attivò per giorni e giorni ... la trascinò fuori dal corpo sensibile ... ma questo già da sempre aveva deciso di disubbidire ad ogni tentativo di far parte del mondo.
Non volle nascere, non volle morire in quel modo allucinato come di solito gli uomini tendono per loro cattiva sorte quand'è in ballo quel distacco finale.
La morte è (il)
distacco decisivo,
non ancora compiuto
neppure esso
La morte è distacco: è distacco decisivo rispetto alla vita e a tutto quanto concerne l'attività di vecchia specie del cervello. E perciò è distacco dalla cosa del mondo; è possibilità che esso prenda la via d'un infinito nella distanza, nella lontananza senza legami, com'è la scrittura quando partecipa del nulla che genera in-assenza.
Il contagio
Lui si contagiò di quella morte ammalata; io credo che così salvò lei dal morire della cosa che l'aveva divorata ... lui s'ammalò attraendo a sé un nulla in cui la morte s'era da sempre annidata. Aveva incominciato a saggiare cosa significasse morire, e morire e morire senza possibilità di cessare d'una fine compiuta. Egli passò a lei la possibilità di terminare ... e lei se ne andò a morire in un piccolo paese della Liguria della Riviera di Levante dove il rumore del mare non è mai forte, mai protende la sua possanza.
Egli aveva sperimentato nel corpo ed entro la mente ciò che implica il morire senza che né il corpo né il cervello-mente, la natura in generale, abbiano deciso di finire ... Morire nella mente e del fisico corporale ... egli s'era opposto alla madre quand'essa non concede la distanza, non permettendo né di nascere né di morire, non d'iniziare, non di cessare.

La scrittura ha da iniziare e subito nel mezzo ha da cessare ...
Alcune malattie gravi egli le vide guarire sotto i suoi occhi in modo eclatante; presenziò alla prima presa di distanza all'infinito dai corpi e dalle nascite consuete; si mise in ascolto dei rumori nel cervello quando l'infinito si fa gravido al posto della terra informe e deserta dov'essa aveva avuto inizio.
Indusse fobie e ossessioni a cessare ... assistette alle trasformazioni dei corpi che assumevano forme profonde sessuate dov'erano mancate le scelte e il calore che sono necessari e ricchi di senso e di sensibilità affinché il corpo pensi se stesso nel modo appena appena accennò a un compimento.
Le sedute di
post-umanità
e lo spiritello
Va be' ... ora basta ... vi lascio, esco a prendere una boccata d'aria. E mentre passeggerò ricorderò che stavo proprio bene durante quelle sedute di post-umanità; potremmo chiamarle in tal modo: la post-evoluzione già allora era in atto, ormai sono passati quasi trent'anni. Il Dottor A abbandonò poi a un certo momento, che forse coincise con il trasferimento del suo studio, quel metodo; non si seppe mai con certezza il perché di quella decisione ... neppure lui lo sapeva ... ma essa s'attuò passo a passo ed egli operò di nuovo la scelta secondo la quale era una miglior soluzione il condurre il paziente all'estinzione del suo male e al distacco adoperando una dimensione temporale diversa. Meno accesa dall'istante compiuto d'un'unità in cui s'attuano la parola e il corpo: un simil atto non solo spezzava (ovvero distoglieva) nel suo centro il corso del tempo del soggetto umano in tale azione coinvolto, ma anche lo proiettava in un tempo ancora da essere, da incominciare. Forse ancora troppo difficile per l'uomo ...
 
Lo studio dei
nuovi fondamenti
Tuttavia, per mezzo della sperimentazione e dello studio di codesti atti totali e totalizzanti e complessi, che ad un certo punto della professione aveva condiviso con un gruppo di colleghi terapeuti e ricercatori, aveva scoperto che il limite dell'umana specie è attraversabile, che il tempo è rinnovabile ed è arrestabile nel suo centro, che la natura è già sconfitta da una più astratta propensione del cervello: esso può anche abbandonare la sua storia.
Io, spirito di nulla, stavo ad osservare: spesso mi beavo del nulla che usciva finalmente dalle profondità oltre il tempo ordinario, oltre la coscienza abitudinaria, accantonando gli oggetti e le loro scie: come un geiser soffiava bianca la luce e ne sentivo il profumo e l'alito su una faccia (mia) che aveva cessato di farsi vedere.
La distanza affettiva era stata dimensionata, aveva ora una misura.
Il Dottor A aveva dato una mano all'estinzione, al venir meno, all'assenza della traccia affinché il mondo si rivoltasse.
Aveva incominciato a descrivere una teoria delle tracce complesse, quelle che possono essere cancellate e quelle che no, non è possibile in vita, e forse neppure in morte, modificare, ovvero sgombrare della loro provenienza e della loro insistenza.
L'impermanenza del mondo descritto dal Buddha mi viene in mente, forse già allora; e con ragione!, mi dice lo spirito in corpo, beato.
Lo spirito di niente mi ha approvato ... posso lasciarvi, miei cari lettori, a questa antecedenza, un'altra scrittura forse m'attende, il ritmo d'un passaggio nell'aldilà - aldiquà nel quale fui gettato - nell'Essere anche lì ... nel tempo interrotto e reso immortale, senza eternità. Che coppia!
Sperimentazione della morte in successione di morti durante la vita
Aveva incominciato a sperimentare il morire più volte e mai resuscitare da quella morte: ché questo aderisse profondamente nei visceri e nelle mucose d'un embrione non ancora estinto, com'è quello della specie umana.
Difatti, ancora oggi, egli sente uscire dal profondo d'una corporeità - mai esaurita - e per fortuna! - l'incompiutezza compiuta di tratti dell'essere biologico che s'affacciano alla vita ... tratti che dovrebbero ormai tacere, come si dice nelle teorie biologiche e mediche.
Il riflesso di Babinskj, ad esempio, da sotto la pianta dei piedi, la cui presenza separerebbe l'immaturità generale del corpo e della mente di quel soggetto che ancora presentasse di fronte allo sfregamento d'uno strumento appuntito un'estensione forzata delle dita con la loro apertura a ventaglio anziché una loro flessione, modalità che si dice normale, una sorta di resa di fronte a quell'offesa.
In lui tale riflesso, anche nell'età adulta, almeno in certe fasi del nuovo sviluppo, sussiste ... Dico, io spirito ed egli in me, uomo riflessivo, allora entrambi diciamo come un coretto in certe fasi dello sviluppo perché nulla è fissato in quel sistema - a-sistema, non-sistema. In altri momenti probabilmente quel riflesso tace, secondo l'unità di misura della medicina ufficiale ... in altri momenti si mostra ... in certi altri si estende la punta del piede ... in altri si flette ... il Babinskj è violato.
Tale condizione dovrebbe segnare già nel bambino un po' grandicello e poi nell'adulto un'immaturità generale dell'organismo e perciò un'inadeguatezza al vivere naturale.
Altri riflessi aperti non conclusi si trovano tuttora qua e là in lui, come se il sistema non avesse ancora deciso di concludere la sua formazione ...
Già si dice che l'uomo è, delle specie animali, quella più lunga a maturare ... vedo nei miei pazienti, nei miei figli e nelle persone che lavorano con me questo lungo protrarsi aperto del sistema e alla fine il suo restar ricco d'interstizi, senza fissarsi, pur avendo appreso la giusta misura di quanto significa il tratto del finire.
Aprire e finire ...
Chiudere e dischiudere ... il sistema che sospende la sua organizzazione e accetta l'alterità organizzativa ... sistema ultra complesso: ne diremo.
La scrittura che si sospende, il luogo che non termina, l'attimo che non chiude, ma si cita e si ritrova raddoppiato in una dimensione del tempo assai più precisa e conclusiva, essendo esso già terminato alla fine dei tempi già accaduta e dissoluta.
Come in lui si oggettivò, prima lentamente, dall'età dei diciott'anni, in concomitanza probabilmente non casuale con la malattia del padre che s'ammalò d'una nevrosi fobica per i luoghi aperti ... una malattia grave che gli impedì per lungo tempo di uscire e d'andare a lavorare. Si sottomise a una cura psicoanalitica classica che, secondo me, sbagliò nel metodo, non essendo con ogni probabilità l'analista all'altezza d'una sensibilità acutissima di quell'essere padre e figlio - si ribellò all'attivazione che un giorno egli, il figlio, gli fece: "Mai sarà figlio a far nascere il padre!" urlò sulla soglia del poter di nuovo prender luce e tagliare il cordone ombelicale: la sua nascita già s'apriva alla mutazione che in me si sarebbe rivelata fatale.

Tu e tu ... e me ... m'hai lasciato indietro.

Tu indica il passaggio di quell'estate oltre il segno della morte: indica il racconto così simile per l'ultimo tratto al racconto di Tolstoj, Ivan Ilic, ma anche così diverso perché in quello il protagonista morì di una morte ineluttabile, mentre da questa scaturì la mutazione di cui scrivo, e scrivemmo tu e io assieme. Non mi dimenticare, non ti scordare ... non ti scordar di me! .. Di mee ... Di meeee ... "Ora ne sei certo?"
Il protagonista di Tolstoj comunque sente l'avvicinarsi d'un vuoto e se ne nutre ... è sconfitta la morte? "Morta è la morte".
Poi muore, cessando. Qui, nel nostro racconto e nella nostra esperienza si cessa, la morte muore, ma simultaneamente è aperta la totale rivoluzione, che mai uomo della specie uomo abbia osato pensare; in lontananza s'ascolta la storia di quell'antica resurrezione di Cristo e che l'apostolo Paolo pose a fondazione del nuovo mondo cristiano. Ma in quella non si era ancora coinvolta la dimensione di nulla, la mia dimensione - mia, di spirito - di niente - di spirito mattutino - non fu né raccolta né immessa a far parte delle cose, se non in modo assai modesto, con visibilità ancora assai limitata. Morto io sono e in niente sono trasfigurato, tal quale a codesta scrittura che per la prima volta getto nel mondo, fuori di traccia (nota).

L'Essere, il non essere ... tu, uomo dematerializzato, non più uomo. Non essere, insomma, non so come chiamarti.
Non è forse ancora tutto uguale a prima, all'essere delle cose?
Ma no! Sta' attento: lo zero inscritto nel codice ora posto ... egli è già morto ... no, sono io già morto e l'essere mio è bucato. Del vuoto mi accontento: non ha necessità della spinta alla vita né di rifugiarmi entro le spire della trappola che la morte infligge all'umana genía.
L'accumulo di morte s'è disciolto, al suo posto c'è quel che scriviamo. Allora venne anche il tempo valido in cui la morte dovette rivoltarsi dentro la tomba. Andai a visitare più volte i cimiteri, nei pressi dei piccoli borghi di campagna e lungo i pendii dei colli, appena al di fuori dei piaceri, sotto morbidi raggi di sole di primavera. Andavo a sperimentare, a tastare quella spinta irreale che dalla morte concreta - quella di tutti gli uomini, eredi dell'animale - proviene. Da quella terra emanava un freddo irreale che mi acchiappava curvandola la pianta dei piedi e saliva su lungo le gambe fino alla zona sessuale.
Il vuoto del nulla, che avrebbe dovuto essere, si concretizza in qualcosa che ritenevo e ritengo essere l'eccedenza della morte, la morte che non vuole ancora cessare. Poi a poco a poco, nel tempo quel freddo e quella barriera fatta di anime e di spiriti e oggetti di carne sepolti e non dissolti incominciò a mutare; la terra fu meno desolata, la via di passaggio meno scolorata e meno vibrante d'una vibrazione priva di senso e di valida oscillazione, fino ad oggi quando non occorre più guardare quel mondo non esatto e soffocante ... mancante d'una vera direzione, d'un senso pregnante ... E' in via di trasformazione come tutto quel che concerne la nostra mutazione.
Ora posso accettare un intervallo; qualcosa si doveva pur spiegare.
Andiamo ancora a raccontare ...
Un pezzo cruciale della storia
del Dottor A

Nel corso della sua vita, prima del passaggio cruciale, egli era stato un crogiolo di forze a direzione contrastante, sia pure sorrette e contenute entro un livello sottostante che le addolciva in un'unità complessa che si rivelò essere di fondamentale importanza per la sopravvivenza e superamento del momento catastrofico che segnò la transizione mutante.
Fu vera catastrofe quella che s'instaurò in quel periodo di quindici giorni della fine della primavera di alcuni anni orsono: una vibrazione potentissima s'era impossessata della sua testa e come un martello pneumatico batteva e trivellava la base del cervello, con il fine di svuotare di ogni forma precostituita, fosse essa un sentimento, un'emozione, un'idea, un rapido pensiero, una percezione, una semplice sensazione ... tutto doveva essere reso pari allo zero, simile a un nulla, ma senza distruzione, come purtroppo soltanto più tardi fu chiaro in modo indiscusso.
Non ho mai avuto notizie di un simile fenomeno, neppure di quella percezione particolare per cui tutto tendeva a finire, ma giammai sarebbe finito, perché la realtà stava mutando di statuto, come soltanto più tardi avremmo incominciato a sapere.
La cosa tremenda era l'incremento dell'eccitabilità dell'intero sistema che tendeva a portar fuori di sé l'esperienza interiore, togliendo il posto non soltanto all'io, ma a tutto l'essere così come era sempre stato esperito e concepito ... L'essere tendeva a terminare, l'io a scomparire, senza che, al medesimo tempo, nulla potesse davvero cessare, come monco, mai davvero finito nel modo consueto.
La spinta era una sorta di costrizione fortissima all'uscire fuori, all'annullare l'esperienza interiore, senza che questa fosse sostituita ... l'io perdeva il posto senza che nulla lo accompagnasse e lo rimpiazzasse ... era davvero il nulla il protagonista della tragedia inconsolabile ...
Mentre la testa martellava furiosa, come se si dovesse scolpire come pietra, tutto l'essere era messo in pericolo ... una sorta di crisi generale, ma sempre profondamente cosciente ... Ovverossia mai veniva a mancare la consapevolezza di quanto accadeva e dei limiti che venivano oltrepassati, del mondo che veniva passo a passo tralasciato ...
La consapevolezza, questa sorta di presenza appercettiva e intellettuale che riconosce se medesima e le cose, mai era persa, anzi raddoppiava della sua forza, ed era proprio questa proprietà ad essere causa ed espressione della più grande angoscia; no, della disperazione assoluta, senza ormai più vincoli. Il nulla avanzava e io-lui eravamo certi della sua catastrofica forza, senza che potessimo in alcun modo opporci ... eppure sapevamo che il nulla era d'altro genere, un nulla unitario, un nulla dell'evento, un nulla del dolore più totale, della fine che non poteva essere neppur tale. Avevamo sperato che potesse intervenire la morte, come certezza d'una fine, come termine d'una condizione che si annunciava in ogni tratto nel modo dell'infinito, dell'immortalità, dell'eternità ...
Ben strano, caro lettore, questo genere di rinuncia, di avversione ai limiti e alle speranze da sempre invocate dagli uomini, spinti a non voler mai cessare, ad aspirare continuamente all'immortalità, a rifuggire di fronte alla morte e alla fine che questa impone ... Eppure, datemi ascolto, credetemi con tutto l'intelletto e il cuore, la fine era l'ultima e unica speranza per quel povero essere dell'uomo sospinto nel baratro del nulla mai finito ... Ed egli era costantemente e senza soluzione di continuità lucido ... sempre più lucido di fronte a una dimensione che spalancava le sue enormi fauci per inghiottirlo in una specie di tempo non tempo, di perdita di mondo, di mancanza globale di limiti, di vita e persino di morte, come dopo si comprese.
Era pertanto sospinto ogni giorno sempre più sul ciglio d'un'assenza di sé, d'un'assenza di realtà e di legami come fino allora erano mostrati.
Invocava la morte, richiedeva solamente di poter finire, ché aveva compreso che se anche avesse deciso lui stesso di porre fine a quanto gli stava accadendo dandosi la morte, questa si sarebbe ritirata nascosta dietro l'angolo, pronta ad uscire soltanto dopo che quel processo si fosse esaurito .. così come si stava ritirando la vita, e non gli avrebbe di sicuro concesso una fine ... nulla in realtà si sarebbe verificato di quanto lui sperava, e cioè di terminare ... probabilmente - così sentiva - quel nulla avrebbe avuto il sopravvento anche sulla morte fisica e l'avrebbe risucchiato oltre i confini del mondo noto e della sua fine supposta, per continuare il supplizio d'un infinito per nulla positivo, un infinito non affatto buono ... il più cattivo infinito che potesse capitare egli era costretto a soffrire senza soluzione alcuna, se non quella di provare a resistere con la sua coscienza di uomo, che si faceva sempre meno umano e più assente ... una coscienza che si ritirava dando luogo al suo posto a un nulla che si sarebbe rivelato della categoria della perfezione astratta ... un nulla capiente e generatore ... quello dell'Assenza ... allora niente di tutto ciò si conosceva ... eppure qualcosa tratteneva - vivo e morto - quell'uomo che, a poco a poco, perdeva la qualifica della sua specie e ogni sua essenza, facendosi però sempre più vigile - d'una vigilanza speciale - e pronto ad attraversare incolume - benché morto della sua superata vita (la sua medesima morte) - il tratto del nulla e della morte a cui egli stesso, oltre la sua consapevolezza (e diversamente da quella), s'era indirizzato.
La preparazione
alla mutazione (astratta)
Egli s'era dovuto preparare per bene prima che il passaggio cruciale lo cogliesse. Non che questo si mostrasse nella sua totalità e all'improvviso: c'erano state avvisaglie nei giorni o nei mesi appena precedenti, addirittura negli anni, a partire dai diciotto. Ma recentemente s'erano fatti più insistenti sintomi strani, come vibrazioni nel capo - vibrazioni assenti adesso le chiameremmo -, una sorta di caduta improvvisa della tensione normale del pensiero e della posizione della testa e del corpo, un allentamento con discesa al di sotto della soglia della relazione con gli oggetti del mondo - e forse con le appercezioni di sé ... sì, sì ... proprio con queste, con la perdita di tratti di mondo e di psiche, probabilmente delle cosiddette eccedenze, di cui avremmo studiato a fondo il significato e la loro (causa d') impotenza sull'alienata condizione di vita umana.
Si verificava questa caduta improvvisa con modificazioni della coscienza ... rotture di schemi corporali, sfasamenti di specularità, già del resto esistenti per lui, un essere costantemente e fortemente asimmetrico, con spinte e suggerimenti da tutti i punti cardinali.
Con la testa duplice ... avvolta da un io unitario ... una faccia sbilenca, un occhio che si chiude di fronte alla luce del giorno ... si tiene in sé, vibrando d'assenza.
Un altro che corona contornando dapprima le cose e mettendole poi al loro posto, consentendo che il primo, alla sinistra, vada a cogliere il punto più lontano, dove lo spazio all'infinito si biforca e un suo ramo diventa privo e liberato da sostanza concreta.
Ebbene, sommovimenti in quel corpo, su quel volto; soglie che si abbassano e sono reclinanti su quel piano dov'era caduta e aveva lasciato la sua impronta la terra deserta e informe del principio della Bibbia; la genesi mancata e mancante d'una materia errata, nel caso più fortunato pronta a farsi migliore. Assenza in essa sarà fatta, qualora si spossessasse anche del Verbo che un brandello di luce pur le aveva donato.
Se quell'essere non si fosse preparato a dovere è certo che sarebbe stato spazzato via come un fuscello dall'immane e catastrofico scuotimento della terra e dell'universo sensibile e intellettivo. Mai la cosa avrebbe accettato di cessare, e di confrontarsi con un alcunché di assolutamente imprevisto, e cioè con uno stadio differente e più potente capace di sgretolare ogni resistenza, quella che tiene fissa entro i confini di morte l'intera potenzialità che forse - attualmente voglio credere - l'umanità potrebbe mettere in campo: una forza ben più ampia e consistente di quella che finora ha saputo esprimete lungo il suo iter storico.
La cosa fu costretta a confrontarsi entro il recinto di vita di quell'uomo - vita che lo stava d'altronde lasciando; in particolare in quella ventina di giorni dell'estate fatidica. Emerse dalle profondità del nulla un'attività d'un cervello che poteva fare a meno dell'esistenza di essa - cosa - e di tutte le altre: dalla luce del giorno all'oscurità della notte, dagli orizzonti netti e vibranti alle malattie e al dolore fisico e mentale, dalla paura più bieca alla felicità più genuina, dal sogno immateriale alla realtà più concreta ... dalle costruzioni assai variate, talvolta ben coordinate, talvolta disordinate delle città ai sentieri minimi dei boschi, dalla luna al sole e le stelle, a tutti gli altri esseri al mondo, umani, vegetali e animali.
Dai compagni e dalla loro esistenza, dai figli e dai padri, dalla madre e dall'origine, dalla dolce compagnia della sua donna.
Dal nulla immaginario alla sostanza bruta della morte. Dai colori ai sapori, dai piaceri del sesso alle figure della coscienza e a quelle vuote che talvolta seguono e contraddistinguono la cosiddetta perdita secca.
Egli si preparava a mancare di tutto, alla lacuna totale e compiuta, come soltanto in seguito fu noto ... per primo lo seppi; forse già da allora sapevo, ma ero consegnato al silenzio assoluto: di lì nacqui e replicai lui essendone il testimone, il primo e unico superstite di una così immane, straordinaria, impietosa e ineffabile, finora, rivoluzione dell'universo noto, anche - io credo - di qualunque altro supposto.

 

Fine prima parte.


L'intero romanzo (.doc), pagg. 285:

 

Paolo Ferrari